Complesso archeologico di S. Pudenziana, edificio “polifunzionale”. Scavi condotti a più riprese fra seconda metà del XIX e XX secolo nell’area sottostante alla basilica titolare hanno permesso di individuare cospicui resti di domus di epoca tardorepubblicana e protoimperiale (v. schede) obliterate prima dalla costruzione di un’ "insula" di tarda età adrianea (v. scheda), e, successivamente, di un grande edificio a carattere “polifunzionale” di età antoniniana entro il quale si stabilì verso la fine del IV secolo la basilica del titulus Pudentis (v. scheda). Quest’ultimo complesso edilizio, costruito poco dopo l’”insula”, si imposta su un vasto sistema di gallerie voltate parallele con funzione sostruttiva, che – nel tratto corrispondente a G1-G4 (v. pianta) – furono addossate al preesistente corpo di fabbrica affacciato sul Vicus Patricius, radendo definitivamente al suolo le porzioni superstiti delle Domus I e II e determinando la chiusura delle finestre originariamente aperte sul prospetto occidentale dell’”insula”. Al disopra di tale piattaforma fu innalzato un grande edificio a due piani, progettualmente legato alle costruzioni sottostanti e realizzato in opus mixtum con ammorsature laterizie e specchiature in opus spicatum di filari orizzontali di tufelli e mattoni. La costruzione era articolata intorno ad un cortile centrale a pianta mistilinea, decorato con fontane-ninfeo e circondato da arcate su pilastri con ambulacri su due livelli (di cui quello inferiore voltato e quello superiore coperto con un semplice spiovente); verso est la costruzione si addossava alla preesistente “insula”, mentre ad ovest (verso il Viminale) essa si raccordava alla viabilità antica tramite una serie di ambienti di forma irregolare preceduti da un portico. Le caratteristiche architettoniche e i bolli laterizi suggeriscono per l’edificio una datazione verso la metà – terzo quarto del II secolo, confermata anche dal timbro della fistula plumbea rinvenuto in situ in una delle citate fontane, in cui si menziona un [Cl(audius) Diognetus] Minerval(is) Caes(aris) ser(vus), attivo sotto Marco Aurelio (161-180). Resti delle decorazioni pavimentali originarie sussistono all’interno dei deambulatori del piano terra (in corrispondenza delle due navate laterali della basilica) e, al piano superiore, all’interno di uno degli ambienti comunicanti con il portico (attuale “oratorio di S. Maria”).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio VI, S. Pudenziana, edificio “polifunzionale”, mosaico a grandi tessere Mosaico a grandi tessere litiche di calcare bianco tipo “palombino”, di forma quadrata o quadrangolare, con lato di dimensioni medie pari a circa cm 2-3, disposte piuttosto ordinatamente in filari paralleli e, a tratti, in tessitura ortogonale. La stesura originale risulta interrotta per ampi tratti da integrazioni, realizzate con varie tecniche ed ascrivibili ad interventi di manutenzione e restauro eseguiti a più riprese fra epoca antica e moderna.
La cappella medievale dedicata alla Vergine, ubicata sul retro dell’abside della basilica di S. Pudenziana e nota soprattutto per un importante ciclo di affreschi recentemente riportati al pontificato di Pasquale II (inizi del XII secolo), è frutto del riadattamento di strutture antiche e più precisamente di un vano di passaggio prospiciente sul portico che costituiva l’accesso ovest al grande complesso architettonico di età antoniniana entro cui si insediò, verso la fine del IV secolo, l’aula di culto del titulus Pudentis. La cappella, ancora coperta dalle volte a crociera di epoca romana e delimitata da muri in opus spicatum di tufelli e frammenti laterizi con catene e ammorsature di mattoni, è pavimentata con un mosaico ad inserti marmorei, quasi completamente rifatto (85% circa) nel corso dei restauri degli anni Trenta.
Lunghezza: 4.20 m – Larghezza: 3.20 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Regio VI, S. Pudenziana, edificio “polifunzionale”, tessellato con inserti marmorei
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: policromo
Tessellato a fondo disomogeneo bianco-nero con inserti marmorei.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Lunghezza: 3 m – Larghezza: 0.83 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato con inserti marmorei) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (Roma, Basilica titolare di S. Pudenziana) Restauri antichi: Tessere di reimpiego bianche e nere (con prevalenza di queste ultime) disposte di taglio (lato cm 1,2-2, largh. 2,5-3) e per file parallele; anche nella risarcitura si osserva la presenza di crustae marmoree, ad imitazione del pavimento originale. Restauri moderni: Tessere di reimpiego bianche e nere con inserti marmorei perlopiù antichi; la parte integrata, che costituisce l’85% circa della superficie pavimentale, è separata dall’unica porzione originale tramite una doppia fila di tessere nere e bianche, disposte a seguirne il profilo; la superficie risulta inoltre arrotata
Angelelli, C. 2010, in La basilica titolare di S. Pudenziana. Nuove ricerche., Città del Vaticano, p. 220, fig. 264.Angelelli, C. 2011, Il mosaico con inserti marmorei dell'”oratorio mariano” nella basilica di S. Pudenziana a Roma, in Atti del XVI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Palermo, 17-20 marzo 2010), Tivoli, pp. 229-234, figg. 2-8.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Angelelli, C. | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano