La cosiddetta Casa del Ninfeo, adiacente sul lato E alla Casa delle Pitture, viene edificata alla fine del II secolo a.C. in un’area già precedentemente occupata da altre strutture (horreum e tempio), in parte reimpiegate per la realizzazione della domus stessa. Caratterizzata da un impianto ad atrio, questa presenta un palinsesto assai tormentato, dovuto alle continue modifiche di cui l’edificio fu oggetto almeno fino al III sec. d.C. Dall’ingresso posto sul lato O si accedeva all’atrio munito di impluvio e di cisterna di raccolta delle acque piovane. Due alae fiancheggiano l’atrio, mentre sul fondo si apre il tablino in asse con l’ingresso e affiancato sul lato NE da un ampio vano interpretabile come triclinio (9). Il settore NE della domus vede il reimpiego di tre ambienti (I-III), il centrale dei quali rimane scoperto, originariamente appartenenti ad un horreum. Nella prima metà del I secolo a.C. l’ambiente III viene convertito in atriolo, munito di una vasca centrale e pavimento in cementizio con inserti, direttamente accessibile dal triclinio.
Tra il 40 e il 30 a.C. la domus è interessata da un’opera di ristrutturazione volta alla nobilitazione di alcuni ambienti attraverso il largo impiego di marmo, di pavimenti in tessellato e la conversione del secondo atrio (III) in triclinio e del triclinio (9) in oecus aperto sul lato E direttamente su un ninfeo in parte sovrapposto al precedente tempio ormai defunzionalizzato. Il ninfeo si compone di una sala rettangolare stretta e allungata, la cui parete est si articola in sette nicchie al di sopra delle quali altrettante protomi leonine adducevano acqua. Strati di cenere e carbone databili verso la fine del I secolo a.C. testimoniano una parziale distruzione dell’edificio in questo scorcio cronologico.
Tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C. si registrano nuovi interventi che, oltre alla manutenzione e al rinnovamento di alcuni rivestimenti pavimentali, modificano l’assetto planimetrico della domus con la suddivisione di alcuni ambienti con tramezzi interni in muratura.
Tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C. la rpesenza di strati di cenere e carboni testimoniano il definitivo abbandono della dimora (pianta località edificio da Tamburini 2001, fig. 15 p. 26;
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Poggio Moscini, Casa del Ninfeo, ambiente 9 (oecus), opus sectile e tessellato (II fase) Il rivestimento, posto 10 cm sopra il livello del precedente pavimento, si compone di due tappeti, uno in tessellato relativo alla soglia e caratterizzato da dodici riquadri rettangolari affiancati, l’altro pertinente al campo e costituito da un opus sectile a quadrati listellati bordato da una fascia in mosaico a tessere bianche e nere disposte disordinatamente, impreziosita da inserti marmorei e piastrelle litiche esagonali. Il pavimento ha subito nel corso dei secoli rimaneggiamenti e restauri che ne hanno modificato l’aspetto originario. Secondo Balland e Tchernia (Balland, Tchernia 1966), anche gli elementi marmorei che decorano la fascia musiva sono da interpretare come una aggiunta posteriore. Nel VI secolo d.. nel pavimento in sectile fu scavata una tomba a cassa.
Poggio Moscini, Casa del Ninfeo, ambiente III (atriolo), commessi laterizi con effetto di fiore a sei petali (I fase) La pavimentazione originaria dell’atrio, rinvenuta negli strati sottostanti e di preparazione del successivo rivestimento in sectile e tessellato, era costituita da commessi laterizi (triangoli a lati concavi ed elementi ovoidali) formanti una composizione di cerchi allacciati con effetto di fiori a sei petali impreziositi da una tessera bianca centrale.
Poggio Moscini, Casa del Ninfeo, ambiente III (triclinio), opus sectile e tessellato (II fase) Rivestimento in tecnica mista costituito da un opus sectile (settore centrale del vano) e da un tessellato (lato N) variamente rimaneggiato. Il sectile presenta una formella centrale listellata con motivo a QD, otto formelle con motivo a Q3 di dimensioni maggiori (cm 52×52); sette formelle Q3 di dimensioni minori (cm 37×37) e unidici pannelli con motivi a Q2p e a QD. A NO il pavimento è stato risarcito in antico da lastre di schisto ardesiano. A N il pavimento in sectile è sostituito da un tessellato bicromo con motivo a scacchiera, gli scacchi caricati da due quadrati inscritti diagonalmente e delle medesime dimensioni delle formelle con motivo a Q3 di modulo maggiore. Secondo Balland e Tchernia (Balland, Tchernia 1966) originariamente il sectile prevedeva la presenza delle formelle Q3 di dimensioni maggiori seguite da formelle con motivi a QD e Q2p di dimensioni minori che contornavano il pannello con disco centrale (QD).
Vano quadrangolare aperto direttamente sull’atrio, interpretabile come tablino.
Lunghezza: 5,50 m – Larghezza: 5,50 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: Anni ’60
Poggio Moscini, Casa del Ninfeo, tablino, tessellato bicromo
Parte dell’ambiente: tablino Rivestimento con scansione: a copertura unitaria? Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: bicromo
Rivestimento in tessellato bianco e nero costituito, nella porzione rinvenuta, da un campo bianco delimitato da una fascia nera in ordito di filari obliqui, seguita internamente da una line tripla nera, una fascia monocroma bianca, una fascia monocroma nera e quindi una linea tripla bianca.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: cm 1,1-1,5 cm
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: cm 1,1-1,5 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli