
FASE I (I sec. a.C.). La planimetria della fase originaria non è nota: al periodo tardorepubblicano sono attribuiti alcuni vani (1-3), successivamente inglobati nell’impianto giulio-claudio. Tutti gli ambienti hanno restituito rivestimenti pavimentali, in tessellato bicromo geometrico (1), in “cocciopesto” decorato (2) e in cubetti di cotto (3). Verosimilmente pertinente a questa fase è anche un ampio lacerto di “battuto di piccoli ciottoli e minute scaglie di pietra e laterizio affogati in malta biancastra” (ROSSIGNANI 1977, p. 11), obliterato dal canale di scolo e dal pozzo dell’atrio 4 di fase II e coevo a un altro canale di scolo; con le dovute cautele, in questa sede il lacerto viene attribuito a uno spazio aperto ricalcato dall’atrio 4. Si segnala il rinvenimento di un vespaio di ciottoli in corrispondenza del vano 5 di fase II, forse riferibile alla preparazione di un pavimento asportato per la realizzazione del rivestimento in “graniglia” nel secondo quarto del I sec. d.C.
FASE II (40 d.C.). Dalla fine dell’età tiberiana la domus viene ristrutturata con la realizzazione dell’atrio tuscanico 4, accessibile dal cardine massimo (non rilevato in pianta). Gli ambienti più antichi vengono quindi a rivestire funzione di oecus (3), ala (2) e sala di soggiorno o cubicolo (1); sul lato O dell’atrio si apre un ampio tablino (5), mentre a S una soglia monolitica in pietra grigia del Corno, in asse con il vano 1, indica la presenza di un altro ambiente, non scavato. Per questa fase sono noti due rivestimenti in “graniglia di marmo e crustae marmoree policrome” (4-5).
Si segnalano, infine, alcuni elementi fittili a losanga rinvenuti negli strati di riempimento della domus e pertinenti a un piano pavimentale perduto (GAMBARO, GERVASINI, LANDI 2001, p. 88, nota 23).
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Il rivestimento in tessellato, strappato nell’agosto 1971, si conserva per un tratto di 3×1.40m, ma in origine era forse esteso all’intero ambiente. Si tratta di un tappeto a fondo bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, con pannello (centrale?), forse rettangolare, raccordato al resto della superficie da una linea tripla bianca a ordito diritto e inquadrato da una fascia monocroma nera (9 file di tessere). Nel pannello si staglia, su fondo bianco a ordito diritto, uno stralcio di una composizione ortogonale di meandri e di svastiche a doppio giro e doppie T. Foto da ROSSIGNANI 1973, tav. 20/11.
Luna 6, fase I, vano 2, cementizio litico a reticolato romboidale e soglia a mosaico e a meandro di svastiche e quadrati
Il rivestimento, descritto in letteratura come “cocciopesto” o come “mosaico”, è un cementizio a base marmorea, a fondo bianco, composto da malta e inclusi marmorei bianchi. Il tappeto principale è ornato da un reticolato romboidale in tessere nere, probabilmente a linee dentate (DM 201c) o forse a linee punteggiate (DM 201b). La soglia verso l’atrio è ornata da una fascia musiva nera (9 o 10 file di tessere) esterna e da una fascia in tessere nere su cementizio bianco, disposte a formare un motivo a meandro di svastiche a giro semplice e quadrati scarsamente leggibile; i quadrati risultano caricati da una crocetta di quattro tessere nere più una centrale bianca o rossa. Foto da ROSSIGNANI 1977, tav. 18/4.
Luna 6, fase I, vano 3, tessellato a grandi tessere di cotto
Rivestimento pavimentale in cubetti fittili approssimativamente quadrangolari (5x5cm ca.), disposti in filari quasi regolari, a ordito diritto. I cubetti sono ottenuti da laterizi di grandi dimensioni tagliati. La tipologia pavimentale è riconducibile a un tessellato a grandi tessere di laterizio. Foto Archivio SBALig, Luni, Domus Occidentale, sondaggio giugno 2001, dia46.
Luna 6, fase II, atrio 4, cementizio litico con inserti marmorei policromi
Il rivestimento è descritto come “graniglia di piccole scaglie di marmo affogate in malta biancastra con grandi crustae in marmi policromi di forma irregolare su file parallele, intercalate da filari sfalsati di crustae più piccole” (ROSSIGNANI 1977, p. 10) o “graniglia in pietrisco di piccola granulometria con legante di malta, spesso 5-10cm. Il motivo decorativo è costituito dal sovrapporsi di due maglie a modulo quadrangolare di 40cm, una definita da piccole tessere quadrangolari di marmo bianco (2cm) e l’altra da scutulae informi di marmi colorati (5-6cm), in modo che ogni elementi stia al centro del quadrato formato da quattro elementi di diverso tipo” (scheda pavimento US15, sondaggio 2001). Si tratta di un cementizio marmoreo con inserti marmorei policromi (bardiglio, giallo numidico e Teos), assenti lungo la fascia perimetrale (0.40m). Il pavimento è simile a quello del vano 5 (vd. infra), ma i filari di inserti risultano leggermente sfalsati. Foto Archivio SBALig, Luni, Domus Occidentale, sondaggio giugno 2001, dia28.
Luna 6, fase II, tablino 5, cementizio litico con inserti marmorei policromi
Il rivestimento, visibile per una fascia di 4.2x1m, è descritto come “graniglia di piccole scaglie di marmo affogate in malta biancastra con grandi crustae in marmi policromi di forma irregolare su file parallele, intercalate da filari sfalsati di crustae più piccole” (ROSSIGNANI 1977, p. 10) o “graniglia in pietrisco di piccola granulometria con legante di malta, spesso 5-10cm. Il motivo decorativo è costituito dal sovrapporsi di due maglie a modulo quadrangolare di 40cm, una definita da piccole tessere quadrangolari di marmo bianco (2cm) e l’altra da scutulae informi di marmi colorati (5-6cm), in modo che ogni elementi stia al centro del quadrato formato da quattro elementi di diverso tipo” (scheda pavimento US14, sondaggio 2001). Si tratta di un cementizio marmoreo con inserti marmorei policromi (bardiglio, giallo numidico e Teos), assenti lungo la fascia perimetrale (0.40m). Il pavimento è simile a quello dell’atrio 4, ma i filari di inserti risultano leggermente sfalsati. Foto Archivio SBALig, Luni, Domus Occidentale, sondaggio giugno 2001, dia35 (veduta da E: in primo piano il pavimento dell’atrio 4).

Fase II (40 d.C.). Atrio tuscanico rinvenuto sotto la pavimentazione in marmo della piazza E2 (vd. infra) e dotato di impluvio rivestito di marmo (a) con pozzo circolare (diametro 0.65m) e sottostante canale di scolo. Il piano pavimentale è costituito da una “graniglia in marmo con crustae policrome”.
Lunghezza: 14.30 m – Larghezza: 8.33 m
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Il rivestimento è descritto come “graniglia di piccole scaglie di marmo affogate in malta biancastra con grandi crustae in marmi policromi di forma irregolare su file parallele, intercalate da filari sfalsati di crustae più piccole” (ROSSIGNANI 1977, p. 10) o “graniglia in pietrisco di piccola granulometria con legante di malta, spesso 5-10cm. Il motivo decorativo è costituito dal sovrapporsi di due maglie a modulo quadrangolare di 40cm, una definita da piccole tessere quadrangolari di marmo bianco (2cm) e l’altra da scutulae informi di marmi colorati (5-6cm), in modo che ogni elementi stia al centro del quadrato formato da quattro elementi di diverso tipo” (scheda pavimento US15, sondaggio 2001). Si tratta di un cementizio marmoreo con inserti marmorei policromi (bardiglio, giallo numidico e Teos), assenti lungo la fascia perimetrale (0.40m). Il pavimento è simile a quello del vano 5 (vd. infra), ma i filari di inserti risultano leggermente sfalsati. Foto Archivio SBALig, Luni, Domus Occidentale, sondaggio giugno 2001, dia28.
Data: 1972 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Luna 6, fase I?, vano 4, cementizio a base mista
Parte dell’ambiente: area scoperta
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: bicromo
Del rivestimento, in “battuto di piccoli ciottoli e minute scaglie di pietra e laterizio affogati in malta biancastra”, è stato rinvenuto un ampio lacerto (2.30×3.25m) obliterato dal pozzo e dal canale di scolo della fase II. Si tratta verosimilmente di un cementizio a base mista, forse riferibile alla fase tardorepubblicana della domus. Foto da ROSSIGNANI 1977, tav. 20/1.
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base mista senza inserti)
Luni, Area Archeologica e Sistema Museale (Riferimento: SBALig) Via Luni 37 – Ortonovo SP)
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14781