Nel 1922, durante gli scavi per la costruzione del palazzo della Banca d’Italia in via Negroni a Novara, a O della chiesa di S. Marco (cfr. ubicazione, da G. SPAGNOLO GARZOLI, “Piani urbanistici e edilizia privata. Problemi e soluzioni nei municipi di Novara e Vercelli”, in “Intra illa moenia domus ac Penates (Liv. 2, 40, 7): il tessuto abitativo nelle città romane della Cisalpina. Atti delle Giornate di studio, Padova, 10-11 aprile 2008”, a cura di M. Annibaletto e F. Ghedini, Roma 2009, fig. 1 p. 208: in rosso), si rinvennero strutture murarie e vani pavimentati, per i quali si ipotizzò una destinazione termale: su tutta l’area di scavo, infatti, vennero portati alla luce fistulae plumbee, suspensurae, crustae e frammenti marmorei, certamente riconducibili a un edificio romano di notevoli dimensioni e importanza, esteso fin sotto alla chiesa di S. Marco (SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, pp. 382-383, nn. 18-19). Ancora nel 1964 il Fumagalli (FUMAGALLI 1964, pp. 128-129) ipotizzava che il complesso si sviluppasse anche a S della via Negroni, comprendendo le strutture scoperte alla fine dell’800 sotto la ex casa Tarella, poi palazzo della Società Est Sesia (fistulae, cisterne e pavimenti, vd. infra), nonostante nel 1959 fossero stati rinvenuti alcuni basoli stradali in via Negroni, di fronte all’ingresso della Banca d’Italia, probabilmente pertinenti a un asse viario EO ricalcato dalla strada attuale e delimitante due distinti isolati urbani. Se, dunque, le strutture a N e a S della via Negroni non possono essere planimetricamente collegate, tuttavia l’interpretazione degli ambienti settentrionali (Banca d’Italia/chiesa di S. Marco) come pertinenti a un impianto termale appare piuttosto verosimile. I resti del 1922 (cfr. planimetria resti, da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382: le lettere che individuano i diversi vani fanno riferimento a BAROCELLI 1926, fig. 1 p. 264) comprendevano un vano absidato, un ambiente pavimentato in tessellato nero a punteggiato di tessere bianche (A) a O e, verso N, tre ambienti adiacenti, rispettivamente pavimentati in cementizio fittile (B), in tessellato bianco e nero con inserti marmorei rossi (C), in tessellato a fondo nero con nido d’ape bianco (C). Tutti i pavimenti vennero distrutti, nonostante le disposizioni dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Via Negroni, vano A, tessellato nero a punteggiato di tessere bianche Rivestimento in tessellato a fondo nero, bordato da una fascia monocroma bianca e campito da un punteggiato regolare di tessere bianche. Rilievo da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
Via Negroni, vano B, cementizio fittile Definito "battuto a tritume laterizio" (BAROCELLI 1926) o "battuto di frantumi di mattoni triturati su calce" (FUMAGALLI 1964, p. 128), il rivestimento è interpretato come cementizio a base fittile. Non si esclude una sua funzione preparatoria.
Via Negroni, vano C, tessellato bicromo con inserti rossi Tessellato bianco, bordato da una cornice nera e bianca, con inserti marmorei (?) di colore rosso chiaro regolarmente distribuiti sul tappeto. Rilievo da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
Vano D: ambiente all’incirca quadrangolare, pavimentato in tessellato nero con nido d’ape in colore contrastante.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1922
Via Negroni, vano D, tessellato nero a nido d’ape
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Rivestimento in tessellato a fondo nero, contornato da larga fascia musiva nera, fascia monocroma bianca, linea tripla nera e linea semplice (o doppia?) bianca. Quest’ultima inquadra una composizione a nido d’ape delineata in bianco. Rilievo da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 204a – nido d’ape delineato (qui disegnato da linee doppie)
Referenza fotografica: da SPAGNOLO GARZOLI, GAMBARI 2004, fig. p. 382: particolare; rielaborazione grafica P. Da Pieve. Il rilievo è conservato presso l’ingresso della Banca d’Italia.
Barocelli, P. 1926, Novara. Costruzioni romane., in Notizie degli Scavi di Antichità, Roma, p. 264.Cassani, D.L. 1937, Ritrovamenti archeologici di Novara quadrata., in Bollettino Storico della Provincia di Novara, Novara, p. 332, n. 3.Cassani, D.L. 1962, in Repertorio di antichità preromane e romane della provincia di Novara, Novara, p. 169, n. 3.David, M. 1985, in Museo Archeologico. Il mosaico romano di via Negroni. , Novara, p. 3, nota 10, fig. 7.Fumagalli, R. 1964, L’acquedotto e le terme dell’epoca romana a Novara., in Bollettino Storico della Provincia di Novara, Novara, p. 128.Mercando, L. 1996, Mosaici in Piemonte: le scoperte recenti., in Atti del III Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Bordighera, 6-10 dicembre 1995) , Bordighera, p. 148, nota 20.Motta, M. 1986, Per una ricostruzione topografica di Novara romana., in Novarien, Novara, p. 132.Spagnolo Garzoli, G./ Gambari, F.M. 2004, Novara, in Tra terra e acque. Carta archeologica della provincia di Novara, Novara, p. 383, n. 19.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca