Nel 1926, in località Grotta del Malconsiglio, sul pendio della collina prospiciente il fiume Coscile, è stata riportata in luce una villa risalente all’età repubblicana, con ristrutturazioni ed ampliamenti di epoca successiva. Le murature di prima fase sono in pietrame legato con poca calcina (spessore massimo: m 0,40-0,50), successivamente sostituite e/o integrate da muri in opera incerta. La villa, incentrata attorno a un’ampia corte quadrangolare, consta di un settore produttivo e di una zona residenziale. A sud della corte doveva svilupparsi la pars rustica, come suggerisce la presenza della cucina (6), del torculario (1) e della latrina, e per l’assenza di elementi decorativi. In particolare si conserva bene il torculario (1), con pavimento in opera spicata che risparmia a sud-ovest uno spazio circolare definito da una canaletta e rivestito in mattoncini, destinato alla spremitura dell’olio. A sud-ovest dell’ambiente si aprono due vani a pianta quadrata in cui sono stati identificate le celle oleariae (4-5), con intonaco presso le pareti e pavimento in laterizi, all’interno dei quali furono rinvenuti numerosi frammenti di dolia. Nell’ambiente 7 è stato riconosciuto in via ipotetica un ampio magazzino o deposito. Gli ambienti 8-22 non sono ancora stati identificati nella loro specifica funzione, ma potrebbero costituire depositi o alloggi per la schiavitù. Tramite l’ambiente 23 si raggiunge un secondo gruppo di ambienti, che si articola a nord-est della corte quadrangolare. Si segnala in particolare l’ambiente 32, con pavimento in tessellato a schema centralizzato, l’ambiente 35, che ospita un lacus rettangolare fornito di pozzetto di espurgo, accessibile mediante quattro gradini, verosimilmente alimentato dai torcularia 36 e 37. Nel vano 41 è stato riconosciuto un lacus vinarius, con vaschetta quadrangolare da cui parte una canalizzazione. Durante lo scavo della villa furono rinvenuti frammenti ceramici databili dal IV sec. a.C. ad epoca imperiale; lucerne databili dal II sec. a.C. ad epoca augustea; monete e oggetti metallici, tra cui un Lare in bronzo di I sec. d.C.; resti di condutture plumbee e fittili; statuette; una testa arcaizzante; piccole losanghe marmoree policrome, presumibilmente pertinenti in origine ad un pavimento in opus sectile andato perduto (pianta edificio tratta da ACCARDO 2000, fig. 63).
Grotta del Malconsiglio, torculario 1, pavimento in opera spicata Pavimento a commessi laterizi disposti a formare il motivo della spina di pesce, conservato per circa due terzi della superficie. Il rivestimento risparmia a sud-ovest uno spazio circolare definito da una canaletta e rivestito in mattoncini, destinato alla spremitura dell’olio.
Ambiente 32: l’ambiente si apre a nord-est della corte quadrangolare. Di esso è nota la pavimentazione, in tessellato bicromo decorato da una stella centrale composta da otto losanghe.
Cronologia Non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: 1926
Grotta del Malconsiglio, villa, ambiente 32, tessellato bicromo a schema centralizzato
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria? Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: bicromo
Tessellato bordato da una fascia bianca definita da due fasce di tessere nere e campito da un cerchio al cui interno è inscritta una stella formata da otto losanghe adiacenti con bottone centrale.
Accardo, S. 2000, in Villae romane nell’Ager Bruttius. Il paesaggio rurale calabrese durante il dominio romano, Roma, p. 124, fig. 65.Galli, E. 1929, Alla ricerca di Sibari., in Atti e Memorie della Società Magna Grecia, p. 56, fig. 33.