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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7946
Regio XIV, S. Cecilia, Insula (amb. D), tessellato geometrico – Roma  ( RM)

edificio residenziale/domus
La domus nota nella letteratura archeologica come “domus dei Caecilii” (N. Parmegiani, s.v. “domus: Caecilii”, in LTUR II, 1995, pp. 71-2) o “domus di S. Cecilia” (Parmegiani, Pronti 2004) prende questo nome dalla sua ubicazione al di sotto del complesso della basilica di S. Cecilia in Trastevere. Quest’ultima, costruita nel IX secolo, ha sigillato una complessa situazione stratigrafica, che attesta una continuità di vita plurisecolare. Gli scavi, avvenuti a più riprese (1899-1901; 1979-80; 1987; 1999) hanno permesso di individuare tre fasi, che possono così essere sintetizzate: 1) impianto e vita della domus: dal II secolo a.C. fino al I d.C.; 2) dismissione della domus e impianto su questa, con parziale riutilizzo delle strutture, di un’Insula: fine del I secolo – IV secolo; 3) dismissione dell’insula, sopra la quale si insedia una domus, probabilmente presto caratterizzata dalla frequenza di una comunità cristiana (IV-V secolo).
Nel dettaglio:
FASE 1) EDIFICIO RESIDENZIALE – DOMUS Le più antiche strutture identificate sono state attribuite agli anni centrali del II secolo a.C. I resti, posizionati nella topografia antica presso il tratto iniziale della via Campana-Portuense (Coarelli F., Roma, 2008, p. 473), consistono in alcuni setti murari (1 in pianta, situato tra gli ambienti G e I) in opera a blocchi parallepipedi di tufo di grotta oscura con andamento N/S, che conservano tracce di intonaco (molte tracce di simili strutture sono state trovate nella zona: Parmigiani 2004, p. 27) e mostrano restauri successivi in opus incertum (muro 9) e reticolatum (muro 11). Le strutture sono connesse a resti di colonne in tufo (rocchi e capitelli tuscanici) e ad un rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile con inserti conservata (‘a’ in pianta).
Il complesso, sebbene sulla base degli esigui resti, è stato nell’insieme interpretato come una domus caratterizzata da atrio a peristilio (‘A’ in pianta), cui sarebbe connessa la pavimentazione conservata (‘a’ in pianta). Questa rimane in uso senza sostanziali cambiamenti fino alla fine del I secolo a.C. A partire da questo momento e più evidentemente nel corso del I secolo si verificano alcuni interventi di ristrutturazione che segnalano il mutamento della destinazione d’uso di alcune aree: il più radicale riguarda l’ambiente indicato in pianta con la lettera G, adibito, forse in età augustea, all’immagazzinamento di derrate, con la realizzazione di una serie di pozzi foderati in opera laterizia. Entro la seconda metà del I secolo la domus cessa di vivere.
FASE 2) EDIFICIO RESIDENZIALE – INSULA
In età traianea sull’area esaminata si instaura un’insula a più piani, che ingloba la domus o quanto di essa rimaneva. Del complesso, realizzato in opera laterizia, si conservano lacerti murari e pavimentali, che permettono una parziale ricostruzione della planimetria.
Una delle scale di accesso (largh. 1.78), realizzata in laterizio, è stata identificata sul lato Est, sotto l’attuale via Anicia, dove correva una strada romana (L in pianta). Circa 12 m a SE della scala si è riconosciuto il cortile dell’insula, uno spazio scoperto indicato in pianta con A. A Nord di questo si situa un ambiente presumibilmente di servizio (indicato in pianta con G), caratterizzato da una pavimentazione a commessi laterizi che copre la precedente sistemazione a pozzi per immagazzinamento. Altri ambienti, situati ad Ovest dell’ambiente A (indicati in pianta con B, C, D, F) conservano parzialmente la pavimentazione, in tessellato bicromo a decoro geometrico; i pavimenti sono tutti alla quota di m 12 circa slm. La loro destinazione d’uso rimane dubbia. Notevole è stata l’identificazione, al margine N dell’area indagata, di un impianto termale, che testimonierebbe la sussistenza di una destinazione abitativa, almeno parzialmente; del complesso riamane il frigidarium, una grande aula absidata (O in pianta) con vasca rettangolare sulla parete meridionale; si conserva un lacerto della pavimentazione musiva dell’abside.
L’insula continua a vivere nel III secolo, pur se interessata dalla trasformazione di alcuni ambienti: l’area SE, originariamente scoperta ed adibita a cortile (A in pianta), viene occupata sul margine orientale da un piccolo ambiente a pianta quadrangolare, probabilmente di servizio; questo risparmia un corridoio che immette in una sala rettangolare (B in pianta), collegata alle strutture più occidentali del complesso attraverso una porta; la sua destinazione d’uso rimane indeterminabile. Nell’aula absidata O si assiste ad un restringimento della vasca del frigidarium. Nel IV secolo, infine, l’insula cessa di vivere e sulle sue strutture si imposta un edificio residenziale, con ogni probabilità unifamiliare, identificabile con una domus balneata.
FASE 3) EDIFICIO RESIDENZIALE – DOMUS Nel IV secolo nell’area in oggetto si insedia una domus, caratterizzata dalla presenza di un balneum. L’ampio edificio, la cui planimetria per la frammentarietà dei dati disponibili è solo parzialmente ricostruibile, sfrutta strutture già esistenti, grazie ad alcuni interventi di adattamento, realizzati in opera vittata, e di ripristino: nel settore meridionale del complesso due ambienti (in pianta D ed E) ricevono una nuova pavimentazione in tessellato. Di particolare importanza sono gli interventi che interessano un ambiente ubicato sul margine settentrionale dell’area indagata, interpretato come frigidarium di un piccolo impianto termale, realizzato nel II secolo: il vano, a pianta rettangolare (O in pianta), presentava un’abside al centro della parete settentrionale e una vasca su quella opposta. Forse per necessità statiche la sala vede la costruzione di un pilastro, il complessivo rialzamento del livello di calpestio e la creazione, al centro dell’ambiente, di una vasca circolare pavimentata da un lastricato marmoreo, circondata da quattro colonne; l’abside viene tamponata, realizzando una trifora. Si realizza inoltre un bancone in muratura, addossato alle pareti. Nell’area occupata precedentemente dalla vasca (M in pianta) viene realizzata una nuova pavimentazione in mosaico marmoreo policromo (i in pianta), alla quota di m 12.52. Sebbene manchino segni distintivi, queste trasformazioni potrebbero essere già indicative di una prima occupazione cristiana della struttura, ceduta per lo stato di conservazione o per l’adesione dei proprietari del complesso alla nuova fede, eventi frequenti nel tessuto urbano di IV secolo. Circa 8 m ad Est di queste strutture, inoltre, viene costruito, ad una quota pavimentale superiore di 3 m, un balneum, articolato in calidarium e tepidarium, sicuramente attivo nel V secolo. E’ possibile che queste strutture siano da connettere con quelle legate secondo la tradizione cristiana al martirio di S. Cecilia, avvenuto secondo la Passio in domo sua, in ipsis balneis.
La defunziolizzazione della domus, per quanto ipotizzabile sulla base dei dati in nostro possesso, sarebbe da legare all’impianto nella struttura di un titulus, probabilmente nel corso del V secolo. Tanto per la complessità della stratigrafia quanto per la frammentarietà dei dati disponibili non è però possibile offrire un’ipotesi attendibile in proposito; sicuramente la stratigrafia antica e l’insieme delle strutture che occupano l’area vengono complessivamente abbandonate -e sigillate- con la costruzione, nel IX secolo, dell’attuale basilica di S. Cecilia, ad una quota molto più elevata.


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

AMBIENTE: non determinato
FASE 2) – Ambiente a pianta quadrangolare (D in pianta) situato nell’area meridionale del caseggiato, presso il cortile, con cui forse era connesso attraverso il vano B. Realizzato sfruttando in gran parte strutture edilizie preesistenti, nel II secolo viene pavimentato con un tessellato bicromo a decoro geometrico, ancora conservato in situ. La destinazione d’uso del vano non è chiara.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1900

Regio XIV, S. Cecilia, Insula (amb. D), tessellato geometrico

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: bicromo

L’ambiente D conserva, alla quota di m 12.13 slm, parte della pavimentazione di II secolo in tessellato bicromo a decoro geometrico. Si tratta di una composizione ortogonale di croci di quattro squadre; il motivo dell’ornato è costituito dal ripetersi di elementi risultanti dalla fusione di tre quadrati di tessere nere, che formano file di squadre contrapposte alternate, sulla diagonale, a file di quadratini neri. Le tessere, quadrangolari, sono in palombino e selce (lato mm 8-10). Presso il lacerto principale, sul lato settentrionale, si conserva un altro piccolo tratto di pavimentazione, redatto con tessere nere di forma quadrangolare, abbastanza regolari ma di dimensioni leggermente maggiori (lato cm 1.5); potrebbe trattarsi di un intervento di restauro effettuato in epoca classica.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

BORDO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: Cm 0.8 – 0.10. cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1y – fascia monocroma

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: Cm 0.8 – 0.10. cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 118a – composizione ortogonale di croci di quattro squadre in colori contrastanti, tangenti (con effetto di reticolato formato da file di quadrati sulla diagonale tangenti)
Referenza fotografica: Parmegiani et alii 2004, fig. 45 p. 58.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ (Basilica di S. Cecilia)

Restauri antichi: Presso il lacerto principale, sul lato settentrionale, si conserva un altro piccolo tratto di pavimentazione, redatto con tessere nere di forma quadrangolare, abbastanza regolari ma di dimensioni leggermente maggiori (lato cm 1.5); potrebbe trattarsi di un intervento di restauro effettuato in epoca classica.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Krautheimer, R. 1937, in Corpus Basilicarum Christianorum Romae. The Early Christian Basilicas of Rome (secc. IV – IX), Città del Vaticano., p. 103, fig. 67..
Nash, E. 1961, in Zur Topographie des Antiken Rom, I, Tubingen, pp. 349, 351., fig. 425..
Parmegiani, N./ Pronti, A. 2004, in S. Cecilia in Trastevere. Nuovi scavi e ricerche, Città del Vaticano, p. 43, fig. 45.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio XIV, S. Cecilia, Insula (amb. D), tessellato geometrico, in TESS – scheda 7946 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7946), 2009
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7946

DATA SCHEDA: 2009 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano