Il santuario della Magna Mater fu costruito nell’area sud-occidentale del colle Palatino tra il 204 (anno dell’introduzione del culto a Roma) ed il 191 a.C. appositamente per accogliere il simulacro della divinità, giunto dalla Frigia. Il complesso di culto, orientato in modo del tutto diverso rispetto agli edifici preesistenti (Nord Est-Sud Ovest, dovuto probabilmente a motivi cultuali), fu dotato – in una fase successiva – di una grande platea poggiante su ambienti voltati con funzione sostruttiva, direttamente collegata con il vicino tempio della Vittoria. Dagli attuali resti risulta che il tempio era prostilo esastilo, di ordine corinzio; la cella presentava un colonnato addossato alle pareti (nel II sec. a.C. con capitelli ionico-italici) e un plinto in muratura per la statua di culto, collocata forse all’interno di un’edicola, inglobata nella parete di fondo. Il tempio si elevava su un imponente podio in opera cementizia che, insieme alle fondazioni poggianti direttamente sulla roccia del Palatino, misurava quasi m. 9 di altezza. Le fonti tramandano la notizia di due importanti restauri: il primo nel 111 a.C., promosso da C. Cecilio Metello Caprario, console del 113 a.C. (a cui si deve la sistemazione della platea circostante al tempio e dei sottostanti ambienti); il secondo nel 3 d.C., promosso dallo stesso Augusto, che lo rinnovò integralmente.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III a.C. (1° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio X, Palatino, Tempio della Magna Mater, vasca cultuale, pavimento a tessere di laterizio Pavimento a grandi tessere di laterizio ("a cubetti di cotto"). Il pavimento copre l’intera superficie dell’ambiente ad esclusione di una piccola porzione del lato Nord, dove vi è una lacuna. Nel lato NO sono evidenti alcune tracce di bruciato: le tessere assumono un colorito più scuro ed una patina nerastra (tracce dell’incendio del 111 a.C ?). Le tessere, approssimativamente quadrangolari, presentano dimensioni abbastanza omogenee, con sporadiche inserzioni di elementi di dimensioni inferiori e di forma rettangolare. La colorazione presenta alcune variabili, dovute ai diversi impasti dei laterizi da cui furono ritagliate: prevalenza di giallo con inserti anche in rosso e arancio. L’ordito è abbastanza regolare, quasi dritto.
Tempio della Magna Mater, cella. Il vano presentava un colonnato addossato alle pareti (nel II sec. a.C. con capitelli ionico-italici) e un plinto in muratura per la statua di culto, collocata forse all’interno di un’edicola, inglobata nella parete di fondo
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata – Ente responsabile: SS RM
Regio X, Palatino, santuario della Magna Mater, tempio, cella, opus sectile
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: tricromo
Pavimentazione in opus sectile a modulo rettangolare semplice a base mista (1.18 x 0.60) caratterizzata da una fascia perimetrale costituita da due file di lastre (di calcare grigio la più esterna, di marmo bianco la più interna); la zona centrale è invece rivestita di lastre di breccia del Circeo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Pensabene, P. 1995, Resti pavimentali nell’area sud-ovest del Palatino, in Atti del II Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del mosaico (Roma, 5-7 dicembre 1994), Bordighera, p. 322, figg. 3-4.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Regio X, Palatino, santuario della Magna Mater, tempio, cella, opus sectile, in TESS – scheda 5173 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5173), 2008