Il teatro di Libarna sorge nel settore settentrionale della città antica (cfr. planimetria generale, da E. ZANDA, "Prime indagini sull’urbanistica della città e sul territorio: da Notizie degli Scavi alla Forma Italiae", in “La riscoperta di Libarna, dall’antiquaria alla ricerca archeologica”, a cura di G. Rossi, M. Venturino Gambari, E. Zanda, Genova 2008, pp. 113-124: fig. 3 p. 116: in rosso), inserito nella maglia ortogonale dell’impianto, di cui occupa lo spazio di circa due isolati, e oggi profondamente compromesso dalla presenza di due linee ferroviarie che lo chiudono a E e O (la linea più orientale, in particolare, ha obliterato quasi completamente il quadriportico retrostante la scena). L’edificio venne individuato già dal Bottazzi nel 1815 in corrispondenza del cd. Montone della Pieve, scavato dal cavaliere Giulio Cordero di San Quintino nel 1825 durante i lavori per l’apertura della strada per Genova (attuale via Arquata, SS25 dei Giovi); le indagini ripresero con Giuseppe Moretti nel 1913, che redasse un rilievo del teatro e del portico retrostante, e poi ancora negli Anni ’50 e fra il 1969 e il 1973, con interventi finalizzati al restauro e alla conservazione delle strutture.
L’impianto, risalente alla fine del I/inizio del II sec. d.C. e dotato di portico perimetrale nel III sec. d.C., è del tipo costruito, con orchestra (15m di diametro) scavata e terrapieni di riporto che sostengono la cavea, di quasi 56m di diametro, rivolta verso E, che poteva ospitare circa 3800 spettatori; oltre la scaenae frons, rettilinea, si apre una porticus post scaenam larga 7m e lunga oltre 50m (cfr. planimetria, da TOSI 2003, fig. 25 p. 298). L’edificio scenico, costituito da una poderosa struttura in opera a sacco, con paramento in opera listata come l’anfiteatro, e ciottoli nell’alzato, presenta un prospetto esterno di circa 14m di altezza, su due livelli: quello inferiore è costituito da 21 arcate, quello superiore da muratura piena o paraste attorno a finestre. L’ingresso principale è posto al centro e collega l’esterno, attraverso un corridoio anulare, con l’orchestra; altri sei ingressi, in asse coi vomitoria o ai lati della scena, consentono agli spettatori di raggiungere i vari ordini di posti. La scena, rettilinea, è lunga 35m e caratterizzata forse da più ordini di colonne sovrapposte. Dell’originario apparato decorativo del teatro, probabilmente decorato da intonaci dipinti e marmi policromi, non si è conservato nulla, eccetto alcuni frammenti architettonici in marmo. L’unico rivestimento pavimentale ancora in situ è quello, in lastre di arenaria, del portico perimetrale. In letteratura si ipotizza che anche l’orchestra e l’aditus fossero pavimentate in lastre di pietra (FINOCCHI 1996, p. 102).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo II d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Corridoio permietrale (cfr. pianta, da FINOCCHI 1996, fig. 10 p. 103: in rosso): largo 2.60, il corridoio è aperto verso strada mediante 21 arcate (delle basi in arenaria dei pilastri se ne conservano solo 14 su 22), alte 6m. Il rivestimento pavimentale è in grandi lastre di arenaria, conservate in situ solo per un tratto nel settore S dell’ambulacro. Sotto il pavimento è stato individuato un canale di scarico coperto da volta a botte, che attraversa le fondazioni del teatro.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Finocchi, S. 1996, L’edilizia pubblica., in Libarna, Castelnuovo Scrivia, p. 101.Moretti, G. 1914, Scavi nell’area della città di Libarna., in Notizie degli Scavi di Antichità, Roma, p. 127.Tosi, G. 2003, in Gli edifici per spettacoli nell’Italia romana, Roma, p. 483.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca