scheda

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti
Ravenna ( RA )


Tra il 1908 e il 1914 sotto la direzione di G. Ghirardini furono effettuati scavi immediatamente a Nord di via Alberoni, in un’area di 4000 mq di proprietà della famiglia Serena Monghini, area nella quale già nell’800 erano stati praticati scavi che avevano messo in luce ampi tratti di pavimentazioni musive. Gli scavi Ghirardini scoprirono, in modo parziale, un vasto complesso edilizio noto in letteratura come “Palazzo di Teodorico”; l’area a Sud del complesso è quella che fu maggiormente approfondita sia in sede di scavo sia in fase di rielaborazione, mentre il resto del complesso si conosce in maniera meno estensiva ed è più difficoltoso individuarne lo sviluppo diacronico. La metodologia adottata non adeguata ad un complesso pluristratificato come quello in esame, la dispersione dei dati di scavo e la non perfetta coincidenza tra le piante redatte e le sequenze individuabili dai diari di scavo non permettono dunque di acclarare in modo definitivo l’esatto sviluppo diacronico del complesso; il tentativo di F. Berti di isolare gruppi di pavimenti in base alle quote di rinvenimento non è completamente riuscito per le difformità nelle quote stesse tra le diverse aree del palazzo (dovute certamente alla vasta area su cui si impianta il complesso e forse alla poca precisione dei rilievi) e poco incisivo perché lo studio dei pavimenti non suffraga le differenti cronologie proposte di volta in volta. Altre interpretazioni complessive del palazzo negli ultimi anni sono quelle di Baldini Lippolis (1997 e 2001), Augenti (2005) e Russo (2005), delle quali la più convincente sembra essere quella di A. Augenti, sebbene con alcune criticità.
Il dato certo è che nella zona Sud è documentato l’impianto di una domus di età protoaugustea, la cui continuità di vita prosegue almeno fino al III- inizi del IV secolo, come documentano i restauri nelle pavimentazioni musive, mentre nella zona a Nord si trovano alcune strutture che sono state da alcuni (Deichmann, seguito da Russo) messe in relazione con il pretorio del prefetto di Ravenna.
I FASE: in un momento cronologico di circa IV secolo è possibile individuare un intervento edilizio abbastanza rilevante: nel settore Nord il fulcro è la stanza L (13,5×11 m), un vano rettangolare che nel muro settentrionale è dotato di una piccola abside semicircolare e che è aperto mediante una trifora sul porticato A (A’’’ nel settore Nord). A tale ambiente sono addossati quattro piccoli vani (M,N,O,P), ai quali si accedeva dall’aula L. In questa fase l’ambiente L è dotato di pavimento in sectile, così come gli altri ambienti vicini. Ad Ovest di M si trova un ulteriore vano (Z) anche questo pavimentato in opus sectile, mentre ad Est di O si trovano due ambienti adiacenti (Q, R), entrambi pavimentati in esagonette di cotto. In questa fase i bracci porticati della corte A erano pavimentati in tessellato: del pavimento si conservano alcuni tratti in A’, A’’’ e forse A’’. Nel settore meridionale sono parzialmente riutilizzati gli ambienti della domus preesistenti; in questa fase l’unico ad essere ripavimentato è il vano C, in cui sono stati scoperti alcuni frammenti di un nuovo rivestimento in tessellato.
II FASE: a un momento successivo, inquadrabile in età onoriana (inizi del V secolo) può essere ascritto l’ampliamento del vano L: il nuovo ambiente è più grande (27x11m), presenta un’abside presso il lato Nord ed è dotato di un nuovo pavimento in sectile. In questa fase non sono documentati nuovi interventi pavimentali nei vani M ed N. A questa fase si attribuiscono i due nuovi ambienti a fianco di L, U e T, entrambi pavimentati in opus sectile. Forse in questa fase è realizzata la tamponatura degli spazi nei pilastri della corte A, con la conseguente creazione di un corridoio continuo (A’, A’’, A’’’). Nella zona A’ è stata individuata una pavimentazione in tessellato che copre la precedente. Nel settore meridionale l’ambiente B è dotato di suspensurae (funzionali alla deumidificazione o a un impianto di riscaldamento, non ad un impianto termale come da alcuni ipotizzato). Il vano H diviene più grande mediante la distruzione di un tramezzo precedente.
III FASE: all’età teodoriciana (fine V-inizi VI) è attribuita la realizzazione nel settore Nord di un grande triclinio triabsidato, aggiunto a Nord di R e dotato di pavimento in tessellato. L’aula l è ripavimentata in tessellato, mentre l’ambiente T è ingrandito mediante l’aggiunta di un’abside e ripavimentato in tessellato. In questa fase forse possono essere attribuiti due pavimenti rintracciati nel vano O (non conservato) e P (in tessellato e sectile), mentre è quasi certa la ripavimentazione in tessellato del vano Q. A questa fase possono, con qualche dubbio, essere riferiti i rifacimenti dei corridoi A’ e A’’’, sempre in tessellato. Nel settore meridionale assistiamo alla ripavimentazione in tessellato di numerosi ambienti (C, D che in questa fase è di dimensioni maggiori, E, G), mentre nel settore sud è realizzato il corridoio I, dotato di un pavimento in tessellato che in una sottofase di poco successiva è in parte o del tutto rifatto.
IV FASE: in età post-teodoriciana, tra la metà e la seconda metà del VI secolo, nel settore Nord si assiste alla realizzazione del vano V e alla ripavimentazione del vano Z. Altri interventi e ripavimentazioni in tessellato si verificano nel corridoio A’’’ e A’’, poco leggibili e probabilmente distribuiti in sottofasi distinte. Nel settore meridionale è rifatta in tessellato la pavimentazione del corridoio I e contestualmente può essere attribuita a questa fase la pavimentazione del corridoio I’’’, a sua volta rimpiazzato da un tessellato posteriore in un intervento riferibile a una sottofase distinta.
Ricapitolando, si deve innanzitutto rilevare che il palatium si innesta in un’area a continuità di vita fin dall’età tardorepubblicana; sono individuabili quattro macro fasi cronologiche, ma ognuna di esse presenta una o più sottofasi all’interno delle quali è difficile cogliere con puntualità l’effettiva portata degli interventi edilizi. I FASE: IV secolo; II FASE: inizi/prima metà del V secolo; III FASE: fine V/ primo quarto del VI secolo; IV FASE: pieno VI secolo/ inizi VII. Va ricordato che la ricostruzione proposta non è universalmente condivisa in letteratura, tuttavia, pur con alcune difficoltà, sembra essere la più convincente. (la pianta località edificio è tratta da Russo 2005, fig. 2; la pianta dell’edificio è una rielaborazione delle quattro macrofasi ed è tratta da Augenti 2005, figg. 3, 6, 8, 11)
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Palazzo di Teodorico, corridoio I, tessellato con corona di cerchi e Abundantia
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria, di cui sono state staccate tre sezioni (pavimento 22, 1: max 1.21x max 2.14m, 2: max 1.14 x max 0.90m; pavimento 23, 1.07×1.53m). Il pavimento era scandito da almeno due tappeti giustapposti: il n. 22 è caratterizzato da una corona di cerchi attorno a un cerchio centrale (campito da un busto femminile, presumibilmente la personificazione di Abundantia o Tellus), il n. 23 da un retciolato di fasce caricate da ellissi e cerchi nei punti di incrocio, le figure a intreccio.

Palazzo di Teodorico, corridoio I, tessellato con onde di pelte e bordo a calici
Rivestimento in tessellato policromo, scoperto per una parte della superficie originaria e di cui si conserva una sezione di 1.02×1.29m. Il tappeto (n. 38 della numerazione Berti 1976), inquadrato da una fila di calici trifidi alternativamente dritti e capovolti, separati da una sinusoide, è decorato da onde di pelte policrome su fondo chiaro.

Palazzo di Teodorico, corridoio I, tessellato con onde di pelte e bordo a quadrati
Rivestimento in tessellato policromo, scoperto per una parte della superficie originaria e di cui si conserva una sezione di 1.28×0.88m. Il tappeto (n. 38 della numerazione Berti 1976), inquadrato da una fila di quadrati policromi sulla diagonale tangenti, formanti clessidre, è decorato da onde di pelte policrome su fondo chiaro.

Palazzo di Teodorico, corridoio I”’, tessellato con composizione di cerchi annodati
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originale e di cui si conserva una sezione di 1.92×1.28m. Il pavimento è decorato da una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni a bordi dritti, su fondo bianco.

Palazzo di Teodorico, corridoio I”’, tessellato con reticolato di fasce delineate
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui sono conservate due sezioni (n. 41: 1.90×1.47m; n. 42: 5.20×1.35). Il pavimento è decorato da un reticolato di fasce delineate, con nodi di Salomone nei quadrati di incrocio e pelte opposte ad un quadrato sulla diagonale nei rettangoli; gli scomparti quadrati sono invece caratterizzati da composizioni di linee spezzate con effetto di squadre, iridate.

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con cerchi allacciati con effetto a croci di Malta
Rivestimento in tessellato policromo rintracciato nel portico/corridoio A”’ e riferibile ad una sottofase posteriore all’età teodoriciana e precedente (o quasi contemporaneo?) alla fase bizantina (metà VI secolo). Del pavimento si conserva una sezione di max. 2.47 x max. 1.83m, decorata da una composozione a cerchi allacciati con effetto a croci di Malta. Non è possibile se il tappeto sia da riferire ad un rifacimento totale della superficie di A”’ o solo parziale.

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con scena circense
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato solo per alcuni frammenti, di cui uno noto solo da un acquerello. Due di questi (1: max 0.86×0.555 m; 2: max 0.59×0.82 m) sono riferibili al bordo del tappeto del braccio Sud, mentre il terzo (3: 3.40×0.285 m) è riferibile al campo e, sebbene frammentario, mostra una scena di tipo circense. Il frammento 4 (0.94×0.93×0.52×1.17) mostra parte di un personaggio maschile nudo con il mantello e un ramarro. Il frammento 5 è noto da un acquerello (ma originariamente misurava 1x04x1.12×1.90×2.02m) e mostra parte di due personaggi, entrambi mutili, che combattono.

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con scene circensi e venatorie
Rivestimento in tessellato policromo, ritracciato in modo frammentario nel settore Sud (A’) e organizzato secondo una sequenza di tappeti giustapposti. A partire da Est si incontra un primo tappeto con una scena di venatio nell’arena (6 lacerti), poi una soglia geometrica (1 lacerto), poi una scena con la rappresentazione delle fazioni (11 lacerti), poi ancora una scena circense (3 lacerti), poi la rappresentazione del circo (11 lacerti), una scena di caccia al cinghiale (10 lacerti) e una scena di venatio nell’arena (14 lacerti), più altri lacerti pertinenti al solo bordo.

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria sia nel portico/corridoio Nord (A”’) che Est (A”). Di A”’ sono stati messi in luce due tappeti, il n. 55 della numerazione Berti noto solo da un disegno, il n. 56 di cui restano 7 sezioni, entrambi a decorazione geometrica. Di A” resta un solo tappeto, il n. 49, con decorazione geometrica.

Palazzo di Teodorico, triclinio S, tessellato con scene figurate
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e scandito in uno spazio centrale e tre tappeti corrispondenti ad altrettante absidi. Lo spazio centrale è decorato, entro cornici geometriche, da scene figurate (Bellerofonte e la Chimera, putti alati, busti di Stagioni); del tappeto sono state staccate 34 sezioni. L’abside Nord (1: 0.78x1m; 2: 1.09×1.14m) è decorata da una composizione di ottagoni intersecantisi. Le absidi Est ed Ovest (1: max 1.30x max 0.99m; 2: 0.48×0.82m; 3: 0.48×0.43m) sono entrambe decorate da una composizione di quadrati e losanghe.

Palazzo di Teodorico, vano C, tessellato con reticolato di fasce
.Rivestimento in tessellato policromo, di cui è stata staccata una sezione (n. 21 numerazione Berti 1976, max 1.05 x max 0.47m). La decorazione mostra parte del bordo, con spine rettilinee corte, e un piccolissimo tratto del campo, a decorazione geometrica non riconoscibile.

Palazzo di Teodorico, vano C, tessellato policromo a più tappeti
Rivestimento in tessellato policromo rintracciato per una parte della superficie originaria. Della decorazione originaria le fotografie di scavo mostrano un ampio tratto ad esagoni intersecantisi (n. 33 della numerazione Berti 1976); inoltre in bibliografia vengono riferiti a questo ambiente anche due tratti differenti tra loro a cerchi allacciati (nn. 34-35). In letteratura è riferito a questo pavimento anche il n. 32, tuttavia per motivi stilistici e di messa in opera tale frammento è stato in questa sede considerato a parte (cfr. scheda della domus precedente al Palazzo di Teodorico).

Palazzo di Teodorico, vano D, tessellato policromo e sectile a modulo quadrato
Rivestimento in tecnica mista, con tappeto in tessellato policromo a decorazione geometrica e tappeto in opus sectile policromo. Il tappeto in tessellato è caratterizzato da un’ampia stesura con una composizione reticolata di quadrati più grandi e più piccoli tangenti sulla diagonale, con quadrati
iscritti negli spazi di risulta cruciformi; nei pressi del tappto in sectile è inserito un tappetino più piccolo con evidente funzione di soglia. Lo spazio centrale in opus sectile è a modulo quadrato con motivi semplici, con lastre marmoree quadrate policrome (QxQ).

Palazzo di Teodorico, vano di rappresentanza L, opus sectile a modulo quadrato
Rivestimento pavimentale in opus sectile che, al momento della scoperta, era quasi completamente asportato. Oltre alle impronte sullo strato di allettamento, del pavimento restavano una ventina di lastre (genericamente indicate come "quadrelli marmorei"); le fotografie di scavo, non troppo nitide, permettono di ricostruire in parte la decorazione, a modulo quadrato con motivi semplici (QxQ).

Palazzo di Teodorico, vano di rappresentanza L, opus sectile a modulo quadrato-reticolare
Rivestimento in opus sectile a base marmorea, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui si conservano tre frammenti (1: max 1.07x max 0.87m; 2: 1.50×0.53m; 3: 0.42×0.52m). Il pavimento è a grande modulo quadrato-reticolare con elementi listellati, con losanghe nei rettangoli e cerchi nei quadrati di incrocio.

Palazzo di Teodorico, vano E, tessellato con ottagoni interesecanti
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui è stata staccata una sezione di 1.87×1.25m. La sezione mostra un tappeto con un andamento ad L, caratterizzato da una composizione ortogonale di ottagoni intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanri esagoni e quadrati. Tale tappeto ad L probabilmente racchiudeva o incorniciava un tappeto più interno di cui restano pochissimi tratti.

Palazzo di Teodorico, vano G, tessellato con composizione di meandri di svastica
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e conservato per una sezione di 3.32×5.60m. Il tappeto è campito da una composizione romboidale di meandri di svastica a giro semplice e losanghe, disegnata da una treccia a due capi e da un cordone a bordi dritti. Gli spazi di risulta tra la composizione centrata e il tappeto rettangolare sono campiti da una composizione di squame policrome e da una scacchiera di bipenni policrome.

Palazzo di Teodorico, vano N, opus sectile
Rivestimento in opus sectile, rintracciato per una parte della superficie pavimentale, ma la cui decorazione resta sostanzialmente ignota. In bibliografia si segnala che il pavimento prevedesse "lastre marmoree", tuttavia non vi sono ulteriori dettagli in merito alla decorazione.

Palazzo di Teodorico, vano P, pavimento in opus sectile e tessellato
Rivestimento in opus sectile e tessellato, messo in luce per una parte della superficie originaria e stacciato in due sezioni (A: 4.26×0.70m; B: 1.32×0.84m). La sezione A mostra un pavimento in opus sectile policromo, a modulo quadrato-reticolare (Q/R/Q), mentre la sezione B mostra un tappeto con una composizione di linee spezzate iridate con effetto di squadre. In bibliografia si segnala l’errata attribuzione di F. Berti della sezione B ad un ipotetico vano Y che non esiste nel Palazzo.

Palazzo di Teodorico, vano Q, pavimento ad esagonette di cotto
Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento non sono state staccate sezioni e si suppone che sia stato reinterrato, sebbene questa informazione non sia esplicitata in bibliografia.

Palazzo di Teodorico, vano Q, tessellato con composizione di cerchi annodati
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui si conservano due sezioni di 0.90×1.20m e di 0.82×0.79m. La decorazione consiste in un reticolato di fasce sinusoidali opposte, alternativamente contigue e non, disegnate da cordoni a bordi dritti, formanti cerchi. Su almeno un lato tale tappeto era bordato (o forse era una soglia?) da una scacchiera di bipenni delineate.

Palazzo di Teodorico, vano R, pavimento ad esagonette di cotto
Rivestimento a commessi di laterizi con esagonette di cotto, rintracciato per una parte della superficie originaria. Del pavimento non sono state staccate sezioni e si suppone che sia stato reinterrato, sebbene questa informazione non sia esplicitata in bibliografia.

Palazzo di Teodorico, vano R, tessellato con reticolato di fasce con ellissi e cerchi
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e di cui sono state staccate tre sezioni di 0.58×0.64×0.95×0.60×0.84m, 0.25×0.27m e di 0.35×0.70m. La decorazione consiste in un reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi diritti ( questi ultimi in sfumature del grigio e del rosso).

Palazzo di Teodorico, vano T, tessellato con bordo a sinusoidi allacciate
Rivestimento in tessellato policromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e di cui è stata staccata una sezione di 1.15×0.95m. La sezione conserva parte del bordo dell’abside, costituito da una serie di cornici lineari che comprendono una coppia di sinusoidi allacciate formanti cerchi, le sinusoidi disegnate da un cordone policromo a bordi dritti e da una fascia ad onde, il fondo sfumato in senso orizzontale. dalla documentazione disponibile non è chiaro quale fosse la decorazione del vano.


La grande corte porticata A costituisce il fulcro del complesso edilizio e raccorda il settore "monumentale" posto a Nord e il settore residenziale posto a Sud. Tale corte è stata scavata solo in parte e i diversi bracci sono indicati con A’ (il braccio Sud), A” (il braccio Est), A”’ (il braccio Nord).
Nella I fase ha effettivamente le caratteristiche di una corte porticata e si conoscono, almeno in parte, i pavimenti in tessellato dei bracci Nord (A’’’), Est (A’’), Sud (A’). È forse in età onoriana (II fase) o in una sottofase di poco successiva che sono realizzate le tamponature dei pilastri e di conseguenza i bracci porticati sono trasformati in altrettanti corridoi; a questo momento si può attribuire una (parziale?) ripavimentazione in tessellato, nota solo in A’ (corridoio Sud). Nella III fase (età teodoriciana) la corte viene ancora una volta ripavimentata in tessellato (noto solo in A’ e A’’’). Ad un momento successivo vanno ascritte le parziali (o totali?) ripavimentazioni rintracciate in A’’’ e A’’; in questa fase viene anche costruito un corridoio con andamento Nord-Sud che attraversa la corte che tuttavia sarà defunzionalizzato in un momento successivo, quando nella corte si installa una fontana ottagonale. Questa ricostruzione non è condivisa da tutti gli studiosi e molti sono i pareri discordanti sullo sviluppo diacronico della corte (secondo alcuni la I fase è di età onoriana, la II di età teodoriciana, la III e la IV della seconda metà del VI secolo), testimonianza evidente che i dati disponibili non sono dirimenti e si prestano a letture diverse. Riassumendo: nella I fase sono qui compresi i pavimenti nn. 12, 43, 50 (secondo la numerazione Berti 1976), rispettivamente da A’, A” e A”’; nella II fase i pavimenti nn. 13-19 da A’; nella III fase i pavimenti nn. 24-29, 44-48, 51-53 rispettivamente da A’, A” e A”’; a una sottofase della III è possibile riferire il pavimento n. 54 da A”’; infine alla IV fase i pavimenti nn. 49, 55-56 rispettivamente da A” e da A”’.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con cerchi allacciati con effetto a croci di Malta
Rivestimento in tessellato policromo rintracciato nel portico/corridoio A”’ e riferibile ad una sottofase posteriore all’età teodoriciana e precedente (o quasi contemporaneo?) alla fase bizantina (metà VI secolo). Del pavimento si conserva una sezione di max. 2.47 x max. 1.83m, decorata da una composozione a cerchi allacciati con effetto a croci di Malta. Non è possibile se il tappeto sia da riferire ad un rifacimento totale della superficie di A”’ o solo parziale.

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con scena circense
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato solo per alcuni frammenti, di cui uno noto solo da un acquerello. Due di questi (1: max 0.86×0.555 m; 2: max 0.59×0.82 m) sono riferibili al bordo del tappeto del braccio Sud, mentre il terzo (3: 3.40×0.285 m) è riferibile al campo e, sebbene frammentario, mostra una scena di tipo circense. Il frammento 4 (0.94×0.93×0.52×1.17) mostra parte di un personaggio maschile nudo con il mantello e un ramarro. Il frammento 5 è noto da un acquerello (ma originariamente misurava 1x04x1.12×1.90×2.02m) e mostra parte di due personaggi, entrambi mutili, che combattono.

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con scene circensi e venatorie
Rivestimento in tessellato policromo, ritracciato in modo frammentario nel settore Sud (A’) e organizzato secondo una sequenza di tappeti giustapposti. A partire da Est si incontra un primo tappeto con una scena di venatio nell’arena (6 lacerti), poi una soglia geometrica (1 lacerto), poi una scena con la rappresentazione delle fazioni (11 lacerti), poi ancora una scena circense (3 lacerti), poi la rappresentazione del circo (11 lacerti), una scena di caccia al cinghiale (10 lacerti) e una scena di venatio nell’arena (14 lacerti), più altri lacerti pertinenti al solo bordo.

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria sia nel portico/corridoio Nord (A”’) che Est (A”). Di A”’ sono stati messi in luce due tappeti, il n. 55 della numerazione Berti noto solo da un disegno, il n. 56 di cui restano 7 sezioni, entrambi a decorazione geometrica. Di A” resta un solo tappeto, il n. 49, con decorazione geometrica.

Specifiche di rinvenimento
Data:
1908-1914

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Rivestimento in tessellato policromo rintracciato per una parte della superficie originaria nel settore Nord (A”’), Sud (A’) ed Est (A’’). Nel settore Nord restano tre tappeti giustapposti, tutti con medesimo bordo, caratterizzati da complessi disegni geometrici. Nel settore Sud furono scoperti almeno sette tappeti, di cui attualmente solo per quattro si riesce a riconoscere con precisione il disegno del campo, sempre caratterizzato da motivi geometrici complessi. Nel settore Est furono messi in luce cinque tappeti a decorazione geometrica, tutti accomunati dal medesimo bordo.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Unità decorative

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: iterativa?
Cromia: policromo

Il primo tappeto rintracciato in questo settore (portico A’, in questa fase un corridoio) è il n. 24 della numerazione Berti 1976. Del tappeto sono stati rimossi al momenti della scoperta nove frammenti, ma attualmente se ne conservano sei (1: 1.23x1m; 2: 1.08×1.48m; 3: 1.04×1.13m; 4: 1.75×1.10m; 5: 1.33×0.95m; 6: 1.98×0.93m). Non è nota la decorazione del bordo, mentre il campo è caratterizzato da un reticolato di fasce caricate da losanghe e da quadrati non contigui (questi ultimi nei punti di incrocio), policromo, con cerchi circoscriventi i quadrati e tangenti alle losanghe. Il fondo è bianco, tutte le figure sono delineate da una linea semplice nera. Le losanghe sono disegnate da cordoni dritti in bianco-rosso e sono campite da crocette nere (di cinque tessere oppure a ventaglio); i cerchi che circoscrivono i quadrati emergono nel disegno come fusi rossi. I quadrati piccoli hanno un quadrato incluso, a fondo nero; la maggior parte di questi è decorata da un solido prospettico bianco, in alcuni scomparti il disegno si perde ed è possibile che siano interventi di restauro antico. I quadrati grandi sono decorati da motivi geometrici differenti che, tranne in un caso, si ripetono solo una volta: nel repertorio dei riempitivi si possono citare cerchi allacciati policromi, i fusi rossi, su fondo bianco, un quadrato arrotondato intrecciato ad un quadrato curvilineo, un quadrato con nodi sui lati campito da un uccellino (unico elemento figurato), una composizione di quattro semicerchi sulle mediane attorno a un cerchio e quattro quarti di cerchio agli angoli (tutte le figure principali campite da linee nere o rosse formanti una sorta di G), una croce bianca su fondo rosa con i bracci terminanti in altrettanti semicerchi, un quadrato con cerchio inscritto, le figure tangenti a intreccio (questo motivo si ripete per due volte), una sorta di labirinto irregolare nero su fondo bianco, un quadrato con quattro pelte sui lati, campito da un nodo di Salomone e con quattro fusi sugli angoli esterni del quadrato, una serie di solidi prospettici chiari su fondo nero.

Bordo

Elemento non presente

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 144b – reticolato di fasce caricate da losanghe e da quadrati non contigui, var. policroma, con cerchi circoscriventi i quadrati e tangenti alle losangheuccellino
DM 144b – reticolato di fasce caricate da losanghe e da quadrati non contigui, var. policroma, con cerchi circoscriventi i quadrati e tangenti alle losanghequadrato arrotondato intrecciato ad un quadrato curvilineo
DM 144b – reticolato di fasce caricate da losanghe e da quadrati non contigui, var. policroma, con cerchi circoscriventi i quadrati e tangenti alle losanghecerchio annodato a un quadrato
DM 144b – reticolato di fasce caricate da losanghe e da quadrati non contigui, var. policroma, con cerchi circoscriventi i quadrati e tangenti alle losanghelabirinto
DM 144b – reticolato di fasce caricate da losanghe e da quadrati non contigui, var. policroma, con cerchi circoscriventi i quadrati e tangenti alle losanghequadrato con quattro pelte sui lati, campito da un nodo di Salomone
DM 403a – "stralcio" centrato di una composizione ortogonale di cerchi tangenti: in un quadrato e attorno ad un cerchio, 4 semicerchi sui lati e 4 quarti di cerchio angolari, queste figure tangenti determinano 4 quadrati a lati concavi posti sulle diagonali
DM 212c – composizione ortogonale di parallelepipedi tangenti, formanti triangoli

 
 
Referenza fotografica: Pianta III FASE (Augenti 2005 fig. 6); frammenti non in scala, da Berti 1976 (tranne n. 48)
A”’: tav. XLI n. 51; XLII nn. 51-53
A”: n. 48 (Farioli 1975 fig. 21); nn. 47-44 (fig. 15-12)
A’: tav. XXVI nn. 24-25; tav. XXVI n. 26; tav. B nn. 27-29

Parte dell’ambiente: soglia
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Della soglia tra i tappeti 24 e 26 del portico A’ si conserva una piccola parte del bordo caratterizzato da una linea tripla bianca e da una linea semplice nera. Il campo è invece decorato da un motivo che simula le venature di una lastra di marmo, con venature appunto grigiastre e verdi diagonali.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1a – linea semplice
DM 1t – linea tripla

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

 
 
Referenza fotografica: Berti 1976 tav. XXVI n. 24 (a destra) e n. 25 (a sinistra)

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: giustapposta
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato policromo del portico A’ scandito in quattro tappeti giustapposti (nn. 26-28 della numerazione Berti), tutti conservati in modo incompleto e in più frammenti. Del pavimento 26 sono stati rimossi 17 frammenti; di questi 10 sono conservati presso la Chiesa di San Salvatore ad Calchi (1: 1.17×1.42m; 2: 1.10×1.45m; 3: 1.53×0.67m; 4: 1.53×1.48; 5: 1.05×2.43m; 6: 0.90×2.25m; 7: 0.82×1.90; 8: 0.86×2.30; 9: 1.60×1.77m; 10: 1.77×0.95m), mentre i restanti sette sono presso la Casa Serena Monghini (11: 1.22×1.20m; 12: 1.06×1.10m; 13: 1.04×0.93m; 14: 0.94×1.20m; 15: 0.55×0.48m; 16: 0.28×0.37m; 17: 0.35×0.40m). Del pavimento 27 si conserva solo un tratto di 2.72×0.75m. Del pavimento 28 invece restano almeno quattro frammenti (1: 1.15×0.73m; 2: 1.45×2.00m; 3: 1.71×1.04m; 4: 1.13×1.05m). Da Berti 1976 e dagli acquerelli Azzaroni pare che il bordo dei tre pannelli giustapposti fosse caratterizzato da una fascia con una fila di pelte dritte e affrontate ai lati di una losanga sdraiata, su fondo bianco, le pelte rese in sfumature rosse, le losanghe disegnate con sfumature che dal rosso virano gradualmente verso il grigio e sono campite da una longa inscritta con linee nere sulle diagonali; lo spazio tra le pelte e le losanghe è reso in sfumature di tessere grigie che formano delle “gocce”. Di questa fascia si conserva anche un tratto angolare, che mostra come il disegno sia qui occupato da un fiore di quattro foglie. Questa fila di losanghe è compresa entro due fasce a ordito dritto inquadrate da due linee semplici nere: quella più esterna caratterizzata da una linea tripla bianca e una linea semplice grigia, quella più interna da una linea doppia bianca tra due linee semplice grigie. Sui lati lunghi questa fascia è preceduta da una fascia bianca a ordito dritto.
Il tappeto 26 è decorato da una composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da tre nastri differenti, uno a treccia a due capi policroma su fondo scuro, uno da un cordone policromo a bordi dritto e uno da onde correnti a giro semplice, nere su fondo bianco. I quadrati a lati concavi sono campiti da nodi di Salomone policromi, ma almeno due da altrettanti crateri dal piede triangolare e senza anse. I cerchi piccoli sono invece campiti da crocette a ventaglio. I cerchi grandi sono campiti da motivi geometrici (cerchio di quattro fusi rossi, con quadrato a lati inflessi in grigio) oppure fioroni. Tra i fioroni si distinguono un fiorone di 8 elementi non contigui (4 petali affusolati e quattro petali biconvessi), resi o in nero o in sfumature di nero e rosso, e un fiorone di 8 elementi non contigui (4 petali affusolati e 4 loti trifidi), reso in rosso e nero.
Del pavimento 27 si conservavano poche tracce anche al momento del rinvenimento. La sezione rimossa mostra parte del bordo, mentre un acquerello di Azzaroni mostra anche qualche piccolo tratto del campo, decorato da un motivo geometrico non ricostruibile, di cui si riconosce un tratto a scacchiera di bipenni (presso il bordo verso il tappeto 28), forse pertinente a un riempitivo.
Poco conservato, ma riconoscibile è invece il tappeto 28 che è decorato da una composizione di ottagoni sui cui lati sono costruiti altrettanti quadrati, alternati a semistelle di sei losanghe. L’unico ottagono conservato almeno in parte era decorato da un kantharos da cui fuoriuscivano due rami di edera. Le losanghe sono rese in sfumature di tessere grigie e rosse (esattamente con il bordo), mentre i quadrati sono decorati da motivi di tipo geometrico tra cui si riconoscono con certezza un cerchio di nodi allacciati alla cornice quadrata, una stella di otto losanghe inscritta in quadrato, con quattro quadrati piccoli negli spazi di risulta, ancora una scacchiera di bipenni, un motivo centrato di svastiche a doppie T e fiori di quattro foglie, i fusi lungo le diagonali del quadrato.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1a – linea semplice
DM 1i – linea doppia
DM 1t – linea tripla
DM 1y – fascia monocroma
DM 59b – fila di pelte a volute diritte e affrontate ai lati di una losanga sdraiata

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 236b – composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi allacciatenodo di Salomone
DM 236b – composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi allacciatefioroni
DM 236b – composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi allacciatecrateri
DM 178 – composizione reticolata di stelle di otto punte contornate da quadrati, e di losanghe adiacenti (le stelle nei punti di incrocio) (formanti ottagoni)kantharos
DM 221c – scacchiera di bipenni delineata e campita, a tre colori
DM 268a – fiorone composito di 8 elementi non contigui: 4 petali affusolati e 4 loti trifidi
DM 267b – fiorone composito di 8 elementi non contigui: 4 petali affusolati e 4 hederae con punta rivolta verso il centro (quì il centro è un cerchio; su fondo nero)

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
Contenitori/vasicratere
Contenitori/vasikantharos

 
 
Referenza fotografica: Berti 1976 tav. XXVI n. 26

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: policromo

Il tappeto 29 del portico A’ è conservato solo per una piccola parte; furono staccati tre frammenti (1: 0.95×1.73m; 2: 0.73×0.38m; 3: 0.90×0.77m) e ne è noto anche un acquerello di Azzaroni, che mostra parte del bordo in prossimità del tappeto 28, poi un’ampia lacuna e infine parte del bordo e del campo del tappeto 29 e forse di un eventuale nuovo tappeto. Nella porzione posta in prossimità del tappeto 28 il bordo è costituito da una fila di calici trifidi alternativamente dritti e capovolti compresi entro un nastro rosso; tale fascia è inquadrata all’esterno da una fascia bianca a ordito dritto compresa tra linee semplici nere, seguita da una fascia rossa a ordito di filari paralleli e obliqui (quest’ultima non compare nell’acquerello Azzaroni), all’interno da una linea tripla bianca sempre compresa tra due linee semplici nere. La porzione che segue l’ampia lacuna, invece, mostra la medesima fascia a calici trifidi, qui tuttavia i calici sono resi in tessere bianco-grigie e la sfumatura dei nastri è più rosata. All’interno di tale fascia si può notare una seconda cornice caratterizzata da una treccia a due capi policroma su fondo punteggiato, compresa tra due linee triple bianche a loro volta inquadrate da linee semplici nere. Il disegno del campo non è ricostruibile: si tratta di una composizione geometrica piuttosto complessa che prevedeva anche dei quadrati (si può notare un quadrato campito forse da pelte a volute), con un disegno reso in parte da cordoni a bordi dritti (in sfumature del rosso-rosa e del grigio) e riempitivi interni a treccia a due capi policroma.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 62c – fila di calici trifidi dritti e capovolti separati da una sinusoide
DM 1a – linea semplice
DM 1t – linea tripla
DM 1y – fascia monocroma
DM 71c – treccia a due capi policroma, su fondo punteggiato

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

 
 
Referenza fotografica: Berti 1976 tav. B, nn. 28 (in basso) e 29 (in alto)

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: policromo

Dell’ultimo tappeto messo in luce nel portico A’ non resta che una piccola parte della cornice, conservata per un tratto angolare. Tale fascia è caratterizzata da una fila di losanghe sdraiate e di cerchi tangenti, delineati (le losanghe campite da losanghe inscritte e i cerchi da quadrati dentati), preceduta da una fascia con cinque file di tessere bianche a ordito dritto (compresa tra due linee semplici nere) e seguita da una fascia di quattro file di tessere bianche a ordito dritto (sempre compresa tra linee nere). Tale tappeto non ha un numero nel catalo Berti ed è descritto e "compreso" nel n. 29.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 22f – fila di losanghe sdraiate e di cerchi tangenti, delineati
DM 1a – linea semplice
DM 1y – fascia monocroma

 

Campo

Elemento non presente

 
 
Referenza fotografica: Berti 1976 tav. B n. 29 (in alto si nota la fascia ad angolo del nuovo tappeto)

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: giustapposta
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato policromo del portico A”’ (corridoio nella III fase) scandito in una serie di tappeti giustapposti, nessuno rintracciato in modo completo e tutti a decorazione geometrica. Del n. 53 della numerazione Berti sono stati staccati tre frammenti, uno conservato presso la Chiesa di San Salvatore ad Calchi (1: 1.71×1.44m), altri due presso la Casa Serena Monghini (2: 1.32×1.50m; 3: 1.00×0.67m). Del pavimento 52 si conservano due frammenti (1: 2.25×1.67m; 2: 0.32×0.37). Del pavimento 53 è stata staccata una sola sezione di 2.70×2.16m.
I tre tappeti appaiono bordati dalla medesima sequenza di cornici, caratterizzata da una fascia esterna in tessere di vari colori (prevalentemente bianche, ma anche grigie e nei toni del rosso) a ordito dritto (le tessere di modulo maggiore), seguita da una fila spezzata e contigua di esagoni allungati adiacenti, formante triangoli, delineata in nero su fondo bianco (gli esagoni campiti alternativamente in rosso e grigio), seguita da una linea tripla bianca, una treccia a due capi policroma su fondo chiaro (i nastri in grigio e rosso) e ancora una linea tripla bianca, infine una linea semplice nera.
Il tappeto 51 mostra una composizione ortogonale di cerchi secanti, con effetto di quadrati concavi e di croci di fusi tangenti per i vertici, disegnata da fasce sottese bianche su fondo rosso.
Il tappeto 52 è invece decorato da una composizione ortogonale di ottagoni adiacenti, formanti quadrati, gli ottagoni caricati da un quadrato inscritto, delineata in nero su fondo bianco. I quadrati obliqui sono caricati da quadrati inscritti, a loro volta campiti da nodi di Salomone policromi su fondo nero e, in almeno un caso, da un quadrato dentato policromo. I quadrati dritti (all’interno degli ottagoni) sono a loro volta caricati da quadrati inscritti, campiti da quadrati dentati policromi, diamanti iridati e da diamanti a gradoni. Gli spazi di risulta trapezoidali all’interno degli ottagoni sono campiti alternativamente in rosso e in grigio.
Il tappeto 53 consta di una composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli con cerchi annodati negli scomparti; i quadrati sono campiti da nodi di Salomone policromi (tranne uno che però è di restauro), mentre i cerchi sono campiti da diamanti iridati, Anche in questo tappeto la palette cromatica, oltre ai toni del bianco e nero, prevede i soli toni del grigio e del rosso, mentre il fondo è bianco.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: grandi
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5/ >2 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
var. DM 20f – fila spezzata e contigua di esagoni allungati adiacenti, formanti triangoli
DM 1a – linea semplice
DM 1t – linea tripla
DM 70h – treccia a due capi, policroma, con effetto di rilievo, su fondo chiaro

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
var. DM 246h – composizione ortogonale di cerchi secanti, con effetto di quadrati concavi e di croci di fusi tangenti per i vertici, disegnata da fasce sottese
var. DM 165d – composizione ortogonale di ottagoni adiacenti (formanti quadrati), gli ottagoni caricati da un quadrato inscrittonodo di Salomone
var. DM 165d – composizione ortogonale di ottagoni adiacenti (formanti quadrati), gli ottagoni caricati da un quadrato inscrittoquadrato dentato; diamante
DM 148g – composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli con cerchi annodati negli scompartinodo di Salomone
DM 148g – composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli con cerchi annodati negli scompartiquadrato dentato; diamante

 
 
Referenza fotografica: Pianta III FASE (Augenti 2005 fig. 6); frammenti non in scala, da Berti 1976 (tranne n. 48)
A”’: tav. XLI n. 51; XLII nn. 51-53
A”: n. 48 (Farioli 1975 fig. 21); nn. 47-44 (fig. 15-12)
A’: tav. XXVI nn. 24-25; tav. XXVI n. 26; tav. B nn. 27-29

Parte dell’ambiente: intero ambiente

Rivestimento in tessellato policromo del portico A’’, caratterizzato da una sequenza di almeno cinque tappeti giustapposti, tutti rintracciati in modo incompleto. Seguendo la numerazione Berti 1976 del n. 44 sono stati staccati due frammenti di 1.42×0.79m e max 1.34 x max 1.16 m. Del pavimento 45 sono stati staccati tre frammenti, due collocati presso la Chiesa di San Salvatore ad Calchi (1: 0.74×0.43m; 2: 0.27×0.84×0.55×0.90m), il terzo presso la Casa Serena Monghini (3: 1.24×0.30m). Del pavimento 46 è stato staccato un frammento di 0.44×1.10×0.65m. Del pavimento 47 resta una sezione di 1.16×0.96×0.90×0.97m. Dell’ultimo tappeto (n. 48) restano 3 sezioni (1: 1.10×0.87m; 2: 0.55×1.35m; 3: 0.78×1.40×0.62m.)
I cinque tappeti giustapposti del portico/corridoio A’’ presentano la medesima cornice, caratterizzata da una fascia bianca a ordito dritto, le tessere di modulo maggiore rispetto a quelle del resto del pavimento, seguita da una fascia con una fila di solidi prospetti, delineati in nero su fondo bianco, con due delle facce rosse, inquadrata tra due linee triple bianche comprese tra linee semplici nere. La fascia con solidi presso gli angoli presentava un quadrato campito da un quadrato a gradoni nelle sfumature del rosso-rosa.
Il tappeto 44 è decorato da una composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui con effetto di quadrifogli a piccolo quadrato centrale e formanti ottagoni irregolari mistilinei, questi ultimi caricati da cinque nodi, disegnata da cordoni a bordi dritti allacciati. I cordoni sono in tessere bianche e delineati in nero, il fondo è rosso-rosa.
Il tappeto 45 mostra una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale. Le losanghe sono rese a campiture cromatiche di rosso e grigio, i quadrati piccoli sono campiti da diamanti iridati, i quadrati grandi da quadrati a gradoni iridati. Il fondo è bianco, le figure sono delineate in nero, le campiture cromatiche prevedono i toni del rosso-rosa e del grigio.
Il tappeto 46 è decorato da una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni a bordi diritti, i cordoni in bianco-grigio e in bianco-rosato. Gli ottagoni irregolari sono alternativamente a fondo rosso, mentre i cerchi sono suddivisi in settori campiti in bianco, nero, grigio, rosso e rosa in modo alternato.
Il tappeto 47 mostra una composizione reticolata di cerchi tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni allacciati a bordi dritti (in tessere bianco-rosse e bianco-grigie). I cerchi sono suddivisi in quattro settori, campiti alternativamente in tessere rosse e bianche.
Il tappeto 48, l’ultimo di quelli conservati, è decorato da una composizione ad alveare di quadrati e di triangoli equilateri adiacenti (con effetto di dodecagoni intersecantisi), delineata nero su fondo bianco. I quadrati sono campiti da quadrati a gradoni rossi e neri, da croci di quattro nodi e da nodi di Salomone policromi, mentre gli spazi di risulta sono a campiture cromatiche nei toni del rosso e del giallo.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: grandi
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5/>2 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1a – linea semplice
DM 1t – linea tripla
DM 1y – fascia monocroma
DM 99e – fila di solidi

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 244e – composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di quadrifogli a piccolo quadrato centrale (e formanti ottagoni irregolari mistilinei), disegnati da cordoni a bordi dritti allacciati, gli ottagoni mistilinei caricati da cinque nodi
DM 173b – composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità (formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale)
DM 235a – composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da cordoni a bordi diritti
DM 236b – composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi allacciate
DM 205b – composizione ad alveare di quadrati e di triangoli equilateri adiacenti (con effetto di dodecagoni intersecantisi), delineata

 
 
Referenza fotografica: Pianta III FASE (Augenti 2005 fig. 6); frammenti non in scala, da Berti 1976 (tranne n. 48)
A”’: tav. XLI n. 51; XLII nn. 51-53
A”: n. 48 (Farioli 1975 fig. 21); nn. 47-44 (fig. 15-12)
A’: tav. XXVI nn. 24-25; tav. XXVI n. 26; tav. B nn. 27-29

Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: museo/antiquarium (Cd. Palazzo di Teodorico (Chiesa di San Salvatore ad Calchi))
Sono qui conservati i pavimenti nn. 24, 25, 27, 28, 29, 52, 53 della numerazione Berti 1976, inoltre anche i frammenti 1-10 del pavimento 26 e i frammento 1 del pavimento 51.Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: abitazione privata (Casa Serena Monghini)
Sono qui conservati i frammenti 11-17 del pavimento 26 e il frammento 2 del pavimenti n. 51, della numerazione Berti 1976.

Berti, F. 1976, in Mosaici antichi in Italia, Aemilia. Regione ottava. Ravenna, 1, Roma, pp. 53-59, 68-72, 73-75, tavv. B nn. 27-29, IX, XXV-XXIX, XXXVII-XLII.
Farioli Campanati, R. 1971, Ambientazione e idee informatrici del mosaico pavimentale ravennate, con particolare riferimento ai mosaici rinvenuti a Classe, in Corso di Cultura sull’arte Ravennate e Bizantina, p. 461, fig. 27.
Farioli Campanati, R. 1973, Note su alcuni mosaici pavimentali di Ravenna (Collezione Serena Monghini), in Corsi di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina (Ravenna, 11-24 marzo 1973), Ravenna, pp. 320-321, 326-327, figg. 1, 5.
Farioli Campanati, R. 1975, in Pavimenti musivi di Ravenna paleocristiana, Ravenna, figg. 21.
Ghirardini, G. 1916, Gli scavi del palazzo di Teodorico a Ravenna, in Monumenti Antichi, Milano , coll. 744-745, 774-775, figg. 4-7.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Paolucci, Giovanna | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti, in TESS – scheda 13918 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13918), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13918


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