Nel 1970 nello scavo di una trincea per l’acquedotto parallela alla statale sono stati messi in luce i resti di un edificio di età romana, successivamente esplorato a più riprese. Tale edificio doveva essere organizzato attorno ad uno spazio aperto centrale con peristilio dotato di pilastri, attorno al quale si disponevano vani di servizio. Nella I fase edilizia la serie di ambienti era chiusa a N da un muro lesenato. Nella fase successiva si registra un rialzamento di quota, obliterando parte delle strutture precedenti, e l’edificio è ampliato ad O con nuovi ambienti, anch’essi chiusi nella parte posteriore da un muro lesenato. Il peristilio centrale rimane presumibilmente in uso. Le pavimentazioni erano per la maggior parte in terra battuta; una grande stanza intonacata era dotata di due pavimenti in opus spicatum, sovrapposti. La I fase si data all’età augustea; più incerto è l’inquadramento cronologico della II fase, dal momento che l’edificio mostra una continuità di vita fino al VI secolo. (la pianta dell’edificio è tratta da Negrelli 2003, fig. 1)
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
L’ambiente è dotato di due pavimenti in opus spicatum, sovrapposti; il primo è chiaramente riferibile alla I fase edilizia di età augustea, mentre per il II è più difficile proporre un inquadramento cronologico.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Strada Casale, pavimento ad opus spicatum, in TESS – scheda 14127 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14127), 2013