L’edificio termale si trova nei pressi del comune di Casalvieri, nella valle di Comino, al confine con Abruzzo e Molise. Esso fu individuato nel corso di una campagna di scavo effettuata nel biennio 1990-1991 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Lo scavo fu effettuato a seguito del rinvenimento di numerosi ex-voto fittili, frammenti ceramici e reperti numismatici riportati in luce dalle attività agricole nei pressi di un’antica casa colonica in prossimità di via Sferracavalli. L’edificio termale riportato in luce, inquadrabile in età tardo-repubblicana, sorge su un’area presso cui in precedenza insisteva un complesso santuariale munito di una sorta di lago sorgivo all’interno del quale i pellegrini gettavano gli ex-voto, con differenti fasi di vita che si estendono cronologicamente dal VII fino al II secolo a.C. Nello specifico gli ambienti termali, con allineamento est-ovest, localizzati presso il settore meridionale dello scavo, in parte si sovrapposero all’area in cui furono rinvenuti i reperti votivi. Sono stati scavati due grandi vani a pianta rettangolare con cortina muraria in opera incerta (1-2); uno dei vani (1) conserva il sistema di suspensurae, per cui è stato identificato come calidario. Dal vano si accedeva ad un ambiente absidato con tre piccole vasche. Il calidario è affiancato ad ovest da un secondo ambiente a pianta rettangolare che conserva il pavimento a mosaico, interpretabile forse come frigidario (2). Nelle murature dell’impianto, costruite in opera incerta di grezza fattura, fu riadoperata un’anta di altare, che potrebbe documentare una trasformazione dell’antico luogo di culto e/o il suo decadimento. È interessante notare il sistema di adduzione dell’acqua, che veniva convogliata tramite una serie di canalizzazioni dal laghetto in cui venivano gettate le offerte. Durante i primi secoli dell’Impero gli ambienti termali subirono degli adeguamenti, verosimilmente funzionali a nuove esigenze: gli ambienti 1 e 2 furono tramezzati con delle murature; a S del vano 2 fu aggiunta una vasca con sedile (3), mentre a N fu realizzata una struttura simmetrica absidata (4). Il santuario, che sorgeva nei pressi di uno snodo nevralgico per il collegamento con il Sannio, era verosimilmente dedicato ad una divinità femminile connessa al culto delle acque (pianta località edificio tratta da Bellini 2004, p. 105; pianta edificio tratta da idem, fig. 13 p. 97).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente 2: vano a pianta rettangolare con cortina muraria in opera incerta di grezza fattura, interpretabile forse come frigidario. Conserva il pavimento a mosaico bianco con scena figurata. In una seconda fase, databile nei primi secoli dell’età imperiale, il vano fu tramezzato con delle murature; fu aggiunta una vasca con sedile (3) a S, mentre a N fu realizzata una struttura simmetrica absidata (4).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1990-1991
Casale Pescarolo, ambiente 2, mosaico con delfini
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: monocromo
Il vano conserva un rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco costituito da grandi tessere litiche. Al centro, mediante l’uso di tessere litiche di dimensioni minori, sono raffigurati quattro delfini affrontati disposti attorno alla figura di un tridente, in posizione centrale.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
AA. VV. 2004, Il santuario di Casale Pescarolo in valle di Comino., in Religio. Santuari ed ex voto nel Lazio meridionale. Atti della giornata di studio, Terracina, p.97.