scheda

Domus di via Vacca, corte, tessellato bicromo e lastre marmoree
Fondi ( LT )


Nel 2003, nell’ambito dei lavori di recupero strutturale che hanno interessato la chiesa di San Martino a Fondi (XIII secolo), sono stati rinvenuti, a ca. m 1,30 al di sotto del piano di calpestio dell’edificio sacro, alcuni resti archeologici. Tali evidenze, messe in luce dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, sono in parte riferibili ad una domus ubicata lungo via Vacca che, unitamente alla via Appia intra moenia (attuale Corso Appio Claudio), costituiva uno degli assi stradali principali della città. Le antiche strutture, che si estendono all’interno di un’insula abitativa di m 50×40, coprono un arco cronologico che si estende dall’età tardo-repubblicana fino al X-XI secolo d.C. (fasi A-E in pianta). Fase A: della prima fase edilizia, inquadrabile in epoca tardo-repubblicana, rimangono unicamente alcuni lacerti di pavimentazione in tessellato con inserti marmorei policromi in parte obliterati e danneggiati da strutture di epoca posteriore. Il pavimento sembra connesso ad O ad un secondo ambiente mediante una soglia di passaggio, rivestita in tessellato. I livelli pavimentali sono presumibilmente da attribuire ad un contesto di tipo abitativo. Fase B: nel corso della prima età imperiale i lacerti pavimentali di epoca precedente furono obliterati da un interro di m 0,30 funzionale alla creazione di un peristilio con portici colonnati munito di uno spazio centrale adibito a giardino. Di questo sono stati riportati in luce porzioni dei portici S-O e N-O, rivestiti in tessellato con punteggiato di dadi, in parte obliterati dalle murature perimetrali della chiesa. Il peristilio era delimitato da lastre in marmo lunense e rivestito da lastre marmoree di reimpiego. Fase C: intorno al II-III sec. d.C. il peristilio fu interessato dalla costruzione di una fontana semicircolare che andò ad occuparne gran parte dell’ingombro; la fontana conserva le pareti con paramento esterno in opera mista completamente rivestite in marmo. Contestualmente alla creazione della fontana, con tutta probabilità, la corte interna del peristilio, precedentemente adibita a giardino, fu pavimentata con lastre di marmo. Al di sotto del cortile colonnato si è rinvenuto un complesso sistema di condutture e di fistule plumbee la cui comprensione è in parte ostacolata da una falda freatica; la loro messa in posa e/o asporto in antico hanno in più parti danneggiato il pavimento a mosaico, parzialmente risarcito da lastrame marmoreo. Fase D: tra il V-VI secolo d.C. è documentato l’abbandono della fontana, come sembrano comprovare i reperti ceramici. In questa fase all’interno dell’abitazione venne impiantata una sorta di officina per la preparazione della malta; a tale scopo la fontana fu quindi interrata per colmare il dislivello esistente. Fase E: a questa fase, databile tra X-XI secolo d.C., corrisponde un generale innalzamento del piano di calpestio dell’area su cui, dopo circa un secolo, si impiantò la chiesa di San Martino (pianta loc. edificio tratta da Cassieri, Quadrino 2006, fig. 2 p. 182; piante edificio tratta da idem, fig. 9 p. 190).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Domus di via Vacca, tessellato con inserti e soglia bicroma
Porzione di pavimentazione in tessellato (m 4×0,60) con inserti marmorei in portasanta, giallo antico, brecciato, alabastro egiziano, africano verde e africano, delimitato da una fascia costituita da dodici filari di tessere bianche. Forse originariamente le fasce bianche erano due intervallate da una nera. Ad O il rivestimento è connesso ad un secondo lacerto musivo a tessere bianche con fascia di riquadratura nera riferibile alla decorazione di una soglia (m 0,40×0,15)


Nel corso della prima età imperiale la domus fu dotata di un ambiente a peristilio (fase B in pianta) che si sovrappose ad alcuni vani di epoca precedente. Dell’ambiente si conservano gli ambulacri N-O e S-O, entrambi rivestiti da un tessellato con punteggiato di dadi, in parte obliterati dalle murature della chiesa di San Martino, che a partire dal XIII secolo si impiantò nell’area. Gli ambulacri dovevano essere muniti di colonne, come documentano due basamenti a pianta quadrata lungo il braccio S-O. Il colonnato doveva essere realizzato in laterizio rivestito di stucco. In un primo momento la corte interna era adibita a giardino; successivamente, nel II-III sec. d.C. (fase C in pianta), contestualmente alla edificazione di una grande fontana a pianta semicircolare, la corte fu rivestita da un lastricato marmoreo realizzato con materiale di reimpiego.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
2003

Domus di via Vacca, corte, tessellato bicromo e lastre marmoree

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Pavimentazione in tessellato decorato da un punteggiato di dadi bianchi. Il mosaico, che riveste i portici colonnati del peristilio, è definito da fasce di bordura in colore contrastante che delimitano lo spazio prospiciente la corte colonnata. Nel corso del II-III sec. d.C. la corte interna venne lastricata e al suo interno fu edificata una vasca semicircolare rivestita da lastre marmoree. Contestualmente il tessellato subì un rappezzo presso la metà S dell’ambulacro, che vide l’inserimento di tessere bianche sparse sul fondo nero in maniera casuale e la presenza di tessere nere all’interno delle fasce perimetrali bianche. In un momento successivo tale rimaneggiamento subì un’ulteriore risarcitura per una lunghezza di ca. m 0,70, dovuta all’intervento di manutenzione di una sottostante canaletta.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Unità decorative

Parte dell’ambiente: portico
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: bicromo

a: pavimentazione musiva ornata da un punteggiato di dadi bianchi (calcare) su tessellato in colore contrastante (basalto). Il pavimento è delimitato, in prossimità della corte colonnata, da un bordo composto da sette filari di tessere bianche, dieci filari di tessere nere seguiti da otto filari di tessere bianche e da una fascia monocroma nera.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: cm 0,5-0,7. cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1y – fascia monocroma

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato con inserti di tessere musive di modulo maggiore)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: cm 0,5-0,7. I dadi bianchi misurano cm 3. cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 107b – punteggiato di dadi su tessellatum in colore contrastante

 
 
Referenza fotografica: Da Cassieri 2006, fig.5 p.185.
Parte dell’ambiente: corte
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: tricromo

b: pavimento in lastre marmoree di differente forma e dimensioni (da m 0,40×0,20 a m 0,20×0,10) realizzato con materiale di recupero. Il marmo impiegato è il bardiglio, il cipollino ed il lunense. Il rivestimento è delimitato da una fascia di lastre in marmo lunense (largh. m 0,44).

Bordo

Elemento non presente

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: non documentato
Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)
 
 
Parte dell’ambiente: vasca
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: policromo

c: pavimentazione a lastre di marmo in lunense, portasanta, greco scritto, bardiglio e cipollino. Tra le lastre se ne segnala una munita di foro, verosimilmente pertinente ad una soglia, ed una lastra con cornice modanata. Anche una delle lastre in portasanta sembra essere frutto di un riutilizzo.

Bordo

Elemento non presente

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)
 
 

Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (Chiesa di San Martino)

Restauri antichi: Nel corso del II-III sec. d.C. il tessellato subì un risarcimento di parte del bordo e del campo. Tale restauro vede l’inserimento di tessere bianche dissseminate alla rinfusa nel campo nero e la presenza di tessere nere nelle fasce di bordura bianche. In un momento successivo, non meglio documentato, alciuni lavori di manutenzione di una canaletta sottostante il piano pavimentale provocarono un ulteriore rimaneggiamento del manufatto per un tratto di ca m 0,70.
Restauri moderni: Consolidamento degli strati di preparazione e della malta di allettamento delle tessere condotti sia secondo metodologie tradizionali che mediante il ricorso alle fibre di carbonio. Successivamente il pavimento è stato interessato da un’operazione di pulitura e di protezione delle superfici.

Chiesa di San Martino (Riferimento: Don Luigi Mancini) via Vitruvio Vacca n.18 – Fondi (Lt)

Cassieri, N./ Quadrino, D. 2006, Uno scavo urbano: nuovi elementi per l’urbanostica di Fondi., in Atlante tematico di Topografia Antica. La forma della città e del territorio, Roma, pp.185-189, fig.5 p.185; figg.6-7 p.187; fig.8 p.189.
Quilici, L./ Quilici Gigli, S. 2007, Ricerche di topografia su Fondi., in Atlante tematico di Topografia Antica. Architettura pubblica e privata nell’Italia antica, Roma, p.284..

DATA SCHEDA: 2010 | AUTORE: Sposito, Francesca | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, Domus di via Vacca, corte, tessellato bicromo e lastre marmoree, in TESS – scheda 9551 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9551), 2010

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9551


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