Negli anni ’30 i complessi di S. Sabina e S. Alessio subirono numerosi interventi; uno di questi fu la cessione al Comune di Roma – che lo destinò al pubblico usufrutto – tanto dell’orto compreso tra le due basiliche, quanto del giardino recintato dalle mura medievali del Castello dei Savelli (l’attuale Giardino degli Aranci). Le due aree vennero collegate attraverso una passeggiata pedonale pensile, attualmente non praticabile, sostenuta da ventiquattro piloni in opera muraria. Per la loro costruzione furono realizzati altrettanti pozzi di fondazione (lato circa m 1.5), di profondità variabile; in tutti i pozzi si riscontrò un notevole spessore di materiale di scarico e di ruderi (mediamente per una profondità di m 9, con un massimo di m 12.60 di profondità: cfr CHINI 1997, p. 766). I lavori portarono alla scoperta di molte strutture addossate alla pendice settentrionale dell’Aventino, pertinenti per lo più ad edifici residenziali a più piani di epoca imperiale; molti i lacerti di rivestimenti parietali e pavimentali rinvenuti (COLINI 1939, p. 66). Dagli archivi Colini risulta che particolarmente importanti furono i pozzi 11, 14 e 15, realizzati in corrispondenza del chiostro trecentesco di S. Sabina, che portarono alla scoperta di vari ambienti posti a quote diverse. Per la particolare caratteristica dei lavori, e per la mancanza di una precisa documentazione, purtroppo non è possibile stabilire al giorno d’oggi la tipologia cui gli edifici scoperti erano pertinenti, né la loro planimetria, la destinazione degli ambienti o i loro rapporti; spesso anche la cronologia può essere indicata solo su base stilistica. Data però la tipologia degli ambienti e delle pavimentazioni è plausibile che gli ambienti intercettati siano pertinenti ad edifici di carattere residenziale e/o commerciale ("insulae"?).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo III d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
AMBIENTE: non determinato
L’ambiente, non documentato, è stato rinvenuto in corrispondenza del pozzo 11, eseguito nel chiostro trecentesco di S. Sabina; il pozzo evidenziò resti di un edificio a tre piani, di cui il vano in oggetto (ambiente B) occupava il livello inferiore. Realizzato in laterizio, aveva pianta rettangolare e comunicava con un altro ambiente di planimetria e dimensioni simili. Si conservava parte della pavimentazione in tessellato bicromo a motivi geometrici, affine per stile e soggetto a quella del vano adiacente.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo III d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Data: 1936
Regio XIII, chiostro di S. Sabina, pozzo 11 (B), tessellato
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Tipo di impaginazione: giustapposta
Cromia: bicromo
Il tessellato presenta una decorazione geometrica articolata in due pannelli, probabilmente corrispondenti ad una distinzione funzionale delle due porzioni pavimentali. Il primo è un tessellato monocromo bianco inquadrato da un’ampia fascia nera, entrambi costituiti da filari paralleli di tessere in ordito rettilineo (DM 105a). lI secondo presenta una composizione ortogonale, in tessere nere su fondo bianco, di squame adiacenti in colori contrastanti (DM 217c), che sul limite del bordo diventano triangoli dai lati concavi e sugli angoli bipenni.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Metriche Tessere: Non documentate. cm
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Metriche Tessere: Non documentate. cm
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli | ||
DM 217c – composizione ortogonale di squame adiacenti, in colori contrastanti |
CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Chini, P. 1997, Lacerti di mosaico scoperti negli anni ’30 sull’Aventino , in Atti del IV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Palermo, 9-13 dicembre 1996), Ravenna, p. 767, fig.12.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio XIII, chiostro di S. Sabina, pozzo 11 (B), tessellato, in TESS – scheda 6895 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=6895), 2009
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=6895