Nel 1940 la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio effettuò in località Zara Madonna (n. 15 in pianta) alcuni saggi archeologici che portarono al rinvenimento di muri di ambienti e di un pavimento musivo bicromo a decorazione geometrica (“pavimento a mosaico bianco e nero” in pianta edificio). Addossate alle murature furono di seguito costruite alcune sepolture a lastroni, a cappuccina, ed in sarcofago. In quell’occasione fu anche riportata in luce un’iscrizione frammentaria con dedica a L. Iulius Marinus Caecilius Simplex (AnnEp 1947, 156). Nel corso delle ricognizioni effettuate da P. Muzzioli è stato possibile rinvenire ulteriori frammenti dell’iscrizione che ora è interamente leggibile, ed era probabilmente relativa a monumenti di Cures e del suo territorio. Nel 1941 ulteriori sondaggi, questa volta casuali, portarono al rinvenimento, a valle dello scavo del 1940, di un ambiente riscaldato su suspensurae con pavimento musivo bicromo e di murature delimitanti ambienti, di cui uno pavimentato da lastre di marmo bianco.
Attualmente nel sito sono visibili resti di murature andate distrutte dai lavori agricoli, frammenti di tegole, di mattoni, di intonaco rosso, di lastrine di marmo, tessere sciolte bianche e nere, tessere di pasta vitrea, blocchi squadrati, frammenti ceramici (ceramica comune, sigillata italica, ceramica a pareti sottili, sigillata chiara A e D).
Nelle strutture va probabilmente riconosciuta una villa dotata di apprestamenti termali databile nella prima età imperiale, con successive ristrutturazioni, finchè, a partire dalla metà del III secolo d.C., su di essa si impiantarono alcune sepolture tarde (pianta località edificio da Muzzioli 1980; pianta edificio tratta da idem, fig. 43 p. 81).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Zara Madonna, villa, mosaico a decorazione geometrica Tessellato bicromo bianco nero a decorazione geometrica con fasce di bordura perimetrali in tessere nere. Al momento del rinvenimento il pavimento era coperto da uno spesso strato di calcare. Non si possiede la documentazione fotografica relativa al manufatto (cfr. Archivio Sba-Laz, Fara Sabina – Sez. Storica – B. 395, fasc. "Fara Sabina. Corese Terra, loc. Zara Madonna. Ritrovamenti. Acquisizioni. Sig. Fabrizio Edoardo").