Lo scavo, non visibile e non visitabile, si trova nei Quartieri Sud-Est della città antica, 130 m circa ad est del cardine massimo e contiguo al secondo decumano a sud del decumano massimo; nella città moderna l’area è ubicata 60 m circa a nord di piazza Capitolo e 130 m circa ad est di via Giulia Augusta, nel fondo Cossar-Basili, p.c. 598/2. L’edificio, che in questa sede viene denominato Casa del Triclinio, è stato indagato solo in parte e ne è stato messo in luce un unico nucleo di ambienti adiacenti. Il vano principale (vano 1), che verosimilmente fungeva da triclinio, presenta due fasi edilizie, una collocabile nel I sec.d.C e una nel secolo seguente, testimoniate sia dai rivestimenti pavimentali sia dalla decorazione parietale. A nord-ovest di questo ambiente è stato scoperto un secondo locale (vano 2), del quale si sono rinvenuti scarsi resti delle murature e un lacerto del pavimento in mosaico; un terzo ambiente (vano 3), la cui presenza è rivelata da avanzi di muri e da frammenti di tessellato, si trovava poco ad est del vano 1. Ad una più tarda fase dell’edificio appartiene infine una pavimentazione musiva datata su base stilistica tra il IV e il V sec.d.C., che copriva parzialmente il settore orientale del vano 1, estendendosi anche ad est di esso, e che verosimilmente faceva parte di un diverso ambiente (vano 4). L’esistenza di ulteriori vani è documentata dalla pianta pubblicata da Brusin 1927 e si ricava da diversi elementi: resti murari ad est del vano 2 e a nord-ovest e a sud del vano 1, nonché una soglia musiva lungo il lato occidentale e una soglia lapidea ad una certa distanza da quello orientale di quest’ultimo: purtroppo si ignora tanto l’estensione quanto l’orientamento di questi spazi. La datazione del complesso si basa sulla decorazione del mosaico più antico del vano 1, collocabile nel I sec.d.C. La pianta presentata è tratta da Brusin 1927, fig.10. Il nome del fondo è anche conosciuto come Basili (in Bertacchi 2003 è segnata l’ubicazione del fondo nella tav.31, n.37, ma non figura alcuna pianta).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Casa del Triclinio, vano 1, f. Cossar-Basili, p.c.598/2, t. con cerchi Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato a fondo bianco ornato da un’unità decorativa policroma a forma di T; sui due lati del gambo della T il fondo è largo 0.70 m., mentre in corrispondenza del tratto orizzontale della lettera solamente 0.10 m. Il pannello è bordato da fasce bianche e nere, da una fascia bicroma di denti di sega dentati e da una treccia a quattro capi policroma su fondo scuro; il campo presenta una composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi policrome allacciate su fondo scuro. Negli ottagoni sono inscritti quadrati dai lati concavi. I cerchi e i quadrati concavi sono decorati da complessi motivi geometrici.
Casa del Triclinio, vano 2, f. Cossar-Basili, pc598/2, t con quadrati Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato (è venuto in luce un lacerto) che nella pianta pubblicata appare bicromo; la decorazione geometrica consta di una composizione ortogonale di quadrati adiacenti formati da quattro rettangoli uguali delineati attorno ad un quadrato.
Casa del Triclinio, vano 3,Cossar-Basili, pc598/2, reticolo/ sectile ? Del pavimento, di cui si ignora la sorte e di sono venuti in luce scarsi frammenti, resta solo la documentazione grafica, che non consente di stabilire la tecnica di realizzazione. Da quanto pubblicato, sembra di poter riconoscere un bordo semplice e un campo a fondo chiaro chiaro, presumibilmente entrambi in tessellato, che racchiudono un pannello geometrico. Quest’ultimo, che potrebbe essere stato realizzato tanto in tessellato quanto in sectile e di cui è visibile una minima parte, appare decorato da un reticolato di fasce, gli scomparti caricati da un quadrato sulla diagonale.
Casa del Triclinio, vano 4, f. Cossar-Basili, pc.598/2, t. con meandro Del mosaico, di cui si ignora la sorte, sono venuti in luce alcuni lacerti anneriti dal fuoco che presentano una fascia bianca seguita da una fascia nera, un meandro di svastiche a giro semplice disegnato da una treccia a due capi. Il campo è verosimilmente ornato da un reticolato di fasce, gli scomparti caricati da un quadrato delineato incluso; gli scomparti sono decorati da nodi di Salomone, losanghe, quadrifogli, cerchi di quattro fusi e linee spezzate con effetto di squadre, disegnate da linee semplici dentate (o semplici). Altri motivi non sono più riconoscibili.
Vano 1. Il vasto ambiente, di cui sono venuti in luce alcuni tratti dei muri perimetrali in opus incertum (per un’altezza massima di 0.75 m), presenta due fasi edilizie. Nella prima l’ingresso si trova lungo il lato occidentale, le pareti si presentano rivestite di cocciopesto spesso 3 cm e dipinto in modo uniforme di giallo-rossiccio, e il pavimento appare abbellito da un tessellato bicromo, la cui decorazione suggerisce una datazione nel I sec.d.C. Nella seconda fase questo mosaico risulta coperto da un nuovo rivestimento policromo con scansione decorativa a T/U (databile su base stilistica nel II sec.d.C.), e le pareti vengono rivestite con un nuovo strato di cocciopesto (per un totale di 11 cm di spessore), ornato in modo da richiamare la decorazione pavimentale: in corrispondenza del gambo della T, infatti, si trova, per lo meno nello zoccolo, un’incrostazione parziale di lastrine di marmo, mentre in corrispondenza del tratto trasversale della T è documentato un rivestimento marmoreo coprente. Questa differenziazione si spiega forse con il diverso utilizzo delle due parti dell’ambiente, che aveva con ogni probabilità funzione di triclinio. In epoca tarda sopra al settore orientale del vano è stato collocato un diverso rivestimeno musivo, pertinente ad un nuovo spazio (vano 4), che si estendeva anche ad est del vano 1. In una fase non meglio determinata, infine, un muro con orientamento nord-sud ha diviso l’ambiente in due parti diseguali (la più ampia ad ovest).
Lunghezza: 13.40 m – Larghezza: 7.85 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Casa del Triclinio, vano 1, f. Cossar-Basili, p.c.598/2, t. con cerchi Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato a fondo bianco ornato da un’unità decorativa policroma a forma di T; sui due lati del gambo della T il fondo è largo 0.70 m., mentre in corrispondenza del tratto orizzontale della lettera solamente 0.10 m. Il pannello è bordato da fasce bianche e nere, da una fascia bicroma di denti di sega dentati e da una treccia a quattro capi policroma su fondo scuro; il campo presenta una composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti di incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi policrome allacciate su fondo scuro. Negli ottagoni sono inscritti quadrati dai lati concavi. I cerchi e i quadrati concavi sono decorati da complessi motivi geometrici.
Specifiche di rinvenimento Data: 1924 – Ente responsabile: SA TS
Casa del Triclinio, vano 1, f. Cossar-Basili, p.c.598/2, tess. bicromo
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato a fondo bianco bordato da una fascia nera. Brusin 1927 riporta che nell’interruzione del muro perimetrale si estendeva una fascia, probabilmente ad indicare la soglia, ornata da una fila di ovoli neri con inclinazione alternata, su fondo bianco. Immagine del rivestimento tratta da Brusin 1927, fig. 10.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Unità decorative
Parte dell’ambiente: soglia Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Brusin 1927 riporta che nell’interruzione del muro perimetrale si estendeva una fascia, probabilmente ad indicare la soglia, ornata da una fila di ovoli neri con inclinazione alternata, su fondo bianco. Nella pianta sembra distinguibile un bordo, verosimilmente (per contrasto con il fondo bianco), nero. Brusin propende per una datazione del I sec.d.C.
Brusin, G. 1927, Aquileia. Scavi e ritrovamenti occasionali in Aquileia, in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., Roma, pp. 274-275 , fig. 10, tav. XXII.