Lo scavo, non visibile e non visitabile, si trova nei Quartieri centro-settentrionali della città antica, 65 m circa a nord del secondo decumano a settentrione del decumano massimo e poco ad ovest del secondo cardine a oriente del cardine massimo, sul quale il complesso edilizio probabilmente affacciava; nella città moderna l’area è ubicata in località Monastero, nel fondo Ritter-Zahony (Bertacchi 1998 lo cita come fondo Cassis), pp.cc. 424/6/21-425/4/6/9/14, nell’area compresa tra via Pellis a nord, via Salvemini ad est, via Gemina a sud e via Leicht a ovest. La domus è stata indagata solamente in parte e pertanto la sua articolazione non è pienamente comprensibile. I resti scavati comprendono alcuni tratti murari, per lo più in opus mixtum, e numerose pavimentazioni, che offrono l’unica base per la cronologia delle diverse fasi edilizie. Purtroppo gli studiosi non sono unanimi sulle datazioni e allo stato attuale delle conoscenze non è possibile stabilire quali vani siano coevi a prescindere dalla decorazione dei rivestimenti: la comprensione della planimetria e della cronologia delle diverse fasi della residenza (o delle residenze, in quanto anche l’appartenenza ad un unico complesso non è accertabile) risulta pertanto gravemente compromessa. In questa sede si adotta la cronologia e la suddivisione in quattro fasi di Novello, c.s. Alla fase più antica, ascrivibile nel I sec.a.C., è attribuito un vano pavimentato in cementizio e tessere, rinvenuto sotto al mosaico del più tardo vano 7, mentre non è ascrivibile con certezza a questo momento un secondo cementizio ornato da tessere scoperto sotto il vano 9, ma ad una quota superiore rispetto ai rivestimenti della seconda fase. Quest’ultima è collocata tra la seconda metà del I sec.a.C. e il II sec.d.C., e vede la domus articolata attorno a due nuclei. Il primo gravitava attorno allo spazio 1, che potrebbe essere stato una corte scoperta, come sembra suggerire presso l’estremità nord-orientale un tratto di muro con un possibile resto di colonna in laterizio, visibile in pianta (cfr. Brusin 1927, tav.III, riportata anche in Donderer 1986); del pavimento restano alcuni lacerti musivi. A sud della corte si estendeva il triclinio 2 e a nord-ovest l’ambiente di rappresentanza 3 (situato però ad una quota inferiore), entrambi ornati da un mosaico. Poco a nord del vano 3 si apriva il vano 4, con possibile funzione di soggiorno, il cui mosaico appare più tardo di quello della corte 1. Poco ad est si trovava il vano 5, abbellito da un tessellato con scaglie e che verosimilmente svolgeva funzioni di rappresentanza, ma il suo rapporto con la vicina area scoperta non è attualmente identificabile. Per quanto riguarda il secondo nucleo della dimora, esso è stato messo in luce nel settore orientale dello scavo. Partendo da nord, pavimenti di pregio caratterizzano il vano di soggiorno 6 (in cotto e tessellato), e le due probabili sale di rappresentanza 7 e 8 (in tessellato e scaglie). Ad est di questo gruppo, il vano 9 viene dotato in questa fase di un nuovo rivestimento in tessellato, mentre dell’ambiente 10 posto ad ovest non resta che un lacerto musivo insufficiente a stabilire l’articolazione degli spazi; a sud del vano 8, infine, si impostava l’ambiente 11 con il pavimento in commessi laterizi disposti a spina di pesce. Nella terza fase edilizia della domus, datata nel V sec.d.C., nella corte 1 compare un nuovo mosaico, policromo e nella parte sud-orientale dello scavo, infine, è stato scavato un ambiente (vano 12) abbellito da un prezioso pavimento in sectile e tessellato, ma non è del tutto certo che appartenga alla domus.
La quarta fase, per concludere, che comprende forse più sottofasi non meglio determinate cronologicamente, è interessata da alcune ristrutturazioni che non sembrano aver compreso nuovi pavimenti di pregio: il mosaico del vano 7 risulta parzialmente distrutto da varie murature (che sembrerebbero aver diviso lo spazio in almeno tre ambienti distinti, di cui quello a nord-ovest dotato di un pozzo), nei vani 5 e 11 viene installato un sistema di suspensurae per il riscaldamento e il settore occidentale del vano 9, infine, viene in gran parte distrutto da un condotto per la circolazione dell’aria calda con orientamento nord-sud. Questa struttura, larga 1.04 m, con pareti interne intonacate e piano in mattoni sesquipedali, si divideva a sud in due rami, di cui quello occidentale copriva in parte il pavimento del vano 8. La pianta presentata è tratta da Novello, c.s.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Domus Ritter, vano 12, pp.cc. 424 – 425, tess.-sectile L’articolazione del pavimento, di cui si ignora la sorte, non è chiara. Un’ampia zona in tessellato bicromo racchiude un pannello (3.70 x 6 m) realizzato in sectile. La parte in tessellato comprende una composizione ortogonale di ottagoni adiacenti (formanti quadrati), delineati, gli ottagoni caricati da un ottagono concavo iscritto a sua volta caricato da un quadrato concavo iscritto formante pelte (con effetto di circoli tangenti che circondano quadrilobi). Nel pannello in sectile si riconosce uno schema con quadrati separati da listelli: nei quadrati si trovano un tondo o due quadrati sulla diagonale inscritti; altre formelle non sono listellate ed almeno una presenta semplicemente un quadrato posto di punta. Nella documentazione fotografica si distinguono anche quadrati di dimensioni maggiori in cui compaiono figure geometriche. Un settore del pavimento è decorato da stelle di sei punte bianche con al centro esagoni scuri.
Domus Ritter, vano 3, pc.424 – 425, tess. con volatile in gabbia Il pavimento è un tessellato di cui è venuta in luce un’ampia fascia policroma (5.30 x 1.60 m) che presenta tracce di fuoco. Si conserva un nastro ondulato con calici trifidi su fondo scuro, una fascia a fondo chiaro con un cespo di acanto spinoso a tre foglie da cui si dipartono due racemi a volute con foglie di vite e grappoli d’uva (a uno dei racemi di vite è appesa una gabbia in cui è rinchiuso un volatile), una fascia con denti di sega dentati e fasce chiare e scure alternate.
Domus Ritter, vano 3, pp. cc. 424 – 425, tessellato con stelle Del mosaico è conservato un lacerto in tessellato (2.36 x 1.05 m), in cui si riconosce un tratto del bordo, formato da fasce bianche e nere alternate, e parte del campo, ornato da una composizione triassiale di stelle di sei punte tangenti, formanti losanghe, in colori contrastanti, con le stelle iscritte negli esagoni di un nido d’ape delineato; al centro degli esagoni compresi nelle stelle si trova un fiore bianco a sei foglie. I resti murari conservati indicano che originariamente il mosaico doveva misurare in lunghezza almeno 6.55 m.
Domus Ritter, vano 4, pc 424-425, tess. con stelle di 2 quadrati Il pavimento è un tessellato a fondo bianco ornato al centro da un pannello policromo. Quest’ultimo, bordato da fasce bianche e nere alternate e da una fila di spine rettilinee corte nere, presenta una composizione ortogonale di stelle di due quadrati allacciati disegnati da trecce policrome, tangenti per una punta, gli spazi di risulta cruciformi scompartiti in un quadrato contornato da quattro coppie di losanghe, con effetto di ottagoni adiacenti. Le stelle sono caricate da fioroni compositi di otto elementi, i quadrati da motivi diversi, tra cui un fiorone unitario di quattro S a volute affrontate con apice; anche i triangoli di risulta lungo i bordi sono decorati con schemi complessi, quale un fiorone longiforme di pelte con volute ed apice, quest’ultimo formato da una foglia di edera. Il mosaico presenta alcuni restauri antichi realizzati con tessere bianche.
Domus Ritter, vano 5, pp.cc. 424 – 425, t. con punteggiato di dadi Il pavimento, di cui si conservano 6.00 x 3.18 m, è un tessellato bordato da una fascia bianca, il cui campo a fondo nero racchiude al centro un pannello rettangolare. Quest’ultimo, anch’esso a fondo nero, è circondato da tre linee nere, tre bianche, una treccia a calice, tre linee bianche e tre nere, ed è decorato da lastre marmoree policrome e quadrate disposte in file regolari (5 x 15 file). Il pavimento è stato restaurato in epoca antica con tessere più grandi delle originali ed è stato parzialmente distrutto da pilastrini relativi ad un sistema ad ipocausto realizzato in una fase successiva.
Domus Ritter, vano 6, pc 424 – 425, p. cotto e tess con reticolato Il pavimento presenta una stesura di cubetti di cotto che racchiude in posizione decentrata un pannello in tessellato. Quest’ultimo è bordato da fasce bianche e nere alternate, una fascia di denti di sega dentati e da una linea doppia con le tessere disposte a scacchiera. Il campo presenta un reticolato di fasce bianche con quadrati neri nei punti di incrocio, gli scomparti delineati.
Domus Ritter, vano 7, pp.cc. 424 – 425, tessellato Il pavimento è un tessellato in gran parte distrutto da interventi successivi; la parte di campo messa in luce, a fondo bianco, racchiude un riquadro rettangolare a fondo bianco racchiuso da una fascia nera. Il pavimento è bordato da una fascia bianca seguita da una fascia nera.
Domus Ritter, vano 8, pp.cc. 424 – 425, tess. con meandro Il pavimento (si conservano 1.38 x 1.20 m) è un tessellato policromo di cui sono venuti in luce alcuni lacerti. Il campo è ornato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche contrapposte a doppie T e di quadrati, in prospettiva. Il quadrato superstite è caricato da un fiorone composito di 8 elementi contigui: 4 petali affusolati e 4 pelte (qui il centro è un quadrato a lati concavi). Il bordo presenta fasce bianche e nere alternate, una linea di crocette nere non contigue e denti di sega dentati. Il pavimento è stato restaurato in antico con lastrine irregolari di marmo bianco.
Domus Ritter, vano 8, pp.cc. 424 – 425, tess. con scaglie Il pavimento è un tessellato bordato da una fascia bianca seguita da una fascia nera e il campo a fondo bianco racchiude un pannello a fondo nero incorniciato da fasce bianche e nere alternate e decorato da singole tessere bianche, crocette e scaglie marmoree colorate.
Domus Ritter, vano 9, pp.cc. 424- 425, tessellato con stelle Il pavimento è un tessellato bicromo bordato da un’alta fascia nera, il cui campo bianco racchiude un pannello incorniciato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati e da una fascia a denti di sega dentati, e campito da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale.
Vano 2. Dell’ambiente, verosimilmente accessibile dal vano 1, sono venuti in luce alcuni lacerti murari e parte del pavimento musivo, che suggerisce una datazione nel secondo quarto del II sec.d.C.; al momento dello scavo una parete (è ignoto quale) conservava l’intonaco affrescato a tinta unita.
Lunghezza: 9.40 m – Larghezza: 6.27 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1930 – Ente responsabile: SA TS
Domus Ritter, triclinio 2, p.c. 424-425, tessellato con cerchi
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a T+U Tipo di impaginazione: composita Cromia: bicromo
Il pavimento è un tessellato a fondo bianco bordato da una fascia nera e ornato da tre pannelli formanti una T e circondati, ad una distanza di 50 cm, da una cornice a forma di T formata da una fila di crocette diritte e contigue, con effetto di linea dentata e dentellata. Il pannello maggiore della T, corrispondente allo stelo, mostra alla base una fascia con al centro un quadrato fiancheggiato da due linee di spine rettilinee corte, ed è campito da una composizione ortogonale di cerchi e di quadrifogli tangenti, formanti spazi di risulta in forma di esagoni concavi allungati. I cerchi sono decorati da un fiorone di 8 elementi legati, da un quadrilobo di pelte attorno ad un quadrifoglio e da una ruota di pelte attorno ad un nodo di Salomone; gli esagoni concavi da racemi di hedera a forma di S. I pannelli minori della T sono decorati da una composizione ortogonale di quadrati e losanghe adiacenti, in colori contrastanti, a rete di svastiche.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: 1.0; le tessere di restauro antico 1.0-2.0 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 1y – fascia monocroma
DM 1t – linea tripla
DM 1i – linea doppia
DM 4h – fila di crocette diritte e contigue, con effetto di linea dentata e dentellata (i dentelli lunghi opposti a coppia)
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.0; le tessere di restauro antico 1.0-2.0 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
var. DM 158a – composizione ortogonale di cerchi e di quadrifogli tangenti, formanti spazi di risulta in forma di esagoni concavi allungati
quadrilobo di pelte con apice attorno ad un quadrifoglio
DM 11d – spine rettilinee corte, in colori contrastanti
DM 2f – linea dentellata (dentelli lunghi di 2 tessere)
var. DM 158a – composizione ortogonale di cerchi e di quadrifogli tangenti, formanti spazi di risulta in forma di esagoni concavi allungati
racemo di hedera ad S
var. DM 158a – composizione ortogonale di cerchi e di quadrifogli tangenti, formanti spazi di risulta in forma di esagoni concavi allungati
ruota di pelte ortogonali attorno ad un nodo di Salomone
DM 161c – composizione ortogonale, a rete di svastiche, di quadrati e di losanghe adiacenti
losanga
var. DM 158a – composizione ortogonale di cerchi e di quadrifogli tangenti, formanti spazi di risulta in forma di esagoni concavi allungati
fiorone
DM 1i – linea doppia
non documentato – fiorone composito di 8 elementi legati: 4 volute affrontate e 4 petali affusolati
Oggetto conservato: parte del bordo e del campo – Conservato in: museo (Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, a terra, nel passaggio tra i 2 quadriportici) Restauri antichi: Vi sono alcuni restauri antichi in tessere più grandi. Restauri moderni: Il mosaico è stato strappato e consolidato su una base cementizia.
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