scheda

S. Giovanni alle fonti, battistero, cementizio a base fittile
Milano ( MI )


Battistero di San Giovanni alle Fonti. Il battistero di San Giovanni alle Fonti è ubicato sotto il sagrado dell’attuale piazza Duomo, nell’area dell’antico complesso episcopale (del quale sono stati identificati la "basilica nova" o Santa Tecla, un edificio triabsidato, il battistero di Santo Stefano alle Fonti e un ambiente absidato forse riferibile alla "domus Ambrosii"); il fonte battesimale venne parzialmente indagato nel 1870, nel 1942-1943 e completamente messo in luce tra il 1961-1963 da Mario Mirabella Roberti; alcuni saggi stratigrafici condotti nel 1996 e 2003 da Silvia Lusuardi Siena (Lusuardi Siena, Sacchi 2007) hanno contribuito a meglio definire i rapporti tra le strutture e la loro cronologia. Nella fase attualmente visibile il battistero si presenta come un edificio ottagonale, collocato nei pressi della zona absidale della c.d. basilica nova; lungo il lato meridionale si addossa invece l’edificio triabsidato (posteriore al VI sec. d.C.). Modello architettonico per molte costruzioni successive, fu il luogo dove Sant’Agostino venne battezzato nel 387 d.C. per mano del vescovo Ambrogio, che presumibilmente lo aveva fatto costruire poco prima, nel 386 d.C. Sono identificabili quattro fasi di vita dell’edificio, databili tra il IV sec. d.C. e l’età longobarda; esso fu, in ogni caso, certamente abbattuto in epoca viscontea per la fabbrica della cattedrale di Santa Maria Nascente.
FASE 1: edificio a carattere verosilmente abitativo, non documentato, al quale è riferibile un ambiente del quale si conosce la pavimentazione in cementizio a base fittile, parzialmente portata alla luce in corrispondenza di una delle nicchie del successivo battistero (FASE 3), il cui impianto costituisce un terminus a.q. per l’obliterazione dell’edificio e il cambio d’uso dell’area. Sempre alla supposta domus sono da riferire i resti di suspensurae rinvenuti sotto l’abside della chiesa di Santa Tecla (la "basilica nova" delle lettere di Sant’Ambrogio).
FASE 2: viene realizzato il battistero, il cui impianto è riferibile agli anni centrali dell’episcopato di Ambrogio (data p.q. 386 d.C.). Esso è un edificio a pianta ottagonale con un diametro esterno agli spigoli di circa 19.30 m e lato di 7.40 m; nello spessore della muratura (larga 2.80 m) sono ricavate otto nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari, ampie 3.50 m: esse sono scandite, presso i pilastri d’angolo, da colonne sorrette da basi. In corrispondenza delle prime si aprono quattro ingressi. Al centro del vano è la vasca ottagonale, larga 5.50 m, profonda 0.80 m. Resti del pavimento originario sono stati individuati in corrispondenza delle soglie di ingresso delle nicchie rettangolari orientale e meridionale, in cementizio a base fittile, forse preparazione per un opus sectile (?). A questo cantiere va attribuita anche l’edificazione di un vano antistante l’ingresso Est, forse un vestibolo o un annesso agli spazi antistanti la basilica paleocristiana, che va immaginata sotto il Duomo (poi S. Maria Hiemalis) (Lusuardi Siena, Sannazaro 2001, p. 660)
FASE 3: l’edificio originale viene restaurato a fine V-inizio VI sec. d.C. (età gota) per volontà del vescovo Lorenzo I (489-511 d.C.). Il saggio stratigrafico del 1996 ha infatti documentato l’obliterazione del cementizio di età ambrosiana e la stesura, nella vasca, di uno strato di interro funzionale alla sopraelevazione del fondo; essa è dotata di gradini in mattoni ed è completamente rivestita di lastre in marmi bianchi. Contestualmente viene realizzata una spessa piattaforma di cocciopesto su vespaio, stesa su tutta l’area dell’ottagono come sottofondo pavimentale e finalizzata a ricevere un pavimento in opus sectile, di cui ancora oggi sono visibili ampi lacerti. Una parte della precedente architettura interna fu smontata e ripristinata. Le pareti delle nicchie ricevono in questo momento un rivestimento in pannelli di marmi policromi, la cui base poggia su uno zoccolo in lastre di marmo grigio (alt. 50 cm), tutte di recupero, tramite la mediazione di una cornicetta, anch’essa realizzata mediante assemblamento di elementi di riutilizzo. La decorazione parietale è realizzata a tarsie marmoree policrome; sono stati trovati anche frammenti di intonaci riproducenti decori lapidei; mosaici dorati, infine, ricoprivano il soffitto. Il pavimento di lastrine di pietra (ampiamente conservato) è a losanghe nere e parallelogrammi bianchi intorno alla vasca. Ad età longobarda è ascritta la fase di abbandono del battistero. (La pianta dell’edificio allegata è tratta da Lusuardi Siena 2009, p. 11)
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
S. Giovanni alle fonti, amb. n.d., cementizio a base fittile
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti.

S. Giovanni alle fonti, battistero, op. sectile a piccolo modulo
Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo a più unità decorative, delle quali si sono conservate tratti dell’originaria pavimentazione di sette nicchie (A-G), di tre soglie (d-f) e dell’ambulacro (H) intorno alla vasca. I motivi geometrici presenti sono almeno tre: quello ad esagoni e triangoli (riprodotto in varie dimensioni modulari), quello a quadrati alternati a scacchiera con Q2 e quello, esteso a tutto il corpo centrale (H), a rombi, rettangoli e rettangoli minori. Immagine del rivestimento da Milano capitale 1990.

S. Giovanni alle fonti, battistero, vasca, lastricato
Rivestimento in lastricato marmoreo costituito da lastre rettangolari in marmo bianco e grigio venato.


Battistero: edificio a pianta ottagonale con un diametro esterno agli spigoli di circa 19.30 m e lato di 7.40 m; nello spessore della muratura (larga 2.80 m) sono ricavate otto nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari, ampie 3.50 m: esse sono scandite, presso i pilastri d’angolo, da colonne sorrette da basi. In corrispondenza delle prime si aprono quattro ingressi. Al centro del vano è la vasca ottagonale, larga 5.50 m, profonda 0.80 m. Resti del pavimento originario sono stati individuati in corrispondenza delle soglie di ingresso delle nicchie rettangolari orientale e meridionale, in cementizio a base fittile, forse preparazione per un opus sectile (FASE 2). L’edificio originale viene restaurato a fine V-inizio VI sec. d.C. (età gota), probabilmente per volontà del vescovo Lorenzo I (FASE 3). Si assiste all’obliterazione del cementizio di età ambrosiana e la stesura, nella vasca, di uno strato di interro funzionale alla sopraelevazione del fondo; essa è dotata di gradini in mattoni ed è completamente rivestita di lastre in marmi bianchi. Contestualmente viene realizzata una spessa piattaforma di cocciopesto su vespaio, stesa su tutta l’area dell’ottagono come sottofondo pavimentale e finalizzata a ricevere un pavimento in opus sectile, di cui ancora oggi sono visibili ampi lacerti sia dell’ambulacro sia delle niccchie (a-h).

Lunghezza: 19.30 m – Larghezza: 7.40 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
S. Giovanni alle fonti, battistero, op. sectile a piccolo modulo
Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo a più unità decorative, delle quali si sono conservate tratti dell’originaria pavimentazione di sette nicchie (A-G), di tre soglie (d-f) e dell’ambulacro (H) intorno alla vasca. I motivi geometrici presenti sono almeno tre: quello ad esagoni e triangoli (riprodotto in varie dimensioni modulari), quello a quadrati alternati a scacchiera con Q2 e quello, esteso a tutto il corpo centrale (H), a rombi, rettangoli e rettangoli minori. Immagine del rivestimento da Milano capitale 1990.

S. Giovanni alle fonti, battistero, vasca, lastricato
Rivestimento in lastricato marmoreo costituito da lastre rettangolari in marmo bianco e grigio venato.

Specifiche di rinvenimento
Data:
1961-1962, 1996-2003 – Ente responsabile: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

S. Giovanni alle fonti, battistero, cementizio a base fittile

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, forse preparazione per un opus sectile.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)

 
 

Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (Battistero di S. Giovanni alle Fonti, nicchie rettangolari Est e Ovest)

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

, I battisteri del complesso episcopale milanese. Il battistero di San Giovanni alle fonti. LUSUARDI SIENA/ SANNAZARO 2001, p. 660.
Lusuardi Siena, S./ Bruno, B./ Villa, L. 1997, Le nuova indagini archeologiche nell’area del Duomo. Il battistero di San Giovanni alle fonti., in La città e la sua memoria. Milano e la tradizione di sant’Ambrogio. Catalogo della mostra (Milano, Museo Diocesano 3 aprile-8 giugno 1997), Milano, pp. 45, 47.

ISPEZIONE: 2014 | DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Massara, Daniela | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Massara, Daniela, S. Giovanni alle fonti, battistero, cementizio a base fittile, in TESS – scheda 11424 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11424), 2012

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11424


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