La Domus del Tempio Rotondo insiste su un area delimitata dal Tempio Rotondo a Ovest, dalla Basilica a Nord e dal tempio di Roma e Augusto ad Est. L’edificio è costruito quasi tutto in laterizio, tranne qualche parte del muro perimetrale Est che è a specchature di opus reticulatum, mentre in opera listata sono i tramezzi degli ambienti F, G, H, I. Le cortine laterizie, con spessi letti di malta, sono datati al III secolo.
L’ingresso A, con soglia in travertino, è l’accesso principale della casa a cui si affianca una piccola porta laterale B con vano scala. Oltre il vestibolo, si trova il cortile C, delimitato su quattro lati da pilastri laterizi. Il pavimento interno del cortile è a lastre di marmo bianco di reimpiego (tra i frammenti riutilizzati anche uno dei Fasti Ostiensi relativi agli anni 108-113). Al centro del cortile si trova una fontanella quadrilobata anch’essa rivestita in marmo. Sul lato Nord del cortile si apre il vasto ambiente D, il più importante della casa, con pavimento in opus sectile di marmi policromi e grande riquadro centrale in africano. Gli ambienti sul lato Est erano probabilmente stanze si servizio: al loro interno nel secolo IV vennero realizzati muri divisori n opus listatum. I cubicula e il triclinum dovevano essere quelli ubicati nella zona Sud-Ovest della domus. La pianta edificio è tratta da BECATTI 1948, p. 4, fig. 1.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Domus del Tempio Rotondo (I, XI, 2-3), portico. Tessellato bicromo a motivi geometrici (Ost-DTR2) Tessellato bicromo a motivi geometrici. Il bordo è costituito un’ampia fascia in tessellato nero, separata dal campo da una linea dentata nera (DM 2d), mentre il motivo geometrico impiegato nel campo è quello della composizione romboidale di squame affusolate adiacenti in colori contrastanti (DM 218a). Nell’angolo SO il motivo decorativo si trasforma in una composizione di squame adiacenti (DM 217c) per permettere al tappeto a squame affusolate DM 218a di piegare di 90° e sviluppare lo stesso modulo verso E.
domus del Tempio Rotondo (I, XI, 2-3), vano O, opus sectile (Ost-DTR5) Pavimento in opus sectile marmoreo a modulo quadrato semplice, costituito da sei filari di otto formelle di tipo Q2, verosimilmente di reimpiego ed integrate con materiali marmorei disomogenei. I marmi impiegati, alternati senza rispetto delle concordanze cromatiche fra formelle adiacenti, sono il portasanta, il cipollino, il bardiglio e il giallo antico.
Ambiente quadrangolare (D) collocato oltre l’atrio, rialzato di due gradini e in asse con l’ingresso principale della domus. Il vano era decorato con un pavimento in opus sectile.
Lunghezza: 6 m – Larghezza: 6 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1923-1924
Domus del Tempio Rotondo (I, XI, 2-3), vano D. Opus sectile (Ost-DTR3)
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: ad emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
Pavimento in opus sectile marmoreo ottenuto dall’accostamento di moduli geometrici di reimpiego di tipo diverso, intervallati da tratti pavimentati a lastre semplici. Al centro del campo decorativo si colloca un pannello quadrato (lato m 0.90), bordato da una fascia di africano profilata da due listelli di giallo antico, icontenente un disco di granito grigio su fondo di marmo bigio venato. Nella parte meridionale del pavimento si trova invece un tratto di sectile (m 2.38 x 1.83) a schema quadrato reticolare semplice (Q/R/Q), composto da lastre di varie dimensioni di marmi bianchi, grigi venati e altri marmi di colore tenue (portasanta, cipollino, alabastro, granito grigio), associati senza un ordine preciso. Sui lati della stesura sono inoltre presenti diverse formelle (lato m 0.30) di tipo Q3, realizzati con lastrine di marmi policromi (portasanta, cipollino, alabastro, bigio venato, giallo antico). Nell’angolo NE del pavimento è inoltre presente un tratto (m 1.25 x 1.15) realizzato con formelle esagonali di marmi di colore chiaro (bianco, grigio venato). Il resto del campo è rivestito con lastrame marmoreo bianco e grigio venato di reimpiego.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Becatti, G. 1961, in Scavi di Ostia, IV. Mosaici e pavimenti marmorei, Roma, p. 22, tav. CCVI, 31.Bianchi, F./ Bruno, M. 2004, Considerazioni sulla tradizione decorativa in opus sectile in alcune domus tardoantiche di Ostia, in Atti del IX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aosta, 20-22 febbraio 2003), Tivoli, pp. 868-870, fig. 5.Pensabene, P. 2005, I restauri pavimentali con lastrame marmoreo nella Ostia tardo-antica, in Atti del X Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Lecce, 18-21 febbraio 2004), Tivoli, p. 711, fig. 8.Pensabene, P. 2007, in Ostiensium marmorum decus et decor. Studi architettonici, decorativi e archeometrici, Roma, pp. 493-495, tav. 134, 1.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia/ Borelli Veronica, Domus del Tempio Rotondo (I, XI, 2-3), vano D. Opus sectile (Ost-DTR3), in TESS – scheda 17484 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17484), 2015