
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
AMBIENTE: cellaIl tempio dedicato nel 46 a.C. da Giulio Cesare era ottastilo di ritmo picnostilo eretto su alto podio (circa 5 m sul livello della piazza del foro); sul fondo della cella vi era un’abside in cui era collocata la statua di culto di Afrodite, opera di Arkesilaos. Sebbene alla fase cesariana appartenga con sicurezza solo una piccola porzione del conglomerato cementizio visibile sul retro dell’abside, quasi tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che la successiva ricostruzione domiziano-traianea non alterò la pianta dell’edificio. Nonostante nelle Res Gestae (R.G. 20) Augusto ricordi di aver completato il Foro, è incerto se egli sia intervenuto pure sul tempio; di sicuro a seguito dei danni causati dall’incendio dell’80 d.C. il tempio e il foro vennero restaurati e ridedicati nel 113 d.C. da Traiano, nello stesso giorno della dedica della colonna coclide. A questa fase appartengono la maggior parte delle strutture visibili e la ricca decorazione architettonico-scultorea prevalentemente in marmo lunense. Un altro devastante incendio, quello del 283 d.C., obbligò Diocleziano a restaurare ampiamente il tempio onde evitarne il crollo. A quest’epoca sono riconducibili le tamponature in laterizio negli intercolumni della facciata e la realizzazione di due pilastri in laterizio davanti all’abside della cella, la cui pertinenza alla fase dioclezianea è stata accertata in occasione di un riesame delle strutture del tempio iniziato a partire dal 2000.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Data: non documentata
Regio VIII, Foro di Cesare, tempio di Venere Genitrice, opus sectile
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: bicromo
Pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, conservato in massima parte a livello di impronte. Le lastre superstiti (in tutto tre), sono molto frammentarie e presentano spessore variabile fra 2,5-4 cm. Il motivo decorativo era costituito da uno schema reticolare a maglie rettangolari con lastre rettangolari in giallo antico di 5 x 2 p.r. (1.48 x 0.74), inserite in un reticolo costituito da lastre rettangolari in pavonazzetto larghe un piede e mezzo (0.45) con quadrati alle intersezioni per i quali, sebbene non si abbia nessun indizio sulla qualità del marmo impiegato, è possibile ipotizzare l’utilizzo del giallo antico, come nel riquadro principale. L’analisi condotta ha permesso di appurare che la larghezza di un piede e mezzo (45 cm) delle fasce in pavonazzetto ricorreva regolarmente su tutta la superficie della cella, mentre le lastre rettangolari in giallo antico erano probabilmente di 2 piedi e mezzo di larghezza (0.74) ad eccezione di quelle poste lungo l’asse della pavimentazione, dove forse erano impiegate lastre rettangolari più larghe di circa 0.30, ossia di 3 piedi e mezzo di larghezza (1.04).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
Tipo di preparazione: malta con frammenti di ardesia
BORDO
Elemento non presente
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: impronte – Conservato in: situ
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Vitti, M. 2006, Le pavimentazioni in marmo del tempio di Venere Genitrice, in Atti dell’XI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ancona, 16-19 febbraio 2005), Tivoli, pp. 265-276.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Regio VIII, Foro di Cesare, tempio di Venere Genitrice, opus sectile, in TESS – scheda 7862 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862), 2009
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862