Nella zona più elevata dell’antica Luni, in prossimità dell’angolo NO della cinta muraria, sorge il cd. “Grande Tempio” (cfr. ubicazione, da A.M. DURANTE, “L’edilizia privata a Luni”, in “Abitare in città. La Cisalpina tra impero e medioevo – Leben in der Stadt. Oberitalien zwischen roemischer Kaiserzeit und Mittelalter, Atti del Convegno (Roma, 4-5 novembre 1999)”, a cura di J. Ortalli, M. Heinzelmann, Roma 2003 (Palilia, 12), fig. 1 p. 143: n. 6, in rosso), uno degli edifici lunensi più antichi, eretto pochi anni dopo la fondazione della colonia (prima metà II sec. a.C.): inizialmente interpretato come Capitolium per la triade presente fra le terrecotte frontonali rinvenute nei pressi dell’edificio e per la cella tripartita, il tempio è dedicato invece alla dea Luna, mentre la triade capitolina è venerata nell’edificio ubicato a N del Foro (vd. infra). Le strutture del Grande Tempio attestano diverse fasi costruttive (cfr. planimetria resti, da ROSSIGNANI, ROSSI 2009, fig. p. 74), di cui quella severiana è la meglio documentata. Il complesso, in uso almeno fino al tardo IV sec. d.C., ha restituito rivestimenti pavimentali in cementizio fittile (fase repubblicana) e in lastre di marmo (fase augustea/primo-imperiale).
FASE I (età repubblicana, prima metà II sec. a.C.). Il tempio, orientato SO-NE, si presenta come una struttura di tipo etrusco-italico (16×20.50m) su alto podio (1.20m) in opus incertum (3), accessibile da S mediante una gradinata fiancheggiata da due avancorpi e con asse mediano coincidente con il tracciato di un cardine. Un profondo pronao, a due file di quattro colonne, precede la cella in antis, tripartita: quella centrale (b), profonda quasi quanto il pronao, dà accesso a due piccoli ambienti sul fondo delle celle laterali (a, c). L’alzato era in legno rivestito di lastre fittili, così come il tetto, con frontone sul lato S ornato da un gruppo scultoreo in terracotta con concilio di dei (Luna, Apollo, Dioniso o il Genio del Popolo Romano e due Muse, secondo quarto II sec. a.C.). Forse già in questa fase a S del muro di contenimento (4) della terrazza naturale su cui sorge il tempio si apre una grande piazza, la cui estensione non è al momento determinabile. Il pronao e la cella centrale sono pavimentati in “cocciopesto”, presente in origine anche nelle celle laterali (nelle quali resta solo la preparazione in scaglie di marmo su terreno vergine); il rivestimento del pronao era ornato da un’iscrizione in tessere musive che ricorda i magistrati L. Folcinius e C. Fabius, strappata e restaurata negli Anni ’50 del XX secolo.
FASI II-III (età augustea e primo-imperiale, fine I sec. a.C. – I/II sec. d.C.). Sulla base di alcuni elementi decorativi e architettonici di età augustea si è ipotizzato che l’edificio sia stato trasformato in un complesso santuariale monumentale, nel quale il culto dell’imperatore viene associato a quello della dea eponima Luna, negli anni immediatamente successivi alla seconda deduzione coloniale di Luni da parte di Ottaviano (28 a.C.). In questo momento il tempio, periptero sine postico, risulta costituito da un’unica cella su podio elevato (+7m sopra il piano in cementizio di età repubblicana), edificato sul lato N di una grande piazza (11, 60x50m), dalla quale è separato mediante un muro di contenimento rivestito in marmo. L’area scoperta è delimitata a S da un decumano (1) e sui lati E e O da portici (7-8), forse presenti anche sul lato meridionale; al centro una strada (larga 9m) lastricata in marmo ricalca un cardine minore e collega il decumano alla ripida gradinata centrale di accesso al tempio: tale scalinata, di epoca successiva, è composta da due rampe a diversa inclinazione (5-6) divise da una piattaforma che permette il passaggio ai portici della piazza mediante rampe laterali. Di incerta attribuzione cronologica (epoca giulio-claudia?) sono i rivestimenti pavimentali in marmo della piazza, dei portici e degli ambienti di testata, a N (9-10).
FASE IV (età severiana, inizio III sec. d.C.). Il tetto del tempio viene rifatto in marmo: i resti della trabeazione riportano l’iscrizione che ricorda parte del nome di un imperatore, probabilmente Caracalla, e il committente che finanziò il rinnovamento dell’edificio (211 d.C.).
Si segnala, infine, il rinvenimento di numerose tessere musive bianche e nere e in pasta vitrea verde e blu dagli strati di crollo dell’edificio (BONGHI JOVINO 1973).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo II a.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Luni, Grande Tempio, fase I, pronao d, cementizio fittile con iscrizione di Folcinius e Fabius Il rivestimento pavimentale è costituito da un cementizio a base fittile, ornato da un’iscrizione perpendicolare all’ingresso del tempio, leggibile da NO. Il testo, lungo 5.40m, è realizzato per tre quarti in tessere bianche e per il resto nere: vi si commemorano i duomviri L. Folcinius e C. Fabius, che si occuparono dell’esecuzione e del collaudo del pavimento. Strappata negli Anni ’50 del XX secolo, l’iscrizione venne restaurata con impasto di cemento, che alterò i caratteri paleografici originali. Foto da FROVA 1984, fig. 13 p. 37.
Luni, Grande Tempio, fase III, piazza 11, lastricato marmoreo bianco (e cementizio fittile) Il rivestimento, quasi completamente asportato, è costituito da un lastricato marmoreo bianco a tessitura irregolare, interrotto al centro dalla strada NS, anch’essa pavimentata in marmo lunense. Le lastre della piazza misurano da 0.25×0.50m a 0.63×0.50m (in media 0.50×0.50m) nel tratto SE, da 0.60×0.60m a 1×1.90m nel tratto NO. Nell’angolo NE e in quello NO della piazza si è inoltre evidenziata una fascia in cementizio fittile, compresa fra le rampe laterali e i portici. Nonostante la stesura delle lastre sia interrotta dalla strada e dalla fascia in cementizio, non si ritiene opportuno, in questa sede, identificare il rivestimento come un pavimento a più unità decorative. Foto da BONGHI JOVINO 1977, tav. 230/3.
Luni, Grande Tempio, fase III, vano NO 9, sectile a scacchiera bicroma ed emblema policromo Il rivestimento, ricostruibile sulla base delle impronte nella malta e di pochi frammenti in situ, è perfettamente identico a quello del simmetrico vano 10: il tappeto, contornato da un bordo in marmo rosso del Tenaro (5cm), presenta una scacchiera bicroma in formelle quadrangolari (25x25cm) in marmo lunense e bardiglio, disposte diagonalmente rispetto ai muri dell’ambiente. Al centro del tappeto si dispone un emblema (1×1.25m) in marmi policromi, contornato da una cornice in marmo rosso del Tenaro. Foto da BONGHI JOVINO 1977, tav. 231/7.
Vano NE 10, fase III (?): piccolo ambiente quadrangolare ricavato nel tratto NE del portico orientale, con pareti rivestite di intonaci dipinti (giallo, viola, marrone, rosso). Il piano pavimentale, obliterato da due basi in conglomerato, è costituito da un opus sectile a scacchiera bicroma diagonale, con emblema centrale in marmi policromi quasi totalmente distrutto.
Lunghezza: 4.50 m – Larghezza: 2.50 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1972-74 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Luni, Grande Tempio, fase III, vano NE 10, sectile a scacchiera bicroma ed emblema policromo
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: centralizzata a emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
Il rivestimento, piuttosto ben conservato, è composto da un sectile a scacchiera di formelle quadrangolari (25x25cm) in marmo lunense e bardiglio, disposte diagonalmente rispetto ai muri del vano e incorniciate da un bordo (5cm) in marmo rosso del Tenaro. Al centro del tappeto si dispone un emblema (1×1.25m) molto deteriorato, contornato da una cornice in marmo rosso del Tenaro: all’interno del pannello si osservano frammenti di lastre in fior di pesco, africano da Teos e bardiglio. Foto da BONGHI JOVINO 1977, tav. 221/1.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche tecniche Lunghezza: 4.45 m – Larghezza: 2.25 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
*a modulo quadrato con motivi semplici (Q)
0.25
Referenza fotografica: da BONGHI JOVINO 1977, tav. 221/4
Bonghi Jovino, M. 1977, Il grande tempio e l’area adiacente, in Scavi di Luni. Relazione delle campagne di scavo 1972-1973-1974, Roma , pp. 415, 430 , tavv. 221/1, 4, 222/2, 5-6, 225/4.Frova, A. 1976, Luni, in Archeologia in Liguria, I. Scavi e scoperte (1967-75), a cura della Soprintendenza Archeologica della Liguria, Genova, p. 39.Frova, A. 1985, in Luni. Guida archeologica, Sarzana, p. 109.
DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , Luni, Grande Tempio, fase III, vano NE 10, sectile a scacchiera bicroma ed emblema policromo, in TESS – scheda 15046 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=15046), 2013