Si tratta di una probabile villa (denominata c.d. Bagni di Lucilla) delimitata, su almeno tre lati, da un muro di sostruzione in opera reticolata contraffortato (A). Al suo interno insiste un criptoportico di cui si conservano unicamente due bracci (C: a, a) al di sopra del quale doveva insistere la residenza. La villa era fornita anche di un complesso sistema di adduzione idrica, comprendente una cisterna a cunicoli sovrapposti (E). Alla lettera B della pianta redatta dal Sani si trovavano muri e mosaici (ACS, Camerlangato, p. II, tit. IV, b. 211, fasc. 1429). Alcuni sterri effettuati nel 1876 in corrispondenza della lettera D, al di sopra del criptoportico, portarono al rinvenimento di mosaici a tessere bianche e nere e di pavimenti a commessi laterizi disposti a spina di pesce. Non è nota la cronologia dell’edificio.
La tradizione storica locale riferisce che da tale complesso doveva provenire il celebre mosaico con rappresentazione di Diana Efesina, attualmente conservato al Museo Chiaramonti, ma non esistono elementi probanti in tal senso (pianta località edificio tratta da www.googlemaps.it; pianta edificio tratta da Muzzioli 1981, fig. 3 p. 112).
D: l’ambiente non è noto nè documentato. Esso doveva insistere al di sopra del criptoportico della residenza (C), presso cui, nel 1876, in corrispondenza della lettera D, furono rinvenute una serie di murature e pavimentazioni in mosaico a tessere bianche e nere.
Cronologia Non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: 1876
San Valentino, villa, D, mosaico a tessere bianche e nere
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: bicromo
Guattani, G.A. 1827-1830, in Monumenti sabini, Roma, p. 334.Muzzioli, M. P. 1981, Ricerche di topografia archeologica nella Sabina Tiberina negli ultimi decenni dell’ ‘800 e nei primi del ‘900., in Quaderni dell’Istituto di Topografia antica dell’Università di Roma, p. 111.Rieti territorio 1976, in Rieti e il suo territorio, Milano, p. 99.