scheda

Villa Beverara, vano 1, tessellato con composione di quadrati a "cassettonato"
Beverara – Bologna ( BO )


Tra il 1928 e il 1930, dopo l’iniziale scoperta avvenuta durante i lavori di escavazione del canale Battiferro, la SAER ha condotto scavi sistematici, sebbene entro un’area limitata, che hanno permesso di mettere parzialmente in luce i resti di una villa suburbana. Dell’edificio sono parzialmente noti due nuclei, quello posto a Nord riconducibile al settore residenziale della villa e quello posto a Sud, riferibile ad un impianto termale privato.
Il fulcro del settore residenziale nella prima fase edilizia è il nucleo costituito dai due grandi ambienti di rappresentanza con funzioni tricliniari 1 e 3, separati e messi in comunicazione dal corridoio di disimpegno 2, pavimentato in cotto. L’ambiente 1 è un triclinio a pianta rettangolare più interno (per questo in bibliografia è indicato come triclinio invernale), mentre l’ambiente 3, di dimensioni anche maggiori, è forse posto in posizione più esterna (in bibliografia è comunemente indicato come triclinio estivo), come potrebbe dimostrare la presenza di contrafforti esterni al muro O del vano, forse uno dei muri perimetrali dell’edificio; entrambi gli ambienti sono pavimentati in cementizio decorato. A NE del triclinio 3 sono stati intercettati e parzialmente messi in luce i vani 4 e 5, il primo forse interpretabile come ambiente di soggiorno e pavimentato in cementizio decorato, il secondo pavimentato in cementizio semplice. A SO del triclinio 3 è stato parzialmente messo in luce anche un altro ambiente (14), pavimentato in cotto e inserti, talvolta indicato in bibliografia come ambiente scoperto sebbene non vi siano elementi a confermare tale ipotesi.
Nella seconda fase edilizia il nucleo residenziale non subisce grandi modifiche planimetriche, ma è in questa fase che i due triclini sono dotati di nuovi pavimenti in tessellato. Non è noto se gli ambienti 6 e 7 fossero presenti, come probabile anche nella fase precedente, ma in questo momento essi sono dotati di pavimenti in cementizio semplice poste al medesimo livello dei pavimenti in tessellato dei due triclini; il vano 6 in particolare forse fungeva da collegamento con il nucleo Sud del complesso. Proprio il nucleo sud in questo momento assume una consistenza più rilevante (sebbene dai dati disponibili non è possibile comprendere quale fosse la situazione edilizia di quest’area nella prima fase). L’impianto termale era introdotto da un grande ambiente pavimentato in cotto occupava lo spazio dei vani 8-9-10 ed è forse da identificare con l’apodyterium, affiancato ad Est dal vano 11 (forse il tepidarium) che presentava un ipocausto con il piano inferiore in mattoni su cui poggiavano le suspensurae. La medesima pavimentazione si trovava anche nel vano 12 (forse il calidarium), che comunicava con il vano 11 per mezzo di un’apertura quadrata praticata nel muro divisorio dell’ipocausto. Due aperture analoghe mettevano in comunicazione il vano 12 con il vicino ambiente 13 (forse il laconicum). L’identificazione dei diversi ambienti scoperti non è verificabile, a causa del mancato rinvenimento del praefurnium e dei passaggi tra gli ambienti 11, 12 e 13, questi ultimi originariamente dotati di suspensurae.
Alla terza fase edilizia va forse attribuito il frazionamento del grande ambiente forse identificabile con l’apodyterium nei vani 8, 9 e 10, quest’ultimo dotato di un nuovo rivestimento musivo a una quota superiore. A questa fase va anche riferito il pavimento in tessellato poggiante sulle suspensurae dell’ambiente 11.
La prima fase edilizia potrebbe inquadrarsi nella seconda metà del I sec. a.C., la seconda al periodo a cavallo tra I sec.d.C. e II sec.d.C., la terza alla fine del II sec.d.C.; le fasi di abbandono e di decadenza della villa (individuate in particolar modo nel settore termale, il più oneroso da mantenere in uso) si datano al periodo compreso tra pieno III e IV secolo. (la localizzazione dell’edificio è tratta da D. Scagliarini Corlaita, Il suburbium di Bononia: edifici pubblici, ville, fabbriche tra città e territorio, in Storia di Bologna 2005, fig. 1; la pianta dell’edificio è tratta da Negrioli 1932, fig. 1).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Villa Beverara, vano 1, cementizio con reticolato e pseudoemblema circolare
Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per larga parte della superficie originaria e reinterrato. Il pavimento era scandito in tre unità decorative: un tappeto rettangolare piccolo (anticamera), una fascia partizionale e un tappeto maggiore (lo spazio tricliniare e conviviale). Il tappeto minore era decorato da un punteggiato di crocette, la fascia partizionale da un meandro con crocette negli interstizi, il tappeto maggiore da un reticolato di linee (gli scomparti caricati da crocette), interrotto da uno pseudoemblema circolare (che indica la posizione della mensa) caricato da uno stralcio di una composizione di ottagoni adiacenti formanti quadrati.

Villa Beverara, vano 10, tessellato con tridente
Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. La parte rintracciata (circa 2 mq) comprende parte del bordo a fasce nere e bianche alternate e una minima porzione del campo, di cui resta un grande tridente, da cui forse pendono delle bende. Inserti litici o marmorei di varia forma, colore e dimensione sono inseriti sia nelle fasce nere del bordo che nello sfondo bianco del campo; in bibliografia si riferisce di "rozzi risarcimenti" nel campo bianco, che tuttavia non è possibile cogliere nella documentazione fotografica.

Villa Beverara, vano 11, tessellato con motivi geoemtrici e vegetali
Rivestimento in tessellato bicromo, rintracciato in pessime condizioni di conservazione per una parte della superficie originaria e reinterrato. Dalla descrizione di Negrioli si può comprendere come i pochi tratti leggibili erano parte del bordo, a cornici lineari alternativamente nere e bianche, mentre un piccolo tratto presentava un disegno di tipo vegetalizzato ("cespo con gambi ondulati con finienti in bottone").

Villa Beverara, vano 14, pavimento in cotto e tessellato
Rivestimento in cotto e tessellato, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato. Entro una fascia a cubetti (o tessere) fittili era compreso un semicerchio (in origine forse un cerchio) disegnato da cinque fasce concentriche, la più esterna e più larga a cubetti fittili con punteggiato regolare di inserti quadrati (grandi dadi, bianchi e neri), le più interne alternativamente bianche e nere.

Villa Beverara, vano 2, pavimento a cubetti di cotto
Rivestimento a commessi di laterizi con cubetti di cotto abbastanza regolari, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

Villa Beverara, vano 3, cementizio con composizione di ottagoni e pseudoemblema
Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive e inserti litici, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una composizione di ottagoni irregolari adiacenti formanti quadrati, in tessere bianche; tale tappeto è interrotto in posizione decentrata da uno pseudoemblema quadrato decorato da un punteggiato di inserti irregolari, di varie forme e dimensioni.

Villa Beverara, vano 3, tessellato con composizione di semistelle di losanghe
Rivestimento in tessellato policromo, rntracciato per buona parte della superficie originaria. Il pavimento, a fondo bianco con ampia cornice nera, presenta un tappeto minore (forse ad indicare la soglia o l’anticamera) e un tappeto più ampio, attorno al quale presumibilemente si disponeva il sistema dei letti. Il tappeto minore è decorato da un nido d’ape, il tappeto maggiore, entro una cornice a girali vegetali, da una composizione centrata di quattro semistelle di otto losanghe attorno a un quadrato obliquo, quest’ultimo campito dalla figura di un pappagallo policromo.

Villa Beverara, vano 4, cementizio con punteggiato di crocette
Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato. Il tappeto era decorato da un punteggiato di crocette bicrome.

Villa Beverara, vano 5, cementizio senza inserti
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

Villa Beverara, vano 6, cementizio senza inserti
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

Villa Beverara, vano 7, cementizio senza inserti
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, rintracciato per una parte della superficie originaria e reinterrato.

Villa Beverara, vano, pavimento a cubetti di cotto
Rivestimento a cubetti di cotto, messo in luce per un’ampia parte della superficie originaria e reinterrato.


L’ambiente 1 è un ampio vano a pianta rettangolare posto nella pars urbana della villa. Il vano, grazie alla scansione della decorazione pavimentale del cementizio decorato, è interpretato in bibliografia come triclinio (forse un triclinio invernale, vista la posizione interna nell’edificio). Nella seconda fase edilizia (fine del I sec.d.C./inizio del II sec.d.C.) non subisce modifiche planimetriche, ma è dotato di una nuova pavimentazione in tessellato e può comunque essere interpretato come ambiente ad uso tricliniare o con funzioni di rappresentanza. Nella terza fase edilizia non si registrano modifiche.

Lunghezza: 9,01 m – Larghezza: 5,09 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Villa Beverara, vano 1, cementizio con reticolato e pseudoemblema circolare
Rivestimento in cementizio a base fittile con tessere musive, rintracciato per larga parte della superficie originaria e reinterrato. Il pavimento era scandito in tre unità decorative: un tappeto rettangolare piccolo (anticamera), una fascia partizionale e un tappeto maggiore (lo spazio tricliniare e conviviale). Il tappeto minore era decorato da un punteggiato di crocette, la fascia partizionale da un meandro con crocette negli interstizi, il tappeto maggiore da un reticolato di linee (gli scomparti caricati da crocette), interrotto da uno pseudoemblema circolare (che indica la posizione della mensa) caricato da uno stralcio di una composizione di ottagoni adiacenti formanti quadrati.

Specifiche di rinvenimento
Data:
1928-1930 – Ente responsabile: SA ER

Villa Beverara, vano 1, tessellato con composione di quadrati a "cassettonato"

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per la quasi totalità della superficie originaria, strappato e conservato presso il museo civico archeologico di Bologna. Il tappeto, entro un’ampia cornice bianca e una nera, mostra una composizione ortogonale di quadrati adiacenti, con effetto di composizione reticolata di paia di rettangoli diritti e di quadrati formati da 4 quadratini (questi ultimi nei punti di incrocio), resa in policromia, tutte le figure campite.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo II d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Misure
Lunghezza: 9,01 m; Larghezza: 5,09 m;

Bordo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 0.8×0,8; >1,5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
DM 1i – linea doppia
DM 1y – fascia monocroma

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 138b – composizione ortogonale di quadrati adiacenti, con effetto di composizione reticolata di paia di rettangoli diritti e di quadrati formati da 4 quadratini (questi ultimi nei punti di incrocio)fioroni

 
 

Referenza fotografica: Negrioli 1932 fig. 2
Oggetto conservato: parte del campo – Conservato in: museo/antiquarium (Museo Civico Archeologico di Bologna)

Museo Civico Archeologico di Bologna (Riferimento: Cristiana Morigi Govi) Via dell’Archiginnasio 2 – Bologna

1994, in Atlante dei beni culturali dell’Emilia Romagna. 2. I beni della preistoria e protostoria, i beni dell’età romana, i beni della civiltà bizantina e altomedievale, Cinisello Balsamo, p. 160, fig. 16.
Blake, M.E. 1936, Roman Pavements of the Second Century, in Memoirs of the American Academy in Rome, Roma, pp. 121-122, pl. XXVIII,1.
Negrioli, A. 1932, Bologna. Villa suburbana romana del I secolo dell’Impero fornita di pavimenti musivi con “emblema” policromo, in Notizie degli Scavi d’Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, pp. 52-55, fig. 2.
Scagliarini Corlaita, D. 1969, L’insediamento residenziale e produttivo nel suburbio di Bologna romana, in Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le province di Romagna, Bologna, p. 155.
Zuffa, M. 1944, Mosaici di Bononia, in Emilia Romana, Firenze, pp. 287-288, fig. 10.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Paolucci, Giovanna | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Villa Beverara, vano 1, tessellato con composione di quadrati a "cassettonato", in TESS – scheda 14439 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14439), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14439


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