
Nonostante non sia possibile ricostruire la planimetria di questo complesso edilizio, i dati di archivio e i materiali recuperati nelle pubbliche discariche hanno consentito di stabilire la presenza di almeno tre vani con pavimentazioni musive e pareti con intonaco dipinto e di ricavare informazioni sulle fasi di vita dell’edificio.
L’area interessata dallo scavo si estendeva per circa 80 mq: dopo lo sbancamento, presso il confine settentrionale dell’immobile, fu visto in sezione parte di un vano, di cui rimaneva in situ solo l’angolo sud-est, con un tratto del perimetrale orientale e del pavimento a mosaico con punteggiato di tessere nere su fondo bianco. Parte di un secondo vano fu visto lungo la sezione orientale dello scasso e anche in quest’area venne individuato un pavimento in tessellato monocromo bianco delimitato da una fascia nera. Appartengono alla villa anche altri due lacerti pavimentali che purtroppo non è stato possibile ricontestualizzare: si tratta di un tessellato geometrico bianco-nero con decorazione a crocette e molto probabilmente di una soglia, ugualmente a decorazione geometrica bianco nera con file di triangoli dentati.
Tra i materiali raccolti nella discarica sono stati rinvenuti resti pertinenti a pavimentazioni in commessi laterizi, di cui non si possiede più alcuna documentazione: si tratta di mattoncini regolari disposti a spina di pesce e di esagonette; in particolar modo sulla faccia anteriore di queste sono state notate tracce abbondanti di malta che hanno fatto ipotizzare che in una fase successiva il pavimento originario sia stato coperto da un nuovo piano pavimentale.
La prima fase di impianto di questa villa sembra potersi collocare, su base stilistica, tra l’età augustea e la prima metà del I sec.d.C. ma la tipologia dei materiali rinvenuti consente di allungare la vita dell’edificio fino al IV-V sec.d.C. Conferma questa continuità un recente scavo stratigrafico condotto tra il 1993 ed il 1996 all’interno dell’albergo Corte Regina, prospiciente via Antiche Mura, che ha permesso di definire con più precisione i limiti perimetrali di questo grande e unitario complesso residenziale, utilizzato dal I sec.d.C. al V/VI sec.d.C., quando esso venne distrutto forse in concomitanza con la costruzione della cinta tardoromana.
La nuova area è stata indagata per mezzo di saggi che in molti casi non hanno permesso di collegare planimetricamente i resti delle strutture messe in luce. Questi, riferibili al I sec.d.C., oltre a quelli già indagati in piazzetta Mosaici, sono stati rinvenuti in aree distanti tra loro e sono riconducibili a due muri (120 e 298) ed ai piani pavimentali ad essi connessi.
Un vuoto di due secoli, forse corrispondente ad un periodo di abbandono, conduce alla fase di III-IV sec.d.C. cui appartengono un impianto termale, con annesso vano absidato orientato nord-sud (B) e vasca (A) e probabilmente un porticato (C), rivestito in cementizio a base litica; non è stata esclusa l’ipotesi che si trattasse di una porticus triplex aperta verso il lago.
Poco dopo, nel IV sec.d.C., un nuovo intervento di ristrutturazione comporta una ridestinazione d’uso dei vani preesistenti: il locale absidato viene suddiviso in tre ambienti (B1-B2-B3), il perimetrale nord del peristilio viene allungato creando il vano E, mentre quello meridionale viene chiuso ad ovest da un muro, determinando il vano F; appartengono a questa fase numerosi intonaci dipinti decorati da pannelli a sfondo monocromo o con disegno a finto marmo. Al tempo stesso, il porticato C viene dotato di un nuovo pavimento, in cementizio a base fittile.
L’ultimo intervento di sistemazione si colloca tra la fine del IV e l’inizio del V sec.d.C.: nella parte meridionale del complesso il vano F viene pavimentato da un tessellato a decorazione geometrica-vegetale.
A cavallo con il VI sec.d.C. un incendio distrugge l’edificio e poco dopo la costruzione della cinta tardoromana in parte taglia, in parte ingloba le strutture preesistenti, sigillando l’abbandono della residenza. Pianta tratta da Roffia 1997.
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: stilistici
Il pavimento, di cui è stato rinvenuto solo un frammento, si compone di una linea semplice di tessere rosso mattone, di una fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, di una linea tripla bianca e di una linea doppia di tessere grigio scuro; segue la decorazione del campo costituito da un racemo a volute in tessere grigio-scure su fondo bianco.
Villa di via Antiche Mura, frammento di tessellato bianco
Il pavimento, di cui rimane solo un frammento (m 0, 90 x 0, 83), si compone di una fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, seguita da una linea tripla bianca, da una fascia monocroma nera di quattro file di tessere e da un’altra linea tripla bianca; segue la decorazione del campo costituita da un punteggiato regolare di tessere nere su fondo bianco.
Villa di via Antiche Mura, frammento di tessellato bianco e nero
Il pavimento, di cui rimane solo un frammento (m 1, 05 x 1, 35), si compone di una fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, seguita da una linea tripla bianca, da una linea tripla nera e da un’altra linea tripla bianca; segue la decorazione del campo costituita da un tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui.
Villa di via Antiche Mura, pavimento/i in laterizio
Tra i materiali appartenenti alla villa di piazzetta Mosaici rientrano anche resti di pavimentazioni a commessi laterizi, tagliati nella forma di mattoncini regolari disposti a spina di pesce e nella forma di esagonette.
Villa di via Antiche Mura, portico C, cementizio a base litica
Cementizio a base litica senza inserti.
Villa di Via Antiche Mura, tessellato con denti di sega dentati
Il pavimento, di cui rimane solo un frammento a superficie convessa (m 0, 44 x 0, 76), si compone di una fascia monocroma bianca di quattro file di tessere, di una linea doppia punteggiata e di una fascia a composizione di denti di sega dentati.
Villa di via Antiche Mura, tessellato punteggiato di crocette
Il pavimento, di cui rimane solo un frammento (m 1, 10 x 1, 60), si compone di una fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, seguita da una linea tripla bianca, da una linea tripla nera, da una linea doppia bianca, da una linea tripla nera e da un’altra linea tripla bianca; segue un’altra fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui delimitata dalla stessa sequenza di linee bianche e nere appena descritte; del campo rimane solo un esiguo settore costituito da un punteggiato di crocette bicrome, in colori contrastanti bianco e nero.
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Cementizio a base litica senza inserti.
Data: 1993-1995 – Ente responsabile: Soprintendenza Archeologica della Lombardia
Villa di via Antiche Mura, corridoio C, cementizio a base fittile
Parte dell’ambiente: corridoio
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo
Cementizio a base fittle senza inserti.
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12676