In località Madonna dei Colori, alle pendici S-O del Monte Calvo, insiste un edificio a carattere residenziale intercettato per la prima volta a seguito di alcuni sterri effettuati tra il 1824 ed il 1839. In seguito, nel biennio 1998-2000 si sono tenute due campagne di scavo eseguite in collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, l’Università Agraria di Ponticelli (Scandriglia, RI) ed il comune di Scandriglia, che hanno riportato in luce la villa e ne hanno agevolato la comprensione planimetrica. L’edificio era collegato alla via Salaria antica mediante un diverticolo stradale composto di blocchi di calcare locale, con ingresso lungo il lato N. Da qui si entrava nel vestibolo (3), ai lati del quale si aprono le fauces (4, 4) e da cui si accede nell’atrio tetrastilo (1), con impluvio lastricato in marmo (2) e pavimento in cementizio con tessere. Ad O dell’atrio si aprono alcuni ambienti di servizio (5), ed una latrina (11), con canaletta che corre lungo tre dei quattro lati e che confluisce in un condotto fognario con copertura a cappuccina (12). Gli ambienti gravitano attorno ad un ambiente porticato pavimentato da un mosaico bianco (6) e dotato di un’ampia vasca scoperta rivestita in opera spicata (7). A S si sviluppa il settore termale della villa (8), di cui si conservano i praefurnia e due ambienti con suspensurae. Ad E dell’atrio è stato individuato il peristilio (9) su cui si aprono una serie di ambienti (10) la cui funzione specifica non è stata determinata a causa del cattivo stato di conservazione, ma che comunque dovevano far parte della pars urbana della villa. Infine, a ca. 50 m a S-O delle strutture, sono stati riportati in luce un ambiente (14) pavimentato a mosaico ed una vasca (15) in laterizio rivestita di cementizio idrofugo, ovvero una sorta di bacino di raccolta o di conservazione di sostanze liquide. Numerosi sono i reperti rinvenuti nel corso degli scavi archeologici; su tutti, si segnalano alcuni frammenti di colonne in giallo tigrato, che rappresentano ad oggi l’unica testimonianza tangibile della lavorazione in antico di tale litotipo a scopo decorativo. Sulla base del materiale archeologico i proprietari della villa sono stati identificati nei Bruttii Praesentes, importante famiglia di rango consolare. La prima fase edilizia dell’edificio viene fatta risalire al I sec. d.C.; nella seconda metà del II sec. d.C. si assiste ad una serie di ristrutturazioni di lieve entità, che concernerono le decorazioni pittoriche, da correlare alla figura di C. Bruttius Praesens. Un’ulteriore risistemazione è documentata in epoca severiana, come documentano ulteriori lacerti pittorici. L’edificio rimase in vita sino al IV-V sec. d.C. (pianta località edificio tratta da Alvino 2003 (a cura di), Frammenti di storia. Nuove testimonianze dalla villa dei Bruttii Praesentes, Roma, fig. 1 p. 6; pianta edificio tratta da Alvino 2006 (a cura di), fig. 10 p. 25).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente 1-2: ambiente a pianta rettangolare identificato con l’atrio tetrastilo della villa. L’accesso all’ambiente avveniva a N, dal vestibolo 3. Conserva al centro una grande vasca (2) rivestita in lastre di marmo. Il pavimento dell’ambiente, conservato presso due dei quattro lati, è costituito da un cementizio a base fittile con tessere disposte a zampe di gallina.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Alvino, G./ Bazzucchi, G./ Brusin, S. 2000, in Scandriglia sconosciuta. Le testimonianze archeologiche, Roma, p. 4.Ceci, F./ Costantini, A. 2008, in Lazio settentrionale. Etruria meridionale e Sabina, Roma, p. 469.Idea realtà 2006, in Dall’idea alla realtà. I Sabini e il loro museo. Gli scavi archeologici e i reperti di Monte Calvo , Roma, p. 25.Spadoni, M. C. 2000, in I Sabini nell’antichità. Dalle origini alla romanizzazione, L’Aquila, p. 129.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, Villa dei Bruttii Praesentes, atrio, cementizio con tessere , in TESS – scheda 10788 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10788), 2012