scheda stampa

Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12198
Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 4, Sectile – Roma  ( RM)

edificio residenziale/villa
Gli Horti Lamiani occupavano la parte meridionale del pianoro dell’Esquilino, approssimativamente corrispondente all’area attualmente compresa tra Piazza Vittorio Emanuele e Piazza Dante (le coordinate geografiche si riferiscno ad un punto medio tra le due), sulla quale nel ‘600 sorsero villa Palombara e villa Altieri. Erano situati appena oltre il circuito murario urbano e confinavano ad Ovest con gli Horti di Mecenate, dai quali li separava la via Merulana antica (che andava da porta Esquilina a porta Celimontana, all’esterno delle mura Serviane); il confine Nord era segnato dalla via Labicana antica; il limite meridionale e quello orientale, incerti, erano probabilmente segnati dai naturali dislivelli del terreno.
Gli Horti Lamiani, fondati probabilmente da Lucius Aelius Lamia, furono tra le prime proprietà createsi sul colle dopo la bonifica di Mecenate alla fine del I secolo a.C., ed entrarono nel demanio imperiale probabilmente sotto l’impero di Tiberio. I giornali di scavo parlano di strutture in reticolato e laterizio; dalle fonti siamo a conoscenza di restauri ed interventi edilizi commissionati da Caligola e da Severo Alessandro, di cui questi Horti furono la residenza urbana preferita. Vennero probabilmente abbandonati nel corso del IV secolo, come accadde generalmente a quest’area della città, e come testimonia l’erezione in questo periodo di un piccolo complesso termale nell’attuale via Ariosto, edificato prevalentemente con pezzi di recupero (cfr. scheda).
La planimetria si articolava in un insieme di edifici dei quali attualmente è molto difficile ricostruire le funzioni e le connessioni. Si sono identificati un lungo porticato “ad archi e piloni” (n. 17 in pianta), che potrebbe forse essere interpretato come il fronte dell’edificio residenziale, su cui si aprono una serie di ambienti a pianta rettangolare allungata; realizzati in opera reticolata, conservavano all’epoca della scoperta il rivestimento ad affresco (il cui soggetto erano giardini). Alle spalle del porticato si rinvenne un criptoportico (n. 1 in pianta), che conservava una ricchissima decorazione parietale e pavimentale; alle testate di questo si aprivano due gruppi di ambienti, il primo a Nord costituito da due stanze, probabilmente sotterranee (n. 2), il secondo a Sud (n. 3-6) che dovrebbe costituire un impianto termale. In piazza Vittorio si rinvenne parte di una grande struttura semicircolare (n. 13), all’epoca della scoperta letta come teatro ma più probabilmente da interpretare come un grandioso ninfeo ad esedra; accanto si rinvennero alcuni ambienti di piccole dimensioni (n. 16), che conservavano parzialmente il pavimento marmoreo.



Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

AMBIENTE: corridoio
Corridoio (n. 4 in pianta), che partiva dall’ambiente con nicchie (n. 3) e terminava in un’ampia scala che doveva collegare le sale al piano superiore, di cui non rimaneva alcuna traccia. Doveva essere parte di un piccolo impianto termale (ambienti 3-6); manteneva al momento della scoperta la pavimentazione in sectile e lacerti del rivestimento parietale, realizzato nella stessa tecnica: i giornali di scavo e gli appunti del Lanciani notano che questo ambiente (e probabilmente gli altri limitrofi) avevano le pareti rivestite di lastre di lavagna “decorate da graziosi arabeschi eseguiti in foglia d’oro” (RT II, 18.2. ’75, p. 32; Lanciani R., The Ruins & Excavations of ancient Rome, Londra 1897, p. 104); lo stesso Lanciani data questi rivestimenti al III secolo e li attribuisce all’intervento di Alessandro Severo (Lanciani R., in “The Athenaeum” n. 2520, 12.02.1876, p. 238). Dell’intero sistema decorativo purtroppo non rimane alcuna traccia.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1874-5

Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 4, Sectile

Parte dell’ambiente: corridoio
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: bicromo

Pavimento in sectile non marmoreo a modulo geometrico (rettangoli listellati), costituito da lastre di palombino e lavagna disposte secondo un disegno reticolare a elementi rettangolari sfalsati

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Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

BORDO

Elemento non presente

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base non marmorea)

Referenza fotografica: Da Cima 1986, fig. 35, in bibliografia.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: non documentato – Conservato in: non documentato

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Cima, M. 1986, “Dagli scavi dell’Esquilino all’interpretazione dei monumenti”, , in Le tranquille dimore degli dei. La residenza imperiale degli Horti Lamiani, , Roma , p. 64, , figg. 2, 35..

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 4, Sectile, in TESS – scheda 12198 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12198), 2012
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12198

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano