scheda

basilica di S. Gervasio, sectile a scacchiera QxQ2 e cementizio fittile
loc. Madonna dei Prati – Centallo ( CN )


Fra il 1979 e il 1993 si effettuarono alcune campagne di scavo in località Madonna dei Prati a Centallo (cfr. ubicazione, da Google Earth: in rosso), che consentirono di documentare l’esistenza di una chiesa paleocristiana impostata sui resti di una villa rustica di epoca imperiale, a sua volta costruita su una necropoli di I sec. d.C. Dallo scavo, che ha individuato almeno quattro fasi di vita, provengono alcuni lacerti pavimentali di opus sectile e cementizio fittile pertinenti al periodo paleocristiano.
FASE I (I – fine IV sec. d.C.). Edificio residenziale articolato attorno a un cortile centrale su cui affacciano tre vani principali (a E), alcuni vani minori (a N e S) e due ampliamenti piuttosto estesi (a O). Attorno alla fine del IV/inizio del V sec. d.C. un incendio devasta il complesso.
FASE II (prima metà V). Sui resti della villa viene edificata la basilica di S. Gervasio, su iniziativa di un membro dell’aristocrazia terriera locale. L’impianto basilicale, che occupa il perimetro della costruzione precedente, è a navata unica con abside semicircolare a E (8.70m di diametro) e fonte battesimale annesso al centro del lato N (cfr. planimetria resti, da PEJRANI BARICCO 2001, fig. 15 p. 564). Dalla navata, in prossimità dell’abside, proviene un lacerto di “cocciopesto con fasce in opus sectile” a scacchiera bicroma, che disegnavano il percorso liturgico centrale. La presenza del fonte battesimale, il più antico finora archeologicamente noto per la Diocesi di Torino cui l’edificio appartiene, esclude la funzione del complesso sacro come oratorio privato al servizio della villa.
FASE III (VI sec. d.C.). La chiesa, finora destinata alla cura delle anime, viene privata della prerogativa battesimale: il fonte viene obliterato da diverse sepolture, individuate anche nel vano S, nel vano che precede il battistero e nell’area esterna antistante la facciata.
FASE IV (VII sec. d.C.). In epoca longobarda l’edificio viene ricostruito a tre navate, concluse ciascuna da un’abside. La funzione funeraria viene mantenuta e accresciuta, come dimostrano una tomba privilegiata presso l’abside della navatella N, forse del promotore della nuova chiesa, e alcune tombe maschili a ridosso della facciata.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici


Ampia aula di culto a navata unica, costruita sull’area del precedente cortile, prolungata a discapito dell’ala O della villa. Del pavimento, conservato a una quota di poco più bassa rispetto al piano di campagna attuale, sopravvivono alcuni lacerti in opus sectile a scacchiera bicroma (QxQ2), attualmente conservati nei depositi del Museo di Antichità di Torino (numero ingresso 1618, 12.09.1992).

Lunghezza: 14.50 m – Larghezza: 8.70 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1979-93 – Ente responsabile: SBAPMAE

Basilica di S. Gervasio, sectile a scacchiera QxQ2 e cementizio fittile

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Del pavimento si conservano tre lacerti (fr. 1: 1.10×0.40m; fr. 2: 0.32×0.35m; fr. 3: 0.35×0.36m), provenienti dalla zona mediana della navata, in corrispondenza dell’abside. Il rivestimento si componeva di 2 distinte unità decorative: la solea, che sottolineava il percorso liturgico assiale, era costituita da una fila di formelle quadrate QxQ2 bianche e nere, affiancate sui lati da lastrine in marmo bianco (12-16cm x 9/10cm circa); il resto della superficie era pavimentato con una semplice stesura in cementizio a base fittile, di colore rosato. Le formelle dell’opus sectile oscillano fra 21-23cm di lato, ma le dimensioni risultano lievemente sfalsate dalla frammentarietà di alcuni elementi e dalla presenza di interventi di restauro, specie su Q2, che hanno determinato brevi lacune fra gli elementi. Le formelle Q conservate sono nere (ardesia?), mentre quelle Q2 sono costituite da un quadrato sulla diagonale (14.80/15cm di lato) e da 4 elementi triangolari bianchi negli angoli. Foto Paola Da Pieve.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure
Lunghezza: 14.50 m; Larghezza: 8.70 m;
Caratteristiche della preparazione
Tipo di preparazione: strato di cementizio fittile su sottile vespaio di piccoli ciottoli/ghiaia
Spessore: 6cm

Unità decorative

Parte dell’ambiente: solea
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: bicromo

Il percorso assiale della solea è sottolineato da un opus sectile a scacchiera bicroma, larga all’incirca 0.40m: tra 2 file di lastrine rettangolari in marmo bianco disposte nel senso della lunghezza si spiega una fascia a scacchiera di formelle Q nere alternate a formelle Q2 bianche e nere (lato circa 22cm). Fr. 1: si conservano 4 formelle quasi integre (Q2-Q-Q2-Q) e 4 lastrine laterali bianche, molto frammentarie; fr. 2: si conservano una lastrina rettangolare laterale (16x10cm) e le impronte delle formelle Q e Q2 nella malta; fr. 3: si conservano una formella Q2 (mancano 2 elementi triangolari angolari, ma sono leggibili le impronte nella preparazione) e l’impronta della formella Q adiacente.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
*a rettangoli

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base mista)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
*a modulo quadrato con motivi semplici in redazione a scacchiera di due motivi

 
 

Parte dell’ambiente: navata
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Le fasce di pavimento ai lati della solea sono rivestite in cementizio a base fittile, di colore rosato. L’impasto è piuttosto omogeneo, con rari inclusi litici bianchi, di dimensioni millimetriche.

Bordo

Elemento non presente

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)
 
 
Referenza fotografica: autopsia 27.11.2012

Oggetto conservato: frammento – Conservato in: magazzino (Torino, Museo di Antichità, magazzino)
I lacerti pavimentali non sono inventariati. Unico riferimento è il numero di ingresso 1618, del 12.09.1992.

Torino, Museo di Antichità (Riferimento: SBAPMAE) Via XX Settembre, 88 – Torino

Micheletto, E./ Pejrani Baricco, L. 1997, Archeologia funeraria e insediativa in Piemonte tra V e VII secolo., in L’Italia centro settentrionale in età longobarda. Atti del Convegno, Ascoli Piceno 6-7 ottobre 1995, Firenze, p. 333.
Pejrani Baricco, L. 2001, Chiese battesimali in Piemonte. Scavi e scoperte., in L’edificio battesimale in Italia: aspetti e problemi. Atti dell’VIII Congresso nazionale di archeologia cristiana: Genova, Sarzana, Albenga, Finale Ligure, Ventimiglia, 21-26 settembre 1998, Bordighera, p. 563.
Pejrani Baricco, L. 2003, L’isolato del complesso episcopale fino all’età longobarda., in Archeologia a Torino: dall’età preromana all’Alto Medioevo, Torino, p. 311.

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , basilica di S. Gervasio, sectile a scacchiera QxQ2 e cementizio fittile, in TESS – scheda 12700 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12700), 2012

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12700


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