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tra le due aree principali del Palazzo, formata da una sala ottagona con quattro absidi e da due ambienti laterali simmetrici e a pianta ellittica. Sul lato meridionale si apre al centro una vasta sala absidata pavimentata con lastre policrome e posta sopra un’intercapedine dove nei mesi freddi veniva fatta circolare aria calda, riconosciuta come il triclinio e citata nelle fonti col nome di Coenatio Jovis. La sala aveva sul fondo un’abside semicircolare sopraelevata e si apriva ai lati con grandi finestre su due ninfei simmetrici dotati di una monumentale fontana ovale con corpo centrale articolato in nicchie. Per quest’ultimo edificio e, più in generale, per l’intero palatium le fonti documentano interventi di restauro strutturale e decorativo eseguiti sotto Elagabalo (217-222) e poi sotto Graziano (poco prima del 379).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
AMBIENTE: area scoperta
Nell’area del peristilio della Domus Flavia, durante i lavori di impermeabilizzazione delle volte negli ambienti che si affacciano sul lato destro del ninfeo della Domus Transitoria (cd. Bagni di Livia), a fianco della scala antica che discende al ninfeo, fu messa in luce un’area di m 8.70 x 4.15, pavimentata in spicatum, che doveva costituire la copertura a terrazza degli ambienti neroniani indicati in pianta con A1-A2-A3; tali ambienti, coperti a volta, avevano un’importante decorazione pittorica, parzialmente conservata. E’ probabile che le caratteristiche del rivestimento pavimentale siano dovute ad infiltrazioni d’acqua avvenute già in antico; infatti il pavimento posa su un vespaio.
Lunghezza: 8.70 m – Larghezza: 4.15 m
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Data: 1961
Regio X, Palatino, domus Flavia, pavimento a commessi laterizi
Parte dell’ambiente: area scoperta
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: monocromo
L’area, che doveva costituire la copertura a terrazza degli ambienti neroniani indicati in pianta con A1-A2-A3, presenta un pavimento a commessi laterizi, composto da mattoncini regolari disposti a spina di pesce (opus spicatum) scoperto 0,32 m sotto il livello del pavimento marmoreo domizianeo. Il pavimento più antico posa su un vespaio isolante alto circa cm 7, realizzato da un livello compatto di scaglie di selce su cui posano bessali disposti a scacchiera a distanza regolare tra di loro (circa 30-40 cm). Forse piano di calpestio in scaglie di selce costituiva la pavimentazione originale della terrazza, sostituita in seguito ad infiltrazioni d’acqua negli ambienti sottostanti.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Lunghezza: 8.70 m; Larghezza: 4.15 m;
BORDO
Specifiche tecniche
Tecnica Esecutiva: a commesso di laterizi
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: a commesso di laterizi
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
* a "spina di pesce" (opus spicatum) |
CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (Palatino, Domus Flavia)
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Carettoni, G. 1971, “Roma (Palatino). Scoperte avvenute in occasione di lavori di restauro al palazzo imperiale”., in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., Roma, pp. 311, 323., Fig. 14, 27..
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio X, Palatino, domus Flavia, pavimento a commessi laterizi, in TESS – scheda 5470 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5470), 2008
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5470