
L’edificio, mai oggetto di scavi sistematici, si presenta come un insieme di diversi ambienti, posti su terrazze digradanti verso il mare (cfr. planimetria resti, da A.M. DURANTE, L. GERVASINI, S. LANDI, "Città e territorio: il caso di Luni", in “Città e territorio. La Liguria e il mondo antico. Atti del IV Incontro Internazionale di Storia Antica, Genova, 19-20 febbraio 2009”, a cura di M.G. Angeli Bertinelli e A. Donati, Roma 2010, fig. 15 p. 143; rielaborazione grafica: P. Da Pieve). Nel nucleo sottostante la terrazza superiore si riconoscono due vani quadrangolari, con ingressi simmetrici aperti su un porticato affacciato sul mare. Nella terrazza meridionale vi sono tre vani, di cui uno absidato (vano 1), forse adibito a uso termale: in origine (fase I: metà I sec. a.C.) pavimentato in “cocciopesto” e con pareti intonacate di rosso, questo ambiente viene successivamente (fase II: epoca domizianea) allargato, trasformato forse con la rettifica dell’abside e dotato di un rivestimento in “graniglia di marmo” che poggia sul piano di calpestio della fase precedente. Nella terrazza superiore si trova il nucleo meglio conservato, relativo a un balneum dislocato nell’ala orientale della villa: al di sotto di una grande cisterna rivestita in cocciopesto si dispongono una serie di ambienti di incerta lettura, probabilmente legati al percorso termale, culminante nel calidarium (vano 2) con vasca poggiante su pilastrini. Dall’analisi dei bolli laterizi (firma di C. Iulius Antimachus, CIL, XV, 1202) è possibile fissare la cronologia del calidario all’epoca di Domiziano (fase II).
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Il pavimento sospeso della vasca è costituito da bipedali rivestiti da due spessi strati di cocciopesto, quello inferiore a granulometria grossolana, da uno strato di malta di allettamento e da un pavimento in commessi laterizi a spina di pesce, rifinito da un cementizio fittile a granulometria medio fine, con sottile pellicola di intonaco superficiale di colore azzurro (tracce di cuprorivaite: blu egizio/arrurro pompeiano), il vero e proprio strato di rifinitura della vasca. Foto da GERVASINI, CANTISANI, GIORGI 2005, fig. 8 p. 887.
Bocca di Magra, villa, fase II, vano 1, cementizio marmoreo
Sul cementizio fittile di fase I viene steso un nuovo livello pavimentale, in cementizio a base marmorea, di colore bianco. Priva di fondamento rimane la notizia del rinvenimento di framenti di losanghe marmoree, forse originariamente posate sul cementizio (che sarebbe, dunque, da interpretare come strato di preparazione).

Fase II (seconda metà I sec. d.C.). Incerta rimane la lettura delle modifiche che interessarono il vano in epoca domizianea: secondo A. Frova lo spazio viene allargato e trasformato con rettifica dell’abside, mentre il piano pavimentale viene sostituito da una “graniglia di marmo” che poggia sul cementizio di fase I (FROVA 1976, p. 56); per L. Gambaro e L. Gervasini, invece, l’abside risale alla fase II (L. GAMBARO, L. GERVSINI, “Considerazioni su viabilità e insediamenti in età romana da Luni a Genova”, in “Insediamenti e territorio. Viabilità in Liguria tra I e VII secolo d.C. Atti del Convegno (Bordighera, 30 novembre – 1 dicembre 2000)”, a cura di M. Pozzar, Bordighera 2004, p. 127). Infine secondo A. Mazzoni il vano viene pavimentato in losanghe di marmo, rinvenute frammentarie negli strati di riempimento: del piano pavimentale rimane in situ solo lo strato di “malta di calce con tessere informi di marmo bianco, dello spessore di circa 5cm” pertinente alla preparazione (MAZZONI 1959, p. 83). In assenza di documentazione di scavo, in questa sede si considera come rivestimento pavimentale di fase II la “graniglia di marmo”.
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Sul cementizio fittile di fase I viene steso un nuovo livello pavimentale, in cementizio a base marmorea, di colore bianco. Priva di fondamento rimane la notizia del rinvenimento di framenti di losanghe marmoree, forse originariamente posate sul cementizio (che sarebbe, dunque, da interpretare come strato di preparazione).
Data: 1959 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Bocca di Magra, villa, fase I, vano 1, cementizio fittile
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo
Rivestimento in cementizio a base fittile, privo di inserti. Non si esclude possa trattarsi di un semplice livello preparatorio.
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)
Bocca di Magra, villa marittima (Riferimento: SBALig) Bocca di Magra, Via Fabbricotti – Ameglia (SP)
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14496