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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5988
Regio XIII, Casa Bellezza, criptoportico (C), cementizio con inserti  – Roma  ( RM)

edificio residenziale/domus
La domus è nota nella letteratura archeologica come domus di Largo Arrigo VII o Casa Bellezza (dal nome del proprietario del villino edificato negli anni ’30, al di sotto del quale sono i resti archeologici). Si situa quasi al centro dell’Aventino Maggiore (Regio XIII), nelle immediate vicinanze di S. Prisca (circa 100 m ad Ovest), presso l’angolo tra Largo Arrigo VII e via Eufemiano. Le strutture, ubicate circa 10 m al di sotto del piano stradale, vennero alla luce nel 1958 nel corso di lavori di ristrutturazione del villino; non sono note notizie di rinvenimenti anteriori a questa data. Gli scavi furono condotti da Valnea Scrinari. La domus ha orientamento N/NO – S/SE, lo stesso di un antico asse stradale che doveva servirla, identificabile probabilmente con il clivus Publicus, noto dalla Forma Urbis e ripercorso dal tracciato dell’attuale via di S. Prisca. La pianta era articolata intorno ad un peristilio centrale; la parte nota della domus è costituita da tre ambienti (in pianta A – il maggiore, riconoscibile come un oecus; B – un ambiente di rappresentanza; E – vano a pianta rettangolare non scavato interamente e reinterrato a causa di problemi statici dell’edificio moderno soprastante) che si affacciano su un criptoportico (C), di cui un braccio è conservato per intero mentre gli altri due, che si dipartono alle estremità del primo, sono interrotti dopo pochi metri da fondazioni relative ad edifici di epoca più tarda. Il piano superiore dell’abitazione, cui si accedeva probabilmente attraverso uno stretto corridoio in salita (D in pianta), conservato parzialmente all’estremità settentrionale del criptoportico, è oggi completamente perduto. Le stanze erano illuminate da aperture a bocca di lupo situate nella parte alta delle pareti: si trattava dunque già in origine di ambienti seminterrati di soggiorno e ricevimento, destinati con ogni probabilità ad una fruizione stagionale. In base all’analisi della tecnica edilizia, un’opera reticolata con cubilia di modulo piuttosto piccolo (lato cm 5,50), l’impianto della domus può essere collocato nella seconda metà del I secolo a.C. (verso il 40 a.C.) e testimonia dunque un importante momento di passaggio dell’Aventino dalla connotazione "plebea" e commerciale d’età repubblicana a quella residenziale ed elitaria che, iniziata alla fine del I secolo a.C., si compirà nei due secoli successivi. I sistemi decorativi sono notevoli: alla fase originale appartengono un frammento della decorazione pittorica della volta del criptoportico, attribuibile al II Stile per il motivo ed i colori, ed i pavimenti, cementizi a base fittile con inserti litici misti, che pur presentando caratteristiche simili alle realizzazioni coeve note, risultano un unicum per la tessitura estremamente fitta degli inserti. Circa un secolo dopo la costruzione fu avviata un’opera di ristrutturazione nel corso della quale gli ambienti furono affrescati con pitture di IV Stile; è probabile che questo momento vada collocato in età neroniana, dopo l’incendio del 64 d.C. Una terza fase di vita, che dovrebbe datarsi in età traianea o adrianea, è testimoniata da lacerti di strutture murarie in laterizio, coincidenti con le pareti ‘f’ e ‘g’ dell’ambiente B, rinvenuti e subito reinterrati nell’ambito di lavori effettuati nel 1982-84 nel giardino soprastante per arginare il problema delle infiltrazioni e del tasso di umidità. Questi interventi segnano un abbandono delle funzioni di rappresentanza degli ambienti sotterranei, destinati eventualmente ad una funzione utilitaria (magazzini). Forse a quest’epoca si deve attribuire la costruzione dei bracci laterali del criptoportico (C1 e C2 in pianta), che hanno caratteristiche strutturali e di rivestimento diverse, e l’intonacatura in bianco del complesso. L’ultima fase di vita della domus, forse contestuale al suo abbandono, può essere considerata la realizzazione delle imponenti fondazioni, conservate parzialmente, di un edificio tardo, forse un portico colossale, sulla cui cronologia non è possibile proporre ipotesi. Pianta edificio da BOLDRIGHINI 2005.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Cronologia specifica:
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

AMBIENTE: criptoportico
Ambiente C: il criptoportico, fortemente restaurato, si articola in tre corridoi: il braccio principale (C in pianta), su cui affacciano gli ambienti A e B (e su cui doveva aprirsi l’ambiente E, non scavato) e due corridoi ad esso perpendicolari (in pianta C1 – quello meridionale- e C2 – quello settentrionale), forse realizzati in un momento successivo. Il braccio principale C, coperto da volta a botte realizzata in conglomerato cementizio, prendeva luce da quattro grandi finestre a bocca di lupo (m 1.32 x 1.14), aperte lungo la parete occidentale e tamponate in età moderna; a ridosso della stessa parete correva una canaletta di scolo limitata da un cordolo rialzato di cocciopesto. Il criptoportico presentava un rivestimento parietale e pavimentale; il primo nella fase originale presentava motivi geometrici dai vivaci colori, probabilmente riferibili ad un sistema di II Stile, parzialmente conservati sulla volta. In un secondo momento la decorazione venne scalpellata e le pareti furono ricoperte di intonaco bianco, rivestimento comune all’intero ambiente; notevole la presenza sulle pareti di graffiti e scritte. Il pavimento si presenta come un cementizio a base fittile con radi ed irregolari inserti litici e marmorei. Sul criptoportico insistono strutture di fondazione di edifici soprastanti.

Lunghezza: 16 m – Larghezza: 1.85 m

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1958 – Ente responsabile: SAR

Regio XIII, Casa Bellezza, criptoportico (C), cementizio con inserti

Parte dell’ambiente: corridoio
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: policromo?

Punteggiato irregolare di inserti marmorei e litici policromi su base fittile (DM 103a). Gli inserti sono piccolissimi frammenti di palombino, alternati con qualche scaglia più grande (lato cm 4) e frammenti di ardesia. Rare sono le schegge di marmi colorati, prevalentemente giallo antico e africano.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Misure
Lunghezza: 16 m; Larghezza: 1.85 m;
Caratteristiche della preparazione
Tipo di preparazione: Malta di allettamento a base fittile, di colore rossastro.

BORDO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile con inserti misti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 103a – inserti su cementizio

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile con inserti misti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 103a – inserti su cementizio
Referenza fotografica: da BOLDRIGHINI 2003

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Boldrighini, F. 2000, Aventino: i pavimenti della domus di Largo Arrigo VII, in Atti del VI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Venezia, 20-23 gennaio 1999), Ravenna, pp. 206-207, fig. 5.
Boldrighini, F. 2002, Indagini della Soprintendenza Archeologica di Roma nella zona dell’Aventino (1988- 2002). Regione XIII. Domus di Largo Arrigo VII, in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, Roma, pp. 213-215.
Boldrighini, F. 2003, in Domus Picta. Le decorazioni di Casa Bellezza sull’Aventino, Milano, pp. 66-68., fig. 66.
Boldrighini, F. 2005, La domus di Largo Arrigo VII all’Aventino, in Domus romane: dallo scavo alla valorizzazione, Atti del Convegno di Studi “Scavo, conservazione e musealizzazione di una domus di età imperiale” (Brescia, Santa Giulia – Museo della Città, 3-5 aprile 2003), Milano, pp. 252-255.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio XIII, Casa Bellezza, criptoportico (C), cementizio con inserti , in TESS – scheda 5988 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5988), 2008
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5988

DATA SCHEDA: 2008 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano | AGGIORNAMENTO: 2014 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Angelelli, Claudia