Edificio termale indagato a partire dagli anni ’50, erroneamente interpretato in un primo momento come basilica cristiana. Gli scavi hanno individuato due fasi di vita delle terme: la fase originaria di costruzione è assegnabile ai decenni compresi tra la fine del III sec. d.C. e la prima metà del secolo successivo sulla base dell’analisi stilistica dei rivestimenti musivi; in un secondo momento, da porre con prudenza intorno alla seconda metà del IV sec. d.C., si registrano interventi di ristrutturazione che sembrano avere apportato alcune modifiche all’assetto planimetrico. L’edificio si sviluppa lungo l’asse nord-sud nell’area scoperta della porticus del teatro. L’ambiente 1, pavimentato in tessellato, costituiva il vestibolo di entrata che permetteva di accedere ai due ambienti laterali 2 e 3 attraverso due porte, e al frigidario 4 attraverso un’ampia apertura, con ogni probabilità sormontata da un architrave o da tre archi. Il percorso termale vero e proprio aveva inizio con il frigidario 4, ampia sala a pianta quadrangolare dotata delle due vasche absidate laterali a-b e probabilmente di un bacino centrale per raccogliere le acque. Tramite tre gradini in parte ancora rivestiti in marmo, si accedeva alla vasca a, pavimentata in tessellato; solo due erano invece i gradini per raggiungere alla vasca b, dove è leggibile ancora il rivestimento parietale in lastre di marmo bianco posto su uno strato preparatorio costituito da cocciopesto con frammenti di marmo di vario colore. Attraverso due porte poste sul lato nord/ovest del frigidario, si accedeva al vestibolo 5 con pavimento in tessellato. Attraverso una porta posta sul lato nord/ovest si accedeva quindi al vano 6, tepidario a pianta quadrata, originariamente coperto da una volta a crociera. Il tepidario, di cui non si conservano tracce della pavimentazione, era direttamente comunicante con il calidario 7 a pianta trapezoidale, al quale sono accostati a nord, a est e a ovest tre piccoli ambienti: i vani absidati 8 e 9 e il vano 10 di forma quadrangolare, probabilmente appartenenti alla fase di ristrutturazione dell’edificio, in quanto sporgenti dal perimetro murario. Gli ambienti 8 e 9 conservano tracce di rivestimento parietale in marmo, mentre un lacerto di cementizio con rivestimento in marmo costituisce quanto rimane del pavimento dell’ambiente 10. L’ambiente 11, a pianta circolare e riscaldato da un proprio praefurnium, è stato interpretato come un laconico di cui si conserva solo il pavimento in laterizio dell’ipocausto, mentre la copertura doveva essere costituita da una cupola con apertura zenitale (pianta edificio tratta da Bueno 2011, fig. 110 p. 164).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Ambiente 5: ambiente quadrangolare stretto e fortemente allungato, con i lati minori absidati, collegato attraverso due porte con il’ambiente 4 e attraverso una porta con l’ambiente 6. Si tratta probabilmente di un vestibolo che aveva la funzione di separare il frigidarium dal tepidarium e dunque di isolare gli ambienti caldi del complesso termale da quelli freddi, limitando la dispersione del calore. I muri perimetrali sono quasi completamente rasati ed è pertanto impossibile stabilire le caratteristiche del rivestimento parietale, mentre pressoché intatto è il rivestimento pavimentale, in tessellato con motivi geometrici.
Lunghezza: 1,15 m – Larghezza: 2,15 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: seconda metà ‘900
Vallebuona, terme, ambiente 5, tessellato con composizione di cerchi allacciati (Volt-08)
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
Tessellato a decorazione geometrica con composizione di cerchi allacciati con effetto di quadrifogli. In prossimità delle due absidi, lungo i lati brevi, la decorazione del tappeto è chiusa da un rettangolo suddiviso in quattro quadrati decorati alternativamente da un nodo di Salomone e da un cerchio inscritto, a sua volta campito da un quadripetalo rosa.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 237b – composizione ortogonale di cerchi secanti ("cerchi allacciati"), (formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli), i fusi campiti
Bueno, M. 2011, in Mosaici e pavimenti della Toscana (II secolo a.C. – V secolo d.C.), Roma, pp. 165;327-328;475;480-481, tav. CXVI,3-4.Munzi M.; Terrenato N. (a cura di) 2000, in Volterra. Il teatro e le terme. Gli edifici, lo scavo, la topografia, Firenze, 87-89.