Vibo Valentia


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Pavimento a commessi laterizi disposti a formare il motivo della spina di pesce.

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Tessellato policromo disposto attorno ad una fontana marmorea e decorato con scene figurate. In particolare si distinguono tre pannelli, bordati da una treccia a due capi policroma: il primo con scena di amorini che gettano le reti in mare da un'imbarcazione; il secondo con amorini che ritirano le reti, circondati da animali marini; il terzo con "scene da giardino". Il mosaico è stato datato nell'ambito del III sec. d.C.

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Tessellato policromo a decorazione giustapposta. A sinistra il mosaico, definito da una fascia bianca e da una fascia nera, è campito da un reticolato di linee semplici dentate, gli scomparti caricati da un quadrato dentato nero. A destra si distinguono una fila di quadrati dentati sulla diagonale, una fascia con tralci vegetalizzati racchiusa su ambo i lati da una fascia bianca e una fascia nera, un motivo a onde correnti a giro semplice, che racchiudono un campo non visibile. Il tessellato è stato inquadrato cronologicamente tra la metà del I e la metà del III sec. d.C. Del pavimento si conserva unicamente la documentazione fotografica: a seguito del rinvenimento esso venne distaccato per essere conservato in un magazzino a Mileto, ma andò perduto nel corso dell'ultima guerra.

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Pavimento in tecnica mista (tessellato e sectile). Il bordo musivo è costituito da onde correnti a giro semplice seguite da una treccia a tre capi (bicroma?), inquadrata su ambo i lati da tre filari di tessere bianche alternati a due filari di tessere nere, da un motivo a onde correnti a giro semplice e da cinque filari di tessere. Il bordo è seguito internamente da una bordatura in opus sectile; in particolare si distinguono due listelli marmorei contenenti rettangoli campiti da losanghe con cerchi inscritti, alternati a meandri di svastiche. Al centro doveva trovarsi un pannello o pseudoemblema in sectile andato perduto, verosimilmente a schema centralizzato, come lascerebbe intendere la disposizione degli elementi ceramici nella malta di allettamento. Per la presenza di elementi plurilistellati, la pavimentazione va datata intorno alla metà del III sec. d.C. Del rivestimento è nota esclusivamente la documentazione fotografica: a seguito del rinvenimento esso venne distaccato per essere conservato in un magazzino a Mileto, ma fu distrutto nel corso dell'ultima guerra.

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Tessellato policromo a decorazione geometrica. Del bordo si distingue unicamente una treccia a calice policroma. Il campo presenta uno schema geometrico difficilmente ricomponibile, forse centralizzato. Dall'immagine fotografica è possibile distinguere una serie di quadrati, di rettangoli adiacenti e di fasce attorno ad un riquadro di dimensioni maggiori. I quadrati minori sono decorati da uno pseudoscudo di triangoli in un quadrato e da un motivo Q3 contornato da semifusi. I rettangoli e le fasce sono ornati con pelte diritte e affrontate ai lati di un quadrato sulla diagonale, i quadrati campiti da rosette stilizzate, da nodi di Salomone, da quadrati inscritti. Al centro una treccia a due capi policroma inquadra una composizione ortogonale di parallelepipedi tangenti, formanti triangoli. Il pavimento stilisticamente non sembra databile prima della metà del III se. d.C.

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Tessellato bordato da una fila di quadrati sulla diagonale caricati da quadrati di minori dimensioni, definita su ambo i lati da due fasce di tessere nere. La cornice è seguita internamente da una fascia con coppie di sinusoidi allacciate. Il campo è decorato da un motivo a squame interrotto al centro, verso l'alto, da un riquadro contenente la seguente iscrizione: + Pax ǀ in introi ǀ tu tuo (ICI, V, 46).

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Tessellato policromo campito da una composizione centrata, fitomorfa, in un quadrato ed attorno ad un ottagono a lati concavi posto sulle diagonali, di quattro cespi di acanto posti secondo le diagonali e quattro cespi di acanto di minori dimensioni sulle mediane. Internamente l'ottagono è decorato da busti di Stagioni femminili, rivolti verso l'esterno, alternati a pavoni e ad altri volatili, inseriti tra volute vegetalizzate. Al centro dell'ottagono è un cerchio profilato da una linea semplice punteggiata alternata ad una linea nera e ad una ghirlanda di alloro in ciuffi di cinque foglie seguita da denti di sega dentati e da due linee nere. Le fasce racchiudono una scena con pesci variamente disposti (calamaro, orata, spigola, triglia) che si stagliano su uno sfondo blu scuro.

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Tessellato con "una girandola in bianco e nero", da interpretare verosimilmente come uno pseudoscudo di triangoli (FAEDO 1994, p. 603 e nota 32).

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Tessellato policromo bordato da una fila di cerchi a volute stilizzate seguite da una fascia composta da coppie di quattro quadrati bicromi campiti rispettivamente da un motivo a scacchiera e bipartiti sulla diagonale. Presso i quattro vertici si dispongono tondi contenenti nature morte di pesci. Segue una fascia figurata, con anatre affrontate e contrapposte ed un trampoliere, inseriti in una vegetazione di tipo palustre. Al centro due linee di tessere nere profilano un riquadro con nereide su cavallo marino. La figura femminile, nuda, si aggrappa al collo dell'animale con la mano sinistra, mentre con la destra sorregge un velo che si inarca sopra la testa. L'ambiente marino è connotato dalla presenza di delfini che nuotano tra le onde, rese con lunghi tratti orizzontali accompagnati da tratteggi obliqui. Il tessellato è stato datato, su base stilistica, al tardo II sec. d.C. (FAEDO 1994, p. 606).

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Pavimento a commessi laterizi disposti a formare il motivo della spina di pesce.

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Pavimento in tessellato bicromo rinvenuto a m 2,40 di profondità "e formato da tessere bianche e nere non regolari e di spessore vario".

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