La denominazione di "Caseggiati a taberne" (I, VIII, 7-8) è riferita ad una serie di ambienti che fiancheggiano ad Ovest la via del Larario, in corrispondenza della porta occidentale del castrum. Tre taberne (VIII, 7) comunicano tra loro con scala indipendente per il piano superiore, non conservato; altri due ambienti (VIII, 8), di cui uno con vasca, comunicano con le taberne sulla via degli Horrea Epaghathiana.La costruzione degli edifici viene fatta risalire, sulla base della tecnica costruttiva e ai bolli laterizi, al periodo compreso tra Adriano e Antonino Pio: a questa fase è da riferire un pavimento a commesso di laterizi, a sua volta sovrapposto ad una serie di livelli pavimentali di epoca precedente. La pianta edificio è tratta da G. CALZA, Scavi di Ostia, I. Topografia generale, Roma 1953, tav. VII.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (2° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente a pianta quadrangolare con funzioni commerciali (taberna) o di servizio, pavimentata a commesso di laterizi.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (2° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: anni ’20 del XX sec.
Cd. Caseggiato a taberne (I, VIII, 7-8), taberna, pavimento a commesso di laterizi (Ost-CTb5)
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Pavimento a commesso di laterizi (‘mattoni quadrati’), individuato soltanto per un breve tratto al disopra di un precedente livello pavimentale in tessellato (Ost-CTb3).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (2° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici