Il Battistero di Novara sorge nel settore SO della città (cfr. ubicazione, da G. SPAGNOLO GARZOLI, “Piani urbanistici e edilizia privata. Problemi e soluzioni nei municipi di Novara e Vercelli”, in “Intra illa moenia domus ac Penates (Liv. 2, 40, 7): il tessuto abitativo nelle città romane della Cisalpina. Atti delle Giornate di studio, Padova, 10-11 aprile 2008”, a cura di M. Annibaletto e F. Ghedini, Roma 2009, fig. 1 p. 208: in rosso), in un’area precedentemente occupata da edifici residenziali (domus del quadriportico del Duomo, vd. infra). Il complesso battesimale, che insieme al Duomo e alla canonica risulta perfettamente inserito nel tessuto urbano antico all’epoca ancora vitale, si sovrappone alle strutture romane rispettandone l’orientamento, ma con un impianto di fondazione pressoché autonomo (cfr. planimetria, da PEJRANI BARICCO 1999, tav. 1b). Edificato intorno alla metà del V sec. d.C. e più volte rimaneggiato, il battistero presenta pianta centrale ottagona polilobata, articolata in otto cappelle, alternativamente rettangolari e semicircolari, attorno all’aula centrale con la vasca battesimale ottagonale affiancata da un pozzo, su cui sovrasta il tiburio. Sul lato orientale, verso il Duomo, si apre un triplice ingresso, preceduto a E da un corpo di fabbrica trasversale, a pianta rettangolare, concluso a N e S da due vani rettangolari (cd. vestibolo, pavimentato in “cocciopesto”). Il collegamento con la chiesa avviene mediante un’ala porticata, sovrapposta alla domus di I sec. d.C. e obliterata, dopo l’VIII sec., dal più tradizionale impianto a quadriportico. Ancora nell’VIII sec. la vasca battesimale paleocristiana viene sostituita da un cilindro cavo, che reimpiega il monumento funerario dedicato dalla liberta Doxa alla padrona Umbrena Polla (CIL V, 6559), mentre fra X e XI sec. viene riedificato il tiburio e realizzata la ricca decorazione ad affresco dell’Apocalisse. Proprio in occasione dei restauri conservativi del ciclo pittorico, nel 1997 si sono riaperti gli scavi compiuti dal Chierici negli Anni ’60 e si è potuto stabilire che la pavimentazione originaria dell’edificio battesimale era costituita da un semplice “cocciopesto”, cui si sovrappose, intorno alla fine del V/inizio del VI sec. d.C., un rivestimento in lastricato marmoreo e in opus sectile bicromo, solo parzialmente conservati. Tale sequenza stratigrafica ha quindi reso necessario riconsiderare la cronologia della ricca decorazione interna, costituita da colonne, capitelli e marmi romani di reimpiego e da mosaici parietali (quasi completamente perduti), per la quale rimane da confermare l’appartenenza all’impianto costruttivo di I fase (metà V sec. d.C.).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (2° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Battistero, fase I, cementizio fittile Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile su vespaio, che copre direttamente la risega di fondazione dei muri. Il cementizio pavimenta l’aula centrale e le otto cappelle circostanti. La separazione dall’opus sectile di fase II (fine V-inizio VI sec. d.C.) è confermata dal rinvenimento di uno strato limoso nettamente distinto dal cementizio di I fase nella nicchia S e nell’abside SE.
Battistero, fase II, opus sectile e lastricato Il pavimento originario nel suo complesso è ricostruibile solo in parte: gli scavi hanno evidenziato la presenza di un lastricato marmoreo grigio centrale, arricchito in corrispondenza delle cappelle da differenti soluzioni in sectile bicromo a base mista, con motivi geometrici a scacchiera (QxQ2), a pale di mulino (Qt), a esagoni e triangoli, talvolta a stesura irregolare forse dovuta a successive integrazioni. Le soglie delle cappelle sono sottolineate da una fascia di lastre rettangolari di colore grigio, al medesimo livello dei sectilia e del lastricato centrale. Rilievo da CHIERICI 1967, fig. p. 77.
Corpo di fabbrica rettangolare con vani laterali a N e S, che chiude a E l’edificio battesimale: a eccezione della parete di fondo del vano N, in un primo tempo (fase I, metà V sec. d.C.) impostata su un precedente muro romano, le strutture conservate del vestibolo risultano legate a quelle del battistero e dell’ala porticata di collegamento con il Duomo, confermando l’unitarietà del progetto. In seguito (fase II, fine V/inizio VI sec. d.C.) viene rifatto il muro N del vano settentrionale. A queste modifiche strutturali corrispondono due livelli pavimentali in “cocciopesto”, estesi su tutta la superficie del vestibolo.
Lunghezza: 19.50 m – Larghezza: 4.10 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (2° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Pejrani Baricco, L. 1999, Edifici paleocristiani nella Diocesi di Novara., in Il cristianesimo a Novara e sul territorio: le origini. Atti del Convegno, Novara 10 ottobre 1998., Novara, pp. 73-74.Pejrani Baricco, L. 2001, Chiese battesimali in Piemonte. Scavi e scoperte., in L’edificio battesimale in Italia: aspetti e problemi. Atti dell’VIII Congresso nazionale di archeologia cristiana: Genova, Sarzana, Albenga, Finale Ligure, Ventimiglia, 21-26 settembre 1998, Bordighera, p. 544.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , Battistero, fase I, vestibolo, cementizio fittile, in TESS – scheda 11977 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11977), 2012