EDIFICIO DI PIAZZA SAN FRANCESCO (Insula 29, angolo NE). Durante i lavori per la realizzazione di un muro d’intercapedine lungo il fianco N del Palazzo Comunale di Aosta, in piazza San Francesco, vennero intercettate la porzione NE dell’Insula 29 e l’adiacente cardo minore K4 che corre a E dell’isolato (II-III lotto 2009; cfr. ubicazione, da R. MOLLO, P. FRAMARIN, “Pavimentazioni e rivestimenti architettonici nell’edilizia pubblica di Augusta Praetoria”, in BPréhistAlp, XVIII, 2007, fig. 1 p. 304: in rosso), oltre all’angolo NO dell’Insula 30 (domus NO dell’Insula 30, vd. infra). L’area, posta a SE del Foro (vd. infra) e affacciata sul Decumano Massimo, era già stata segnalata dal Promis nel 1839 per la presenza di pavimenti a mosaico (cfr. domus SE dell’Insula 30, piazza Chanoux, vd. infra), e interessata nel 1999 dai lavori di ristrutturazione dell’Hôtel des États (primo nucleo settecentesco del Municipio), grazie ai quali è emerso un ambiente pavimentato collegato all’edificio dell’angolo NE dell’Insula 29.
Dall’indagine del 2009 sono venuti parzialmente in luce tre ambienti dell’angolo NE di un edificio non meglio identificato (cfr. planimetria, da FRAMARIN, WICKS 2010, figg. 3-4 pp. 56-57), risparmiati da un potente sbancamento di epoca posteriore: il complesso ha restituito diverse fasi di vita, dall’epoca augustea fino alla spoliazione delle strutture murarie e dei pavimenti intorno alla metà del IV sec. d.C. La tendenza a un dimensionamento in grandi spazi, specie nel corso della fase III, sembrerebbe indirizzare l’interpretazione del complesso come edificio di natura non privata (FRAMARIN, WICKS 2010, p. 59), come già suggerito dal Promis (basilica civile? Cfr. C. PROMIS, “Le antichità di Aosta”, Torino 1862, pp. 35-36, 141-142)
FASE I (25 a.C.-prima metà I sec. d.C.). Sul fronte settentrionale dell’insula si dispongono il vano A, adiacente al cardo minore a E e dotato di due pilastri centrali che lo dividono in tre navate EO, seguito da un disimpegno B, di forma rettangolare allungata, e dal vano C, di cui è nota solo parte del muro orientale, con tracce di intonaco bianco e giallo. Gli ambienti si sviluppano verso S, al di sotto del Palazzo comunale, e sembrano leggermente digradanti verso O. A questa prima fase si possono ascrivere, inoltre, due ambienti (D, E) individuati nel 1999 all’interno dell’Hôtel des États, a circa 25m dal limite N dell’insula. Nessun rivestimento pavimentale di fase I si è conservato.
FASE II (I-III sec. d.C.). In questa fase si assiste a piccole modifiche interne riguardanti il vano A, come la creazione di una canaletta parallela al limite E. Anche per questa fase non si è conservato alcun piano pavimentale.
FASE III (fine II-prima metà III sec. d.C.). L’edificio viene sottoposto a un’intensa attività di demolizione e di ricostruzione degli ambienti, collegata ad alcuni cambiamenti funzionali: nel vano A’, rimossi i pilastri di fase I, vengono posate suspensurae cilindriche su un piano in cementizio litico. Dagli strati di crollo è stato possibile desumere la tipologia del pavimento sospeso, in opus sectile bicromo, poggiante su uno strato di cementizio fittile steso su mattoni bipedali: nonostante il pessimo stato di conservazione del pavimento, si è comunque ritenuto opportuno schedarlo, date le dimensioni ragguardevoli (70mq circa) e la ricchezza dei materiali marmorei impiegati. Nel vano B viene steso un nuovo piano pavimentale in cementizio litico, cui si associa la stesura di un intonaco parietale; nel vano C la ristrutturazione è solo ipotizzabile. Per quanto concerne l’area SO, sotto l’Hôtel des États, i due precedenti vani D-E vengono uniti in un unico ambiente D’, pavimentato in cementizio litico.
FASE IIIB (metà IV sec. d.C.). Nel corso di questa fase, caratterizzata dalla progressiva spoliazione delle strutture, vengono asportate le formelle marmoree del sectile del vano A’.
FASE IV (fine IV sec. d.C.). Gli ambienti vengono colmati da depositi di origine alluvionale e successivamente obliterati da una serie di scarichi eterogenei (macerie). In generale si assiste al degrado del tessuto urbano romano, fino al livellamento dell’area per la costruzione del convento di S. Francesco, documentato a partire dal 1300.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
edificio NE Insula 29, fase III, vano B, cementizio litico Rivestimento in cementizio a base litica, composto da una prima gettata di malta gialla, piccoli ciottoli e frammenti laterizi e da una seconda con ciottoli, calcare e rari frammenti laterizi di piccole dimensioni misti a malta ben pressata. Foto da FRAMARIN, WICKS 2010, fig. 8 p. 59.
Vano A, fase I (25 a.C.-prima metà I sec. d.C.). Ambiente rettangolare di grandi dimensioni posto all’angolo NE dell’isolato. Due pilastri circolari (diametro massimo 1.20m), realizzati in grossi ciottoli e malta bianca, dividono lo spazio in tre navate EO. Il piano pavimentale originario non è conservato.
Fase II (I-III sec. d.C.). Lungo il limite E viene posata una canaletta in tegole e laterizi di reimpiego legati da malta sabbiosa giallastra.
Fase III (fine II-prima metà III sec. d.C.). Il vano viene trasformato in ambiente termale con ipocausto (A’): in seguito alla rasatura dei pilastri di I fase, viene steso un piano in cementizio litico su cui sono posate suspensurae fittili cilindriche (diametro 0.20m), poste a 0.60m di distanza e legate con limo argilloso grigio. Forse in funzione dell’ipocausto viene raddoppiato il muro divisorio con l’adiacente vano B. Il piano pavimentale del nuovo ambiente è costituito da un opus sectile bicromo, parzialmente ricostruibile sulla base delle impronte delle formelle nella preparazione stesa sui mattoni bipedali rinvenuti negli strati di crollo insieme ad alcune formelle marmoree sopravvissute alla spoliazione del IV sec. d.C.
Lunghezza: 10.20 m – Larghezza: 7 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 2009 – Ente responsabile: RAVA-SBAC
Edificio NE Insula 29, fase III, vano A’, sectile bicromo nd
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: bicromo
Il rivestimento in opus sectile non si è conservato. Gli unici elementi superstiti sono alcune labili impronte delle formelle nella malta di preparazione stesa su mattoni bipedali rinvenuti negli strati di crollo del vano e alcuni elementi triangolari in marmo bianco (lato 18cm), quadrati e rettangolari (15×29.30cm) in bardiglio, sopravvissuti alla spoliazione del IV sec. d.C. Non è quindi possibile determinare la scansione né l’impaginazione del sectile, bicromo, a base marmorea. Foto da FRAMARIN, WICKS 2010, fig. 7 p. 59.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: strato di cementizio fittile posato su mattoni bipedali
Framarin, P./ Wicks, D. 2010, Indagini archeologiche in piazza San Francesco ad Aosta (II-III lotto 2009), in Bollettino della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Valle d’Aosta , Aosta, pp. 58-59, fig. 7.
DATA SCHEDA: 2014 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , edificio NE Insula 29, fase III, vano A’, sectile bicromo nd, in TESS – scheda 16253 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=16253), 2014