Castello, vano B, lastricato lapideo – Susa ( TO )
edificio residenziale/palatium I recenti lavori di restauro del Castello della Contessa Adelaide di Susa (cfr. ubicazione, da BRECCIAROLI TABORELLI 1990, tav. XXI, n. 3: in rosso), volti alla creazione di una nuova area museale, hanno consentito di chiarire l’estensione e la funzione delle strutture portate in luce da Carlo Carducci fra il 1938 e il 1947 sulla rocca segusina: lo Studioso, durante i lavori di apertura della porta di accesso al Castello nel tratto di cinta immediatamente a S dell’Arco di Augusto, ebbe modo di indagare un vasto complesso di strutture, genericamente noto come “castrum”. Gli scavi, ripresi nel 1985-86 e fra il 2007 e il 2010, hanno messo in luce strutture murarie e pavimenti di un vasto complesso architettonico (800mq) esteso al di sotto del castello e identificabile, nel suo impianto più antico (fine I sec. a.C./inizio I sec. d.C.), come Praetorium, sede del governatore della Provincia delle Alpi Cozie, dotato di funzioni residenziali, governative e strategico-militari (a controllo della Via delle Gallie). In seguito il Praetorium viene trasformato in fortezza, in concomitanza con la creazione della cinta ridotta (fine III sec. d.C.), e infine obliterato dal castello (XI-XVIII sec.). Il palazzo originario occupa un’area di forma rettangolare (75m EO x 42.50m NS), secondo un progetto unitario che sfrutta il declivio naturale mediante riporti di terreno e ambienti voltati sul lato N, a sostruzione del piano di rappresentanza (cfr. planimetria generale, da BARELLO, CALABRIA, DEL PRETE 2012, fig. 133 p. 296. La pianta ingloba le strutture più prossime alla cinta di III sec. d.C., emerse dagli scavi Carducci e dai saggi 1985-86, cfr. BRECCIAROLI TABORELLI 1990 tav. XXV, e il settore scavato fra 2007-2010 sotto il Castello). Il settore occidentale, prossimo alla Porta Castello, è costituito da una serie di ambienti di ridotte dimensioni e di forme irregolari, disposti attorno allo spazio lastricato A (dal Carducci definito “cavaedium”, più probabilmente un “vestibulum”, vista la natura civile dell’impianto originario: cfr. BARELLO 2009, p. 226), aperto a O verso la strada. Verso E una scalinata conduce a un corridoio lastricato, a un vano pavimentato in “battuto di ghiaia, pietrisco, schegge di marmo e malta” (D) e agli ambienti di rappresentanza posti alla quota dell’attuale cortile; verso S uno stretto passaggio con porta ad archetto e una scaletta immettevano in una serie di ambienti, di cui uno lastricato (B) e due pavimentati in “mosaico rustico”, destinati ad alloggi e servizi (latrina). Con la costruzione delle mura, gli ambienti a E della strada delle Gallie vengono inglobati nel sistema difensivo: a S del vano D viene costruita una grande cisterna rettangolare, che oblitera un precedente ambiente di incerta funzione. Oltre ai lastricati e ai cementizi grossolani rinvenuti nei pressi della cinta (vani A-F), sono noti alcuni lacerti pavimentali pertinenti agli ambienti di rappresentanza del complesso: in letteratura si segnalano porzioni di tessellato (vani G-H), di “battuto di malta” (vano I), preparazioni in “cocciopesto” su vespaio di ciottoli (BARELLO 2008, p. 61) e tessere musive sparse (BARELLO, CALABRIA, DEL PRETE 2012, p. 297). Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
AMBIENTE: non determinato Vano B. Ambiente approssimativamente rettangolare, ubicato nella porzione S del settore occidentale e dotato forse di un "fontanile". Il rivestimento pavimentale è in lastre di pietra. Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1941
Castello, vano B, lastricato lapideo
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Lastricato omogeneo non marmoreo, in grandi lastre rettangolari di pietra grigia, di diverse dimensioni. Foto da CARDUCCI 1941, fig. 5 p. 24; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
BORDO
Elemento non presente
CAMPO
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: assente Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo non marmoreo)
Referenza fotografica: da CARDUCCI 1941, fig. 5 p. 24; rielaborazione grafica P. Da Pieve. In primo piano i vani E-F ("mosaico rustico": cementizio litico?); sullo sfondo corridoio C (lastricato).
CONSERVAZIONE Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ (Susa, Castello della contessa Adelaide) Info e prenotazioni: http://www.lemusestudio.it; info@lemusestudio.it. Susa, Castello della contessa Adelaide (Riferimento: SBAPMAE) Via al Castello – Susa
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Carducci, C. 1941, Susa. Scavi nell’area del castrum., in Notizie degli Scavi di Antichità, Roma, p. 25, figg. 2, 5.Lanza, E. 2001, Susa romana.Susa. , in I Romani in Val di Susa, Torino, fig. p. 53b.Mercando, L. 1993, La città, le mura, le porte., in La Porta del Paradiso. Un restauro a Susa, Torino, p. 82, figg. 90-91, 93-94.
CITAZIONE E CONDIVISIONE STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , Castello, vano B, lastricato lapideo, in TESS – scheda 12623 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12623), 2012 INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12623
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca