scheda

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb. 14, tess. a pseudoemblema
Ravenna ( RA )


Lo scavo di via D’Azeglio 47 ha messo in luce un complesso abitativo pluristratificato in cui tra la fine del V sec. d.C. e l’inizio di quello successivo viene costruito il cosiddetto "Palazzetto bizantino" (sito 35). L’edificio si imposta nell’area precedentemente occupata da due domus (cfr. domus N di via D’Azeglio 47, e domus S di via D’Azeglio 47) separate da una strada con andamento NO-SE. Non è chiaro in realtà se si tratti di un’unica nuova abitazione o se si debbano separare gli ambienti posti a N da quelli posti a S, tuttavia, seguendo la tradizione letteraria che li indica complessivamente come appartenenti al “Palazzetto bizantino”, si è scelto di trattarli insieme.
Durante la prima fase, tra la fine del V sec. d.C. e l’inizio del VI sec. d.C., la strada viene defunzionalizzata mediante la costruzione dell’ingresso trasversale 1, la cui pavimentazione in mosaico denuncia immediatamente l’alto livello del complesso in esame. Il settore N mantiene in realtà l’assetto planimetrico assunto già nel IV sec. d.C. (cfr. domus N di via D’Azeglio 47, descrizione dell’edifico, terza fase abitativa): gli ambienti 11 e 12, pavimentati in opus sectile (vedi schede degli ambb. 11 e 12 in domus N di via D’Azeglio 47), rimangono esattamente gli stessi e corrispondono rispettivamente alle stanze 3 e 4 del nuovo contesto. In maniera analoga la corte scoperta 5, priva di pavimentazione, esiste già come tale dal IV sec. d.C., mentre la stanza 2, precedentemente un ingresso completamente aperto sulla strada e privo di pavimento, viene ora dotata di un complesso tessellato policromo. Nel vano 7, uno spazio di servizio destinato ai visitatori della casa, trova posto una latrina ed il pavimento continua ad essere un semplice battuto di terra. Declassato risulta invece il vano 6, probabilmente un altro spazio di servizio, in cui un battuto di terra copre il precedente mosaico di V sec. d.C. (cfr. amb. 10 domus N di via D’Azeglio 47). Nel settore S del palazzetto, la stanza 8, pavimentata in tessellato geometrico policromo, è stata variamente interpretata: una stanza di soggiorno in fondo al corridoio 10, o un vano di passaggio analogo all’ambiente 2, simmetrico rispetto all’ingresso 1. Indipendentemente dalla funzione, su di essa si apriva ad E l’ambiente 9, anch’esso pavimentato in tessellato, mentre della stanza 14, ad O, pavimentata in semplice cementizio, non si conoscono gli accessi. Nell’estremo angolo O dello scavo si trova l’ambiente 13 che assieme ai vani 11 e 12 costituisce la parte scoperta e non pavimentata della casa. Infine anche la lettura dei vani 15, 16 e 17, in questo momento dotati rispettivamente di un pavimento in cementizio e di rivestimenti in opus sectile, cambia a seconda che si riconosca in essi un ninfeo monumentale gravitante sulle strutture per l’acqua della corte 13, o una serie di piccoli ambienti collegati al corridoio 10.
Durante la seconda fase, collocata circa alla metà del VI sec. d.C., il settore S del palazzetto va incontro ad importanti cambiamenti. I vani 11 e 12, precedentemente aree scoperte, vengono ora dotati di una pavimentazione in opus sectile, mentre l’ambiente 14, prima in cementizio, riceve ora un tessellato policromo con pseudoemblema figurato.
La terza fase di vita del complesso abitativo si situa tra la fine del VI sec. d.C. e l’inizio del VII sec. d.C. Gli interventi più rilevanti riguardano le stanze già modificate nelle fase precedente: gli ambienti 11 e 12 perdono infatti il rivestimento in opus sectile in favore di una nuova pavimentazione in tessellato geometrico. La stanza di rappresentanza 10 viene ampliata ed il nuovo tessellato, posto in continuità con quello precedente, presenta una complessa decorazione policroma.
L’abbandono dell’area si data a partire dal VII sec. d.C., momento in cui nell’area si imposta una necropoli (Planimetrie tratte da "Atria longa patescunt", in corso di stampa; prima, seconda, terza fase).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Palazzetto bizantino via D’Azeglio 47, amb 12, pav. in opus sectile
Pavimento in opus sectile.

Palazzetto bizantino via D’Azeglio 47, amb 12, tess cerchi annodati
Rivestimento costituito da tre unità decorative di cui due a disegno geometrico ed una a decorazione vegetalizzata. La prima unità occupa la soglia E dell’ambiente e presenta una composizione iterativa di bipenni delineate. La seconda, nel vano della stanza, è costituita da una composizione ortogonale di cerchi annodati, formanti ottagoni irregolari a lati concavi. La terza infine ricopre la soglia O ed è decorata da un fiore a calice trifido, affiancato da volute a ricciolo. Al momento dello scavo l’unità decorativa del vano si conservava in stato di quasi integrità, mentre molto più lacunosa risultava la soglia E, di cui rimaneva circa la metà. Della soglia O se ne mise in luce un breve lacerto nel settore N, affiancato da chiari interventi di restauro (Immagine tratta da Baldini Lippolis, 2004, terza fase abitativa).

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb 10, tess cerchi allacciati
Tessellato costituito da un bordo a fila di pelte diritte e affrontate, ai lati di una losanga sdraiata, e da un campo a cerchi allacciati in colori contrastanti, con effetto di fasce. Al momento dello scavo il tessellato si conservava in maniera estesa ed in buono stato, ad eccezione di due lacune rispettivamente nei settori NO e SE, tali comunque da non comprometterne la ricostruzione complessiva dello schema geometrico.

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb 11, retic. di quadrati
Rivestimento costituito da due unità decorative, rispettivamente per la soglia posta a SE dell’ambiente, e per il vano a reticolato di quadrati. Al momento dello scavo del rivestimento si conservava un ampio lacerto collocato nel settore N della stanza ed una breve porzione parallela al lato S della medesima (Immagine tratta da Baldini Lippolis, 2004, terza fase abitativa).

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb 16, opus sectile isodomo
Rivestimento in opus sectile costituito da un bordo a fascia dato da lastre scure allineate, e da un campo con decorazione a struttura isodoma bianca, profilata di listelli rossi. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera piuttosto lacunosa: rimaneva parte della preparazione in cementizio su cui erano allettate alcune lastre marmoree.

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb 17, opus sectile isodomo
Pavimento in opus sectile a struttura isodoma listellata. Della pavimentazione rimane tuttavia solo la preparazione in cementizio su cui si conservano le impronte delle laste asportate in antico. Il rivestimento sembra essere del tutto simile a quello rinvenuto nella stanza limitrofa ad E (cfr. amb. 16).

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb 2, tes con stella e cerchi
Rivestimento in tessellato policromo costituito da un bordo a doppia cornice delimitante un campo a pseudo emblema quadrato, con composizione centrata di un cerchio intorno ad un altro cerchio. Il rivestimento si conservava in stato di quasi integrità al momento dello scavo ad eccezione di una lacuna lungo il lato NO della stanza.

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb 8, tes di ottagoni concavi
Rivestimento costituito da un bordo a fila di quadrati e rettangoli sdraiati, adiacenti, e da un campo a composizione ortogonale di ottagoni concavi caricati di quadrati anch’essi concavi, formanti pelte. L’effeto complessivo risulta essere di circoli tangenti che circoscrivono quadrilobi. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera piuttosto lacunosa, tale comunque da permettere una ricostruzione pressochè completa dello schema decorativo.

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb. 1, reticolato di trecce
Tessellato costituito da due unità decorative relative rispettivamente alla soglia ed al vano della stanza. La prima unità è decorata da un motivo di bipenni, mentre la seconda presenta un campo a reticolato di treccia a due capi, con motivi geometrici variati. Il tessellato si presentava, al momento dello scavo, in condizioni di quasi integrità salvo una lacuna al centro del lato lungo SE, che tuttavia non pregiudicava la ricostruzione complessiva del rivestimento.

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb. 14, cementizio monocromo
Cementizio monocromo.

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb. 15, cementizio monocromo
Cementizio costituito da frammenti di terracotta arancioni e beige entro una matrice di colore grigio-beige. Al momento dello scavo il rivestimento si conservava in maniera estesa nella parte dell’ambiente messa in luce, ad eccezione di una lacuna collocata circa al centro. E’ stata avanzata inoltre l’ipotesi che possa trattarsi di una preparazione per una pavimentazione in opus sectile simile alle stanze adiacenti verso O.

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb. 9, tess. a cuscini
Tessellato costituito da un bordo decorato da una fascia percorsa da una sinusoide e da un campo a composizione reticolata di quadrati curvilinei e di cerchi adiacenti formanti ottagoni irregolari e concavi. Al momento dello scavo si conservava un lembo di tessellato delle dimensioni di circa 5.8 x 1.3 m lungo la parete NO della stanza.


Ambiente 14: ambiente di forma rettangolare, collocato tra la strada che divide il complesso abitativo in due settori, ed i vani 12 e 13. Durante la prima fase di vita del palazzetto bizantino la stanza venne pavimentata in cementizio monocromo. Durante la seconda fase ricevette però un rivestimento in tessellato policromo con pseudo-emblema centrale figurato, cui si aggiunse nella terza fase un ampliamento di tale rivestimento nel settore O della stanza. L’accesso al vano sembra essere stato collocato ad O, oltre i limiti dello scavo, in apparente contrapposizione con l’orientamento verso E dello pseudo-emblema figurato. E’ possibile tuttavia che al momento della stesura del tessellato in questione, di seconda fase, fosse in realtà presente un accesso ad E, in seguito obliterato, oppure, se questo non fu mai presente, che l’orientamento della scena figurata sia imputabile ad altri fattori, quali ad esempio la funzionalità della stanza medesima (Planimetria tratta da "Atria longa patescunt", in corso di stampa, prima fase).

Lunghezza: >12 m – Larghezza: 6.9 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1994

Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb. 14, tess. a pseudoemblema

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Rivestimento costituito da due unità decorative rispettivamente per la parte E della stanza, risalente alla seconda fase abitativa del complesso, e per la parte O, aggiunta in seguito ad un ampliamento, durante la terza fase.
L’unità E è costituita da un bordo a coppia di sinusoidi allacciate e da un campo a pseudo-emblema collocato su uno sfondo a composizione reticolata di quadrati tangenti sulla diagonale, con quadrati inscritti negli spazi di risulta cruciformi.
L’unità O, separata dalla precedente da una fila di quadrati e rettangoli sdraiati, presenta un bordo a treccia a due capi seguita da una fascia a reticolato di linee dentate. Il campo è decorato da una composizione in un cerchio di una corona di otto cerchi.
Al momento dello scavo l’unità E si conservava in stato di quasi integrità ad eccezione di una lacuna significativa nel settore N dello pseudo-emblema, mentre dell’unità O si mise in luce circa un quarto dell’estensione calcolata.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Misure
Lunghezza: >12 m; Larghezza: 6.2 m;

Unità decorative

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: centralizzata a emblema/pseudoemblema
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato, costituito da un bordo a coppia di sinusoidi allacciate, disegnanti cerchi, e da un campo a pseudoemblema figurato al centro di uno sfondo decorato da una composizione reticolata di quadrati tangenti sulla diagonale, con quadrati inscritti negli spazi di risulta cruciformi.
Il bordo del rivestimento inizia con una breve stesura monocroma, bianca, a filari paralleli perpendicolari rispetto agli assi della stanza, che termina contro una linea doppia di tessere, ancora di colore bianco. Segue una linea tripla di tessere bianche incorniciata tra due linee semplici nere. Oltre a tali elementi si trova una coppia di sinusoidi allacciate, contrapposte, formanti una fila di cerchi. Le sinusoidi sono costituite da cordoni a bordi dritti, profilati di nero e sfumati rispettivamente nei colori del bianco-azzurro e bianco, e nei toni dell’arancione fino al bianco nuovamente. I cerchi presentano ciascuno un fiore con crocetta quadripetala dal centro nero ed i petali sfumati in arancione e rosa. Gli spazi triangolari di risulta tra le sinusoidi sono decorati da triangoli dentati sfumati nei medesimi colori. Il bordo termina con una linea semplice nera, seguita da una fascia monocroma bianca e da un’ulteriore linea semplice di tessere nere.
Il campo presenta una composizione reticolata di quadrati più grandi e più piccoli tangenti sulla diagonale, con quadrati inscritti negli spazi di risulta cruciformi. Tutta la composizione è costruita da una linea semplice di tessere nere. I triangoli poggianti sui lati dei quadrati inscritti negli spazi cruciformi sono campiti in modo tale da formare fasce perpendicolari tra loro di quadrati tangenti sulla diagonale, su uno sfondo alternativamente bianco ed arancione.
I quadrati più piccoli sono sempre caricati da altri quadrati, coassiali, sfumati nei colori del grigio e dell’arancione o del grigio e bianco.
I quadrati maggiori sono caricati anch’essi di un ulteriore quadrato, profilato di nero, su fondo bianco-beige, dai riempimenti molto variati: coppie di pelte affrontate, quadrati dentati ed iridati, quadrati a lati concavi caricati di quadrati minori ruotati di 45°, file policrome di linee spezzate, crocette quadripetale, bipenni, file policrome di quadratini accostati per lo spigolo e varianti di queste composizioni geometriche.
I quadrati inscritti negli spazi cruciformi presentano la medesima ricchezza e varietà sia geometrica, sia cromatica appena descritta, con l’aggiunta di alcuni elementi che vale la pena menzionare: nodi di Salomone, quadrifogli con petali alternati a triangoli dentati policromi, quadrati a stuoia, croci di quattro ogive, cerchi con nodi ad occhiello, ruote di quattro nodi, squame adiacenti e delineate, croci di linee policrome formate da gruppi i quattro tessere. La distribuzione di tali elementi nei quadrati forma in questo caso file di riempimenti uguali o simili, oblique rispetto agli assi della stanza.
Al centro del campo si trova un pannello a pseudoemblema delle dimensioni di 1.95 x 2.4 m con decorazione figurata rivolta verso E. La scena, delimitata da una linea semplice di tessere nere, mostra un cerchio di quattro giovani danzanti, accompagnati da un suonatore di siringa posto sullo sfondo. Dei personaggi, identificati quali Geni delle Stagioni, si conservano integri i tre di sinistra, mentre di quello di destra, sotto il suonatore, rimangono le gambe nude, un breve lacerto della tunica, le mani ed i piedi calzati con sandali. La presenza spighe appena sopra la lacuna, ha permesso la sua identificazione con il Genio dell’Estate. Opposto a questo si trova la figura della Primavera, vestita di una corta tunica rossa e coronata da una ghirlanda di foglie e fiori, mentre al centro, di spalle, si trova l’Autunno. La personificazione, ancora a capo inghirlandato, porta un tunica bianca al ginocchio con scuri decori circolari in basso e sulle spalle. L’Inverno, frontale, veste una lunga tunica verde con mantello e cappuccio da cui spuntano esili steli di erbe palustri; piedi e polpacci sono completamente coperti da alte calzature chiuse, sì che della persona rimangono scoperti solo il volto e le mani. Il suonatore di siringa presenta un tunica simile a quella dell’Autunno, ma non porta sul capo alcuna corona: non meno ricca è tuttavia la decorazione di questa figura poiché nella composizione dello strumento musicale sono state inserite tessere con lamina d’oro, al fine di rendere la lucentezza del metallo. Lo sfondo bianco dello pseudoemblema risulta interrotto solo dalla presenza di tre ghirlande sfumate in arancione ed azzurro, e dalle ombre dei personaggi portate al suolo.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
DM 1a – linea semplice
DM 1t – linea tripla
DM 68b – coppia di sinusoidi allacciate, in colore contrastantecrocette quadripetale
DM 1y – fascia monocroma

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 147a – composizione reticolata di quadrati più grandi e più piccoli tangenti sulla diagonale, con quadrati iscritti negli spazi di risulta cruciformi

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
Personificazione diStagioni
Figura diSuonatoreghirlande

 
 
Referenza fotografica: Immagine tratta da Baldini Lippolis, 2004.

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: centralizzata
Cromia: policromo

L’unità si compone di tre elementi: una fascia decorata da una fila di quadrati e rettangoli sdraiati; il bordo costituito da una treccia a due capi e da una fila di quadrati sulla diagonale; ed infine il campo, decorato da una composizione in un cerchio iscritta in un quadrato. La fascia, in realtà una parte del bordo, ma limitata al lato E, presenta una fila di quadrati e di rettangoli sdraiati, adiacenti, delineati e caricati rispettivamente da un quadrato e da una losanga iscritti.
Il bordo esteso a tutti i lati dell’unità decorativa inizia con una fascia monocroma bianca ed una treccia a due capi policroma, sfumata nei colori del bianco e del bianco-azzurro, e nell’arancione e bianco. Continua con un’ulteriore fascia monocroma bianca e con una fila di quadrati sulla diagonale, tangenti, formanti clessidre, disegnata da linee di gruppi di quattro tessere accostate per angolo. Ciascun quadrato è caricato da un ulteriore quadrato dentato ed iridato, quasi sempre coassiale, ma talvolta ruotato di 45°. Il bordo termina con una fascia monocroma bianca e con una linea semplice di tessere nere.
Il campo è costituito da uno spazio quadrato entro il quale si trova un cerchio inscritto, non tangente. I triangoli a base concava risultanti dalla sovrapposizione tra le due figure geometriche sono campiti da kantharoi a piccolo piede triangolare, sormontato da un globetto, con l’imboccatura rivolta verso il centro della composizione. Il ventre baccellato è sfumato nei toni del bianco e dell’azzurro, mentre il collo porta un decorazione di linee policrome dentate, formate da gruppi di quattro tessere. Dalla bocca escono racemi desinenti in foglie cuoriformi o lanceolate, campite di azzurro o sfumate nei toni del rosso.
Il bordo del cerchio inizia con una linea doppia bicroma, nera ed azzurra, cui segue una linea tripla di tessere bianche ed una fila di calici trifidi adiacenti, dritti e capovolti, alternativamente sfumati in bianco ed azzurro ed in bianco e rosso. Tale bordo termina con una linea semplice azzurra seguita da una linea tripla di tessere bianche.
Il campo del cerchio presenta una composizione in corona di otto cerchi tangenti con tutti i punti di tangenza ad intreccio. Tutta la composizione doveva essere disegnata da cordoni a bordi dritti, profilati di nero e campiti di azzurro con una linea mediana di tesser grigie, o sfumati nei toni dell’arancione. L’unico degli otto cerchi parzialmente conservato risulta caricato da un nodo di Salomone, mentre lo spazio trapezioidale a lati concavi adiacente, presenta un calice trifido arancione su fondo grigio.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 18e – fila di quadrati e di rettangoli sdraiati, adiacenti, delineati e caricati rispettivamente da un quadrato e da una losanga iscritti
DM 1y – fascia monocroma
DM 70h – treccia a due capi, policroma, con effetto di rilievo, su fondo chiaro
DM 15f – Variazione di fila di quadrati sulla diagonale, delineata, disegnata da linee di gruppi di quattro tessere accostati per angoloquadrati dentati ed iridati
DM 1j – linea doppia bicroma
DM 1t – linea tripla
DM 62a- fila di calici trifidi adiacenti dritti e capovolti

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
Dm 308b – composizione in corona in un cerchio e attorno a un cerchio, di 8 cerchi tangenti, tutti i punti tangenti a intreccio (qui a treccia a due capi, onda e fascia iridata) (corona a catena di cerchi tangenti a intreccio) (Décor, tav. 82f)

Decorazioni vegetali

MotivoModulo
Racemi desinenti in foglie cuoriformi o lanceolate

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
Figure diContenitori/vasi

 
 
Referenza fotografica: Immagine tratta da Baldini Lippolis, 2004.

Baldini Lippolis, I. 2004, Gli ambienti., in Archeologia urbana a Ravenna. La “Domus dei Tappeti di Pietra”. Il complesso archeologico di via D’Azeglio., Ravenna, pp. 103-109, figg. 146-160.
Canuti, G. 1994, Iconografia delle stagioni nei mosaici pavimentali antichi d’Italia., in Atti del I Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, Ravenna, pp. 501-502, 515-516.
Canuti, G. 1996, L’ultima eco di Dioniso a Ravenna. Considerazioni sul mosaico con la danza delle stagioni., in Felix Ravenna, Ravenna, pp. 71-110, figg. 1.
Canuti, G. 1999, Il girotondo dei Geni. Ellenismo tardoantico nell’Adriatico del VI secolo., in Venezia Arti, pp. 5-18, fig. 1.
Canuti, G. 1997, Considerazioni sull’iconografia del pannello con le stagioni di via D’Azeglio a Ravenna., in Atti del IV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, Ravenna, pp. 945-952, fig. 1.
Chevallier, R. 1999, Un motif rare sur une mosaique de Ravenne: la ronde des saisons., in Imago antiquitatis. Religions et iconographie du monde romain, Paris, pp. 177-185, fig. 1.
Maioli, M.G./ Racagni, P./ Perpignani, P. 2004, Lo scavo del complesso archeologico di via Massimo D’Azeglio a Ravenna. Completamento dei restauri relativi all’ampliamento stanza 10, in Atti del IX Convegno dell’Associazione Italiana per lo studio e conservazione del mosaico (Aosta, 20-22 febbraio 2003), Ravenna, pp. 754-755, figg. 1-7.
Maioli, M.G. 1993, Ravenna, via D’Azeglio, n. 47. Complesso archeologico., in Studi e documenti di archeologia, Bologna, p. 357.
Maioli, M.G. 1994, Il complesso archeologico di via D’Azeglio a Ravenna: gli edifici di epoca tardoimperiale e bizantina; relazione preliminare.
, in Seminario Internazionale sul tema: “Ravenna, Costantinopoli, Vicino Oriente”, Atti del convegno (Ravenna, 12 – 16 settembre 1994), Ravenna, pp. 55-56, figg. 2, 4.
Maioli, M.G. 1996, I mosaici del complesso di via D’Azeglio in Ravenna., in Atti del III Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Bordighera, 6-10 dicembre 1995), Bordighera, pp. 337-338, figg. 1, 3.
Maioli, M.G. 2003, Comune di Ravenna. La stratificazione urbana di via d’Azeglio., in Viaggio nei siti archeologici della provincia di Ravenna, Ravenna, p. 17, figg. 1, 3, 4.
Marini Calvani, M./ Maioli, M.G. 1995, in I mosaici di via D’Azeglio in Ravenna, Ravenna, pp. 24-31, 58-65. , figg. 1-7, 38-48..

DATA SCHEDA: 2010 | AUTORE: Quarello, Manuela | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Quarello, Manuela, Palazzetto bizantino, via D’Azeglio 47, amb. 14, tess. a pseudoemblema, in TESS – scheda 9027 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9027), 2010

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9027


* campo obbligatorio