Il complesso post-teodoriano si articola in più strutture. L’edificio principale (A), molto ampio (m 73.40 x 31), utilizza tutta l’area dell’aula nord del complesso teodoriano (e parzialmente anche i suoi muri perimetrali) e si estende anche nella parte intermedia tra le due aule, prolungandosi verso est sotto il Cimitero dei Caduti. La pianta è rettangolare senza abside e, nella prima fase, gli ingressi sono a sud. L’edificio è diviso in tre navate, di cui la centrale è larga il triplo delle laterali. I basamenti che dividono la navata settentrionale da quella centrale sono sullo stesso allineamento di quelli dell’edificio teodoriano, ma sono il doppio di numero, e sorreggevano originariamente colonne robuste, poi sostituite da colonne piuttosto esili. La copertura consisteva con ogni probabilità in un tetto unico a capanna. Bertacchi 1980 ritiene che il progetto iniziale prevedesse di utilizzare i pavimenti musivi di epoca teodoriana: quello dell’aula nord e anche, almeno in un primo momento, il pavimento in cocciopesto dell’ambiente contiguo (E) e il mosaico con stella del vano L. A parere di Bertacchi l’edificio non era utilizzato, se non in casi eccezionali, per le cerimonie eucaristiche, ma serviva alla predicazione, come farebbe supporre la presenza di una passerella per il clero (solea): in questa funzione continuava la destinazione dell’aula nord teodoriana, cioé di Catecumeneo. Il battistero post-teodoriano (vano G), nel progetto iniziale, sfrutta il corridoio G della fase precedente, e risulta dotato di una vasca di forma esagonale allungata, inserita in una muratura a stella con sei lati concavi. Il battistero teodoriano (H) viene invece sostituito da due ambienti decorati da mosaici, uno quadrato (I) e uno rettangolare (L), che probabilmente servivano per la conservazione delle offerte (Bertacchi 1980, p.224). In un secondo momento il progetto risulta modificato e viene realizzato un altro pavimento musivo nella basilica, che si estende a più di un metro sopra al livello della sottostante aula nord: era infatti necessario raggiungere la quota di un nuovo quadriportico di accesso al complesso, eretto ad ovest dell’edificio, e realizzato sulle rovine di una precedente domus romana, i cui resti (per quanto livellati) si trovavano ancora ad una quota elevata di circa un metro rispetto all’aula nord. Questo quadriportico (schedato con l’Episcopio post-teodoriano) fungeva da raccordo tra la chiesa e altri edifici religiosi. Questa ristrutturazione interessa anche il battistero (vano G), il cui livello pavimentale viene rialzato e scompare la conformazione a stella della vasca. Il complesso post teodoriano è stato distrutto da un incendio durante l’invasione attilana nel 451 d.C. La datazione della costruzione, invece, è ancora dibattuta, ma in genere gli studiosi concordano sulla seconda metà del IV sec.d.C., considerando comunque due programmi edilizi diversi e tempi lunghi di realizzazione (cfr. supra) (sulla questione si veda Bertacchi 1980, p.227-228).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (3° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Basilica post-teodoriana, battistero, sectile con stelle Il pavimento è in lastre rettangolari di marmo lungo i margini dell’ambiente e lastrine disposte a formare stelle di esagoni e triangoli attorno alla vasca battesimale.
Basilica post-teodoriana, navata centrale, solea, tess. con quadrato La solea, in una terza fase, è stata allargata con la costruzione di muretti all’esterno di quelli succitati e il pavimento è stato ulteriormente sopraelevato. Ne è stato messo in luce solo un lacerto all’estremità orientale della solea, dopo una lacuna. Si tratta di un pannello quadrato (M) sopraelevato di circa 35 cm rispetto al restante pavimento della navata e largo 1.40 m. La decorazione consta di un quadrato disposto sulle diagonali, contornato da quattro pelte e inserito in un quadrato.
Basilica post-teodoriana, navata centrale, solea, tess. geometrico Il pav. musivo della solea è sopraelevato di circa 15 cm rispetto al restante pav. della navata (alcuni elem. indicherebbero che è successivo a quest’ultimo: cfr. Bertacchi 1972, coll.67-70), ed è decorato da più pannelli. I pannelli, a partire da W, sono così decorati: il pann. L mostra una comp. di "cerchi allacciati" formanti piccoli quadrati concavi e ottagoni irregolari concavi, a 3 colori, con effetto di file parallele di fusi isocromi (qui gli ottagoni caricati da un quadrato concavo inserito). Seguono un pann. con una losanga affiancata da due pelte, e il pann. I, che mostra un reticolato di linee semplici dentate, gli scomparti caricati da una crocetta quadripetala; seguono una fascia con denti di sega dentati (?) e il pann. H, ornato da una comp. ortogonale di cerchi e di quadrati sulla diagonale tangenti, con spazi di risulta in forma di rocchetti.
Basilica post-teodoriana, navata centrale, tessellato geometrico Il pav. è decorato da più pannelli. Nella parte E presenta solea terminante presso il quadratum populi. Pann. della navata: 1°: reticolato di linee dentate, 2°: comp. di stelle di 8 losanghe contornate da quadrati, 3°: reticolato di linee dentate, 4° (F): comp. di ottagoni adiacenti formanti quadrati, disegnata da treccia, 5° (G): comp. reticolata di fusi e di cerchi tangenti, 6° (E): comp. di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati maggiori. Pann. del quadratum populi, bordato da tralcio vegetale: A: reticolato di linee dentate, B: comp. di meandri di svastiche a doppio giro e quadrati, C, D, D1: comp. di ottagoni adiacenti formanti quadrati. Intercolumni: pann. con racemi a volute. Immagine rivestimento da Brusin 1934.
Basilica post-teodoriana, navata sud, tessellato con reticolato Il pavimento è un tessellato bordato da una fascia bianca seguita da due linee nere e ornato da un reticolato di linee semplici dentate, gli scomparti caricati da una crocetta quadripetala.
Basilica post-teodoriana, tessellato con Fenice Il lacerto venuto in luce raffigura la Fenice di profilo verso destra, il capo ornato da aureola e raggi, nel momento in cui brucia tra le fiamme (rappresentate da sette lingue rosse e rosa che le avvolgono le zampe). Il frammento doveva essere inserito in uno schema più ampio.
Dell’ambiente, la navata settentrionale della basilica, è venuta in luce parte della pavimentazione musiva.
Lunghezza: 17.75 m – Larghezza: 6.50 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (3° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1893, 1918, 1930-1931 – Ente responsabile: SA TS
Basilica post-teodoriana, navata nord, tessellato con reticolato
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
Il pavimento è un tessellato bordato da una fascia bianca seguita da due linee nere e ornato da un reticolato di linee semplici dentate, gli scomparti caricati da una crocetta quadripetala.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (3° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm
Bertacchi, L. 1971, La Basilica postattilana di Aquileia. Relazione preliminare dei recenti scavi, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, c. 46, fig. 23.Bertacchi, L. 1972, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, cc. 61-88.Bertacchi, L. 1980, Architettura e mosaico, in Da Aquileia a Venezia. Una mediazione tra l’Europa e l’Oriente dal II secolo a.C. al VI secolo d.C., Milano, p. 226.Bertacchi, L. 2003, in Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine, p. 55, tavv. 32 e 40, n. 170.Brusin, G./ Zovatto, P.L. 1957, in Monumenti paleocristiani di Aquileia e di Grado, Udine, p. 183, fig. 79.Brusin, G. 1930, Comunicazione sui più recenti scavi di Aquileia romana e cristiana letta al Congresso di Studi Romani il 25 aprile 1930, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, pp. 59-60, fig. 9.Brusin, G. 1934, in Gli scavi di Aquileia. Un quadriennio di attività dell’Associazione Nazionale per Aquileia: 1929-1932, Udine, p. 189, tav. V.Cecchelli, C. 1933, in La Basilica di Aquileia, Bologna, pp. 215-253, 279-283.Gnirs, A. 1919, Zur Frage der christlichen Kultanlagen aus der ersten Hälfte des vierten Jahrhunderts im österreichischen Küstenlande, in Jahreshefte des österreichischen Archaelogischen Instituts in Wien, pp. 197 ss.Lanckoronski von, K./ Niemann, G./ Swoboda, H. 1906, in Der Dom von Aquileia. Sein Bau und seine Geschichte , Wien, pp. 15 ss, 52 , fig. 38.Mirabella Roberti, M. 1957, Osservazioni sulla basilica post-teodoriana settentrionale di Aquileia, in Studi in onore di Aristide Calderini e Roberto Paribeni, Milano, pp. 863-875.