Cementizio

Introduzione

Nello studio e nella classificazione dei pavimenti antichi si riscontra spesso l’uso di molteplici definizioni  (accompagnato da una certa ambiguità descrittiva) per indicare una medesima tipologia di rivestimento, tendenza che si ritrova soprattutto nella bibliografia più datata ed è dovuta quasi sempre ad un uso improprio della terminologia ricavata dalle fonti antiche. La classe forse più penalizzata da questa confusione terminologica è quella definita convenzionalmente dei pavimenti “cementizi”, costituiti cioè da un conglomerato (“cemento” in senso lato) a base prevalentemente di calce mescolata ad aggregati di varia natura e dotato di particolare compattezza e resistenza, caratteristiche – queste ultime – che lo rendono immediatamente ed oggettivamente individuabile. In particolare nella letteratura archeologica il termine opus signinum, introdotto da Vitruvio (de arch. VIII, 6, 14), e quello moderno “cocciopesto” vengono in genere riferiti alla stessa tecnica e quasi sempre in relazione ad un rivestimento pavimentale. Questa consolidata tradizione è in parte giustificata dall’interpretazione del testo vitruviano e di alcuni brani di Plinio il Vecchio (nat. hist. XXXV, 165; XXXVI, 173) – a loro volta non concordi nella definizione di questa tipologia – che ha generato a sua volta, negli studi moderni, l’alternanza terminologica signinum/ opus signinum/ signino/ cocciopesto/ battuto (quest’ultimo nelle declinazioni più variate). Se il termine “battuto” non può in alcun modo essere confuso con il signinum/ cocciopesto – poiché il termine si riferisce ad una delle fasi della messa in opera e non implica necessariamente la presenza, nel pavimento, di un legante (e, quindi, l’esistenza di una vera e propria “struttura pavimentale”) – anche per il signinum/ cocciopesto è già stata messa in evidenza, da studi approfonditi (C.F. Giuliani, 1993), la netta distinzione, ricavabile proprio dalle fonti antiche, fra opus signinum (=struttura muraria e/o pavimentale) e cocciopesto (=rivestimento pavimentale o parietale).

Classificazione e inquadramento cronologico

Stabilito che il termine (opus) signinum/ signino non può essere riferito ad un pavimento (nonostante esso risulti ancora utilizzato nella più recente bibliografia, anche di taglio monografico), pare più opportuno, al fine di evitare ogni ambiguità d’identificazione, usare il termine convenzionale CEMENTIZIO per indicare quei piani di calpestio ottenuti da una miscela di legante (in genere calce) e di aggregati fittili o litici. Nell’ambito di questa classe pavimentale viene proposta una ulteriore suddivisione in funzione del tessuto o impasto di base, ossia del tipo di inerti omogeneamente inglobati nella matrice cementizia: tale classificazione, che è quella adottata anche nella banca dati TESS, è riassunta nella seguente tabella:
CEMENTIZI A BASE LITICA sono inclusi quelli a base lavicasenza inserti con tessere musive con inserti litici o litoidi con inserti marmorei con inserti misti
CEMENTIZI A BASE MARMOREAsenza inserti con tessere musive con inserti litici o litoidi con inserti marmorei con inserti misti
CEMENTIZI A BASE FITTILE c.d. cocciopestosenza inserti con tessere musive con inserti litici o litoidi con inserti marmorei con inserti misti
CEMENTIZI A BASE MISTAsenza inserti con tessere musive con inserti litici o litoidi con inserti marmorei con inserti misti
I materiali (litici, marmorei, fittili o misti) che costituiscono la “base” dei cementizi si intendono inseriti sotto forma di scaglie, schegge o, comunque, frammenti per lo più irregolari e dispersi nell’impasto senza alcuno schema dispositivo. Ovviamente si intenderanno “a base mista” soprattutto quei cementizi che contengono materiali diversi in quantità “competitive”, nel senso che, se in un cementizio è preponderante, ad esempio, il materiale fittile ma sono presenti, in quantità limitata o comunque contenuta, anche altri materiali tra quelli citati, il pavimento sarà definito in funzione del materiale predominante.

Per approfondire

  • GRANDI CARLETTI, M. 2001, Opus signinum e cocciopesto: alcune osservazioni terminologiche, in Atti AISCOM VII, pp. 183-197 (con ulteriore bibliografia).
  • GRANDI, M. 2001, Riflessioni sulla cronologia dei pavimenti cementizi con decorazione in tessere, in Atti AISCOM VIII, pp. 71-86.
  • GRANDI M., GUIDOBALDI F. 2006, Proposta di classificazione dei cementizi e mosaici omogenei ed eterogenei, in Atti AISCOM XI, pp. 31-38.
  • VASSAL, V. 2006, Les pavements d’opus signinum: Technique, décor,  fonction architecturale, Oxford (BAR International Series, 1472).
  • BRACONI, P. 2009, Ostracus, astrico e lastrico: i pavimenti in cocciopesto degli antichi e l’opus signinum dei moderni, in Atti AISCOM XIV, pp. 371-383.
  • GUIDOBALDI, F. 2014, Cementizi, in GUIDOBALDI et alii 2014, pp. 395-403.

Testo e immagini a cura di Claudia Angelelli

STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Cementizio, in TESS - Classi pavimentali, 2016
(http://tess.beniculturali.unipd.it/web/terminologia-e-definizioni/classi-pavimentali/cementizio/)