Edificio a carattere verosimilmente residenziale del quale alcuni resti sono stati individuati negli scavi effettuati nel 2008-2009 in piazza Duomo, in corrispondenza del Palazzo dell’Arengario, in un’area dove sono noti altri resti di domus databili tra fine I sec. a.C. e prima età imperiale. Sono state individuate diverse fasi costruttive, inquadrabili tra fine I sec. a.C. e IV sec. d.C. In mancanza di una pianta, il numero degli ambienti si basa sulla descrizione riportata in bibliografia dei resti rinvenuti.
FASE 1 (fine I sec. a.C. – età augustea): domus con orientamento NE/SO, caratterizzata da muri in corsi di ciottoli, con fondazioni a strati.
FASE 2 (età imperiale): un nuovo edificio viene costruito, del quale non è chiara la destinazione, verosimilmente residenziale. Esso è caratterizzato nella zona orientale da un ambiente con forma a T (amb. 1), con orientamento ONO/ESE: gli spazi di risulta che si vengono a creare sono stati interpretati come anditi di passaggio : essi conservano parte delle murature con intonaci policromi e frammenti di preparazione pavimentale in cementizio a base fittile. A Sud dell’ambiente 1 viene realizzata una pavimentazione in cementizio a base fittile, pertinente ad un vano non meglio documentato (amb. 2). Nella zona occidentale la soglia di FASE 1 viene tamponata per la realizzazione di una nuova apertura con pavimento in cementizio a base fittile. Nella parte centrale viene costruito un nuovo vano (amb. 3), del quale si sono conservati i resti delle fondazioni murarie e la pavimentazione in cementizio a base fittile con bordo in tessellato.
FASE 3 (IV sec. d.C.): si assiste ad un rinnovamento degli spazi delle fasi precedenti, principalmente attraverso il rifacimento dei piani pavimentali e delle pareti (con resti di pittura a imitazione marmorea databili al III-IV d.C.); di particolare interesse è la pavimentazione di un ambiente con ipocausto (amb. 4) realizzata su una preparazione in mattoni e due livelli di cocciopesto inframmezzati da uno di malta bianca; il cocciopesto più superficiale conservava le impronte della decorazione in opus sectile geometrico (di cui un frammento è reimpiegato nella muratura di fase altomedievale). Un altro ambiente (amb. 5) viene ripavimentato in cementizio a base fittile.
Durante il periodo altomedievale l’area viene destinata ad uso cimiteriale.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente 4: vano non meglio documentato, pertinente ad un edificio a carattere verosimilmente residenziale (FASE 3), con orientamento NE-SO. Di particolare interesse è la pavimentazione con ipocausto realizzata su una preparazione in mattoni e due livelli di cocciopesto inframmezzati da uno di malta bianca; il cocciopesto più superficiale conservava le impronte della decorazione in opus sectile geometrico (di cui un frammento è reimpiegato nella muratura di fase altomedievale).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 2008-2009 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria? Tipo di impaginazione: iterativa? Cromia: non documentato
Rivestimento in opus sectile geometrico del quale rimangono le impronte nel cementizio a base fittile di preparazione. La decorazione era organizzata in due fasce: la prima presenta due file di quadrati alternati a rombi, con triangoli negli spazi di risulta, e la seconda invece ha tre file di rettangoli accostati per il lato corto.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: mattoni coperti da due livelli di cementizio a base fittile inframmezzati da uno di malta bianca.
Cavalli, R./ Pagani, C. 2011, Milano. Palazzo dell’Arengario-via G. Marconi 1. Indagine archeologica., in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia 2008-2009, Milano, p. 151.