Lo scavo, non visibile e non visitabile, si trova nei Quartieri Sud-Est della città antica, 15 m circa ad est del primo cardine a oriente del cardine massimo e 120 m circa a sud del secondo decumano a meridione del decumano massimo; nella città moderna l’area è ubicata sotto il c.d. Battistero Cromaziano della Basilica Patriarcale. La domus, che non è stata messa completamente in luce, presenta diverse fasi edilizie, di cui la più antica si colloca tra il I e il II sec.d.C. (Lopreato 1989). A questa fase appartengono i pavimenti A-H, scoperti alla profondità media di m -1.95 rispetto al piano lastricato del Battistero. Un nucleo di ambienti attribuibili a questo primo periodo è stato scoperto nell’area attorno alla vasca battesimale. Tre ampi vani svolgevano verosimilmente funzioni di rappresentanza: a nord-est il vano 1, con pavimento in opus sectile, e nel settore meridionale i vani 2 e 3, pavimentati in commessi laterizi e tessellato. A sud della vasca battesimale si estendevano tre ambienti adiacenti e pavimentati in cotto: il vano 4, a forma di elle, probabilmente un corridoio, il vano 5, identificato come cucina grazie al ritrovamento di pentole e vasellame (tra cui una scodella contenente i resti di un pasto), e infine il vano 6. Nel settore settentrionale dello scavo si sono individuati altri 2 ambienti adiacenti: il vano 7, con pavimento in cotto, e il vano 8, ornato da un cementizio con scaglie. L’alzato di questa fase della dimora doveva essere in mattoni, come suggerisce il ritrovamento di uno strato di laterizi. Numerosi frammenti di stucchi eseguiti a stampo e di pitture parietali ascrivibili su base stilistica al II sec.d.C. si sono recuperati nello strato di crollo di tutto il settore occidentale dell’edificio: tra essi si ricorda un lacerto di affresco raffigurante pannelli separati da candelabri, con scena di battaglia nel pannello centrale. Altri frammenti colorati, soprattutto rossi, presentano motivi decorativi diversi: fasce azzurre e gialle, fiori, foglie, animali. Alcuni lacerti dipinti con tracce di incannucciato testimoniano che la decorazione interessava anche i soffitti. Si ricorda inoltre che il ritrovamento nel vano 2, nello strato di crollo e sotto ai resti relativi alla copertura, di un frammento di tessellato non pertinente al pavimento del piano terra, rende verosimile l’ipotesi che la residenza avesse un piano sopraelevato. Dopo la distruzione dell’edificio a causa di un incendio nella seconda metà del III sec.d.C. (lo strato di bruciato è stato datato su base archeologica) ha inizio la seconda fase edilizia, che interessa soprattutto il settore settentrionale: i vani 7 e 8 risultano dotati di nuovi pavimenti e il pavimento del vano 1 viene restaurato. La III ed ultima fase, collocata ipoteticamente nel V sec.d.C., vede ulteriori cambiamenti: il vano 8 riceve un terzo rivestimento musivo e il vano 1 appare obliterato da un nuovo ambiente (vano 9) pavimentato in cotto; a questo periodo appartengono anche alcune murature di incerta interpretazione scoperte nel settore centrale dello scavo. Un secondo incendio causa infine l’abbandono definitivo della domus. E’ stato ipotizzato (Lopreato 1989) che tre vani scoperti durante le indagini archeologiche all’interno della Chiesa dei Pagani appartenessero a questo complesso (un quarto ambiente trovato nell’edificio di culto è attribuito invece ad un’altra domus). La pianta presentata è tratta da Novello, c.s. e mostra la seconda fase edilizia.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Casa del Battistero, vano 2, pav. in cotto e tess. con vasi Il pavimento presenta una stesura di cubetti di cotto che racchiude un pannello in tessellato. Quest’ultimo, bordato da fasce bianche e nere alternate, è decorato da un reticolato formato da una treccia a tre capi bianca delineata; i quattro scomparti quadrati, a fondo nero, presentano due vasi bianchi (rispettivamente un cantharos da cui fuoriesce una foglia lanceolata e una kykix da cui fuoriesce una hedera) e due racemi vegetali bianchi (rispettivamente di hedera e a foglie lanceolate, forse d’alloro).
Casa del Battistero, vano 3, pav. in cotto e tess. con esagono Il pavimento presenta una stesura di cubetti di cotto che racchiude un pannello quadrato in tessellato decorato da un quadrato inscritto nero, che include a sua volta un esagono allungato bianco.
Vano 1. Dell’ambiente è venuta in luce parte della pavimentazione in sectile (H), che suggerisce una datazione nel II sec.d.C.
Lunghezza: > 2.48 m – Larghezza: > 2.07 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1984 – Ente responsabile: SA TS
Casa del Battistero, vano 1, sectile con foglia di edera e stella
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: ad emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
Il pavimento è realizzato in opus sectile, ma non è possibile ricostruire lo schema geometrico originale in quanto è stato ampiamente rimaneggiato, fatta eccezione per un pannello rettangolare, che forse originariamente occupava il centro del rivestimento. Quest’ultimo presenta due quadrati adiacenti: in uno è inserito un cerchio con al centro una hedera e nell’altro una stella ad otto punte inscritta in un ottagono (il centro è un cerchio); il bordo consta di fasce geometriche diverse: a modulo quadrato, con cerchi e quadrati inclusi, a quadrati e rettangoli e a listelli rettangolari. Le lastre, consunte per il lungo uso, sono state sostituite da mattoni sesquipedali nella seconda fase dell’edificio.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
*a modulo quadrato con motivi semplici
hedera
*a modulo quadrato con motivi semplici
stella a otto punte
Referenza fotografica: Archivio MAN Aquileia, neg. 33724 (immagine su concessione del MiBACT – Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, con divieto di ulteriore riproduzione senza preventiva autorizzazione).
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ Restauri antichi: Le lastre, consunte per il lungo uso, sono state sostituite da mattoni sesquipedali nel IV sec.d.C.
Bertacchi, L. 2003, in Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine, p. 49, tavv. 31, 40, n.129.Del Francia, R. 2000, Sectilia Pavimenta della Venetia: una revisitazione critica, in Atti del VI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Venezia, 20-23 gennaio 1999), Ravenna, p. 98.Lopreato, P. 1989, Il Battistero cromaziano di Aquileia. Relazione preliminare degli scavi 1984-1988, in Chromatius Episcopus. 388-1988, Giornate di studio per il 16° centenario dell’elevazione all’episcopato di S. Cromazio vescovo di Aquileia (Aquileia 23-25 settembre 1988), Udine, p. 210 , fig. 3.Lopreato, P. 1991, L’area di Piazza Capitolo e la domus sotto il Battistero, in Aquileia Romana. Vita pubblica e privata, Catalogo della mostra (Aquileia, 13 luglio-3 novembre 1991), Venezia, p. 54.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatiana, Casa del Battistero, vano 1, sectile con foglia di edera e stella, in TESS – scheda 3005 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3005), 2007