scheda stampa

Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17407
Settefinestre, villa, ambiente 21, tessellato geometrico policromo (Sfn-13) – Settefinestre – Orbetello  ( GR )

edificio residenziale/villa
Estesa su un poggio al centro della valle d’Oro, la villa di Settefinestre è costituita da due settori con diverse destinazioni funzionali: il settore residenziale (pars urbana) e quello produttivo (pars rustica), entrambi sottoposti a numerose modifiche strutturali riconducibili a due principali fasi edilizie del complesso. I FASE (età tardorepubblicana): il progetto architettonico del primo impianto della villa, avviato intorno al 40 a.C. da un membro dell’aristocrazia senatoria, come sembrerebbero indicare i bolli laterizi L. S. (Lucius Sestius, console nel 23 a.C.), contemplava un edificio a pianta quadrata di 150 piedi di lato (44, 35 m). Comunicanti tra loro attraverso alcuni corridoi, i due settori della villa erano accessibili dai due ingressi indipendenti 1 e 30, posti sul lato sud-est. La pars urbana era caratterizzata da una pianta assiale ad atrio e peristilio attraversato da un criptoportico. Il vestibolo 1 immetteva nelle fauci 2 da dove si raggiungeva l’atrio 3 ad ali con impluvio centrale. In asse con l’ingresso, si allineavano il tablino 8, direttamente aperto sull’atrio, il peristilio 18 e quindi l’esedra 22 che chiudeva l’edificio sul lato opposto. Sul settore meridionale dell’atrio prospettavano i cubicoli e il triclinio degli hospitalia (13-17); gli ambienti dell’angolo ovest (cubicolo 9 e sala corinzia 10, Sfn-07), caratterizzati da una maggiore raffinatezza dell’apparato decorativo ben percepibile nella sala corinzia, dovevano invece rientrare nel circuito di rappresentanza della villa, frequentato direttamente dal dominus. Sul lato est dell’atrio è stata riconosciuta la cella ostiaria 5, a sua volta collegata al settore di residenza del vilicus (cubicolo 7 e triclinio 6), a diretto contatto con la pars rustica dell’edificio. Intorno al peristilio 18, si distribuivano gli ambienti di rappresentanza 19, 20, 21 e sul lato nord-ovest due appartamenti indipendenti speculari separati dall’esedra distila 22 e costituiti da un cubicolo (24 e 27) e da un triclinio (25 e 28). I due corridoi speculari 23 e 26 garantivano l’accesso dal loggiato esterno 29 e il collegamento con il peristilio 18. Compreso nel settore produttivo, ma ben servito da un corridoio coperto, era il settore delle “piccole terme”, costituito dall’apoditerio-tepidario 32 e dal calidario 33 adiacente alla cucina 34. La pars rustica vera e propria era costituita da ampi ambienti destinati alla produzione di olio (ambiente del torchio oleario 35) e di vino (ambiente del torchio vinario 37, con l’adiacente lacus 38). II FASE (II sec. d.C.): in età traiano-adrianea si registra un passaggio di proprietà della villa da riferire probabilmente all’aristocrazia provinciale. L’edificio viene ora sottoposto a un progetto unitario di ristrutturazione, in parte legato alla riconversione produttiva dell’azienda. Dalla produzione dell’olio e del vino che aveva luogo nei locali rustici del corpo centrale, l’economia aziendale si rivolge ora all’allevamento, attività questa relegata in altri edifici separati dal corpo centrale. La pars urbana viene dunque ampliata fino ad inglobare i locali una volta destinati all’attività produttiva, ed ora convertiti in semplici vani di servizio. il cavedio della mola 31 assume la fisionomia di un atrio servile dotato di larario. Il vilicus, la cui presenza non è più necessaria all’interno della pars urbana, viene estromesso dal corpo centrale e sostituito dal procurator che si stabilisce nei vani disposti sul lato meridionale dell’atrio (ambienti 13-17). Con il nuovo inquilino, questo settore, destinato originariamente agli hospitalia, diventa un appartamento autonomo con accesso indipendente ed un minor numero di accessi all’atrio (conservati sono invece quelli sul loggiato) con nuovi pavimenti in tessellato. Il nuovo appartamento del vilicus, ora ubicato a margine della corte centrale del complesso (non in pianta), è invece il risultato più modesto dell’accorpamento di alcune cellae familiae, costituito da due ambienti con corridoio e ingresso e completato con rifiniture meno qualificate rispetto a quelle usate nel corpo centrale della villa. Il campionario dei pavimenti della villa è rappresentato nella maggior parte dei casi da rivestimenti in tessellato a semplice decorazione geometrica, enfatizzata, in particolare nelle stesure di I fase, dall’impiego di tessere policrome. La destinazione e la funzione degli ambienti appare intrinsecamente legata alla tipologia di rivestimento adottata: al settore residenziale della villa sono riservati i pavimenti in tessellato a decorazione geometrica, con la sola eccezione del sectile a cubi prospettici destinato all’oecus corinthius (10); i più semplici e funzionali commessi laterizi rivestono invece gli ambienti produttivi della pars rustica. I rari pavimenti in cementizio, infine, sono riservati alla pavimentazione dei “piccoli bagni” e del nuovo appartamento del vilicus di II fase (pianta edificio tratta da Bueno 2011, fig. 96 p. 148).


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

AMBIENTE: non determinato
Ambiente 21: ambiente rivestito da un tessellato geometrico policromo, relativo alla prima fase edilizia della villa.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
non documentata

Settefinestre, villa, ambiente 21, tessellato geometrico policromo (Sfn-13)

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Tessellato policromo a decorazione geometrica. L’ornato del pavimento musivo è ricostruibile grazie alle sinopie conservate nello strato di preparazione e ad alcuni frammenti sporadici del campo. Il disegno guida è stato realizzato attraverso un cordino allettato nella malta fresca. Il campo, bordato da un meandro continuo in tessere nere, presentava ipoteticamente uno schema policromo caratterizzato da una composizione ortogonale di quadrati adiacenti quadripartiti in scomparti triangolari, campiti in rosso, verde, viola, bianco, giallo.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

BORDO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 35f – meandro di svastiche a giro doppio

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Bueno, M. 2011, in Mosaici e pavimenti della Toscana (II secolo a.C. – V secolo d.C.), Roma, pp. 153, fig. 101; 215-217, tav. CI,3.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Bueno, Michele, Settefinestre, villa, ambiente 21, tessellato geometrico policromo (Sfn-13), in TESS – scheda 17407 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17407), 2014
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17407

DATA SCHEDA: 2014 | AUTORE: Bueno, Michele | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca