
A: ruderi a mezzacosta a ridosso della moderna SS Flacca: si tratta di un sistema di conserve d’acqua sostruite e dotate di un canale sotterraneo, funzionali al rifornimento idrico dell’edificio. I ruderi sono coevi al primo impianto della villa, con ristrutturazioni in tarda età repubblicana (murature in reticolato) e ancora successive.
B: Resti lungo l’arenile scarsamente conservati: essi consistono in strutture in parte sepolte sotto la sabbia che proseguono nel mare per un fronte di oltre m 300 e ad una profondità di m 50, che sembrano riferibili ad ambienti di differente tipologia, tra cui vani pertinenti ad un piccolo impianto termale. Tra gli ambienti basti citare un corridoio pavimentato in commessi laterizi e due vani recentementi riportati in luce di cui uno pavimentato da un mosaico policromo con motivi geometrici.
C: "Grotta" e area interessata dagli scavi archeologici effettuati negli anni Cinquanta. Le strutture visibili a N sono quelle maggiormente alterate; tra di esse si distingue un settore di incerta destinazione comprendente una serie di ambienti a pianta pressocchè quadrata (1). A partire dall’VIII sec. d.C. all’interno degli ambienti si insediò una comunità monastica che modificò i vani già profondamente rimaneggiati nel corso del II-III sec. d.C. Tra gli interventi si segnala la costruzione di un rozzo muro di recinzione (2).
Più a S si apre il c.d. quartiere occidentale, articolato attorno ad un vasto cortile con portici in laterizio su cui si apre una doppia fila di ambienti sviluppati su due piani ed in cui viene riconosciuto il settore di servizio per gli addetti alla gestione della villa (3). Le strutture, databili in età augusteo-tiberiana ed oggetto di rimaneggiamenti tra II sec. d.C. e la tarda antichità, insistono su parte dell’iniziale impianto repubblicano. Le cortine esterne dei vani sono in opera reticolata, a volte anche bicolore (calcare e tufo); non si conservano le pavimentazioni ad eccezione del pavimento in opera spicata di una forica che si apre a S-O. Lungo il lato E è infine riconoscibile un piccolo impianto termale creato in epoca tarda.
Ad una quota inferiore si sviluppa la zona più prettamente residenziale, composta dal triclinio e dalla "grotta", la cui sistemazione è da ascrivere alle ristrutturazioni augusteo-tiberiane. Si conserva un sistema porticato di tre muri paralleli, probabilmente un portico a due navate, forse un ginnasio (4), collegato ad un viale che conduce ad una grotticella naturale trasformata in ninfeo affrescato e pavimentato a mosaico, dotato di due padiglioni simmetrici (5).
A S-E dell’area si apre un ampio bacino acquatico (6), al di sopra del quale insiste una coenatio con murature in opera incerta (I fase), originariamente articolata su due piani e prospiciente sulla grotta maggiore. Tra gli ambienti si conserva un cubicolo affrescato con pavimento in cementizio decorato con tessere. La coenatio subì varie modifiche nei secoli successivi, soprattutto nel corso delle ristrutturazioni augusteo-tiberiane (II fase), quando nel basamento prospiciente il mare furono ricavate una serie di nicchie intonacate, forse adoperate come riparo per volatili o natanti. Nel corso delle ristrutturazioni un vano ad E, pavimentato da commessi a spina di pesce, fu riadattato a cucina.
Immediatamente a S-E della coenatio si apre la celeberrima spelunca (7) che, al più tardi nella prima età imperiale, fu "antropizzata" con cortine murarie in opera laterizia e trasformata in lussuoso ninfeo-triclinio, forse in occasione della sistemazione degli altrettanto noti gruppi scultorei raffiguranti personaggi tratti dall’Odissea. Del terrazzo esterno, pavimentato a mosaico, si conserva la roccia adiacente lavorata artificialmente e rivestita da cementizio idraulico (8). Sulla destra si apre un ambulacro affrescato e pavimentato in cementizio con marmi policromi (9). La grotta si compone di un ampio spazio centrale e da due anfratti laterali; l’abside, che conserva le decorazioni parietali, al momento della scoperta era rivestito da un opus sectile pavimentale (7a).
Nell’appendice N-E fu creato un vano di forma semi-ellittica pavimentato da lastre di bardiglio, di cui rimangono le impronte nella preparazione (7c); in un anfratto retrostante fu creata una sala cruciforme con pavimento musivo e decorazione parietale (7d).
L’appendice S-E (7b), regolarizzata da un podio su due livelli, prevedeva, in basso, la sistemazione del gruppo scultoreo del Polifemo; nella parte in alto, pavimentata in lastre di bardiglio, era presente una canalizzazione per il raccoglimento delle acque. Accanto alla grotta si conserva un ulteriore ambiente in parte ricavato dal banco roccioso, che conserva tracce della decorazione parietale e pavimentale. La caverna si affaccia su un sistema di piscinae rettangolari comunicanti e funzionali all’allevamento ittico; la parte antistante la grotta era adoperata come triclinio estivo, coperto da velario e collegato alla grotta tramite ponti lignei (10).
D: settore a S-E non ancora indagato scientificamente; la presenza di una serie di murature in opera quasi reticolata e il rinvenimento di numerosi frammenti scultorei conferma che il complesso imperiale doveva estendersi anche in questa direzione (pianta località edificio tratta da Venditti C. P., Le villae del Latium adiectum. Aspetti residenziali delle proprietà rurali, Perugia 2011, tav. XLIV, n. 300; pianta edificio tratta da Cassieri 2008, fig. 6 p. 14).
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Pavimentazione a commessi di laterizio.
Grotta di Tiberio, sett. B, vano, tessellato geometrico policromo
Mosaico policromo definito da una fascia di bordura bianca a filari paralleli di tessere seguita da due linee di tessere nere, da due linee di tessere di cui non è possibile specificare la cromia, da una fascia con disposizione parallela dei filari di tessere (sebbene di fattura alquanto grossolana), da due linee di tessere seguite da una linea di tessere nere e da una fascia decorata da una fila di quadrati sulla diagonale formanti clessidre. Il campo è decorato da un reticolato di linee dentate, gli scomparti iridati e caricati da motivi geometrici differenti (crocette bicrome e motivi non chiaramente distinguibili). L’unica documentazione che si possiede circa il tessellato, ad oggi reinterrato, è quella fotografica di archivio in bianco e nero, degli inizi di questo secolo. E’ stata proposta per il pavimento una datazione orientativa nell’ambito del II-III secolo d.C.
Grotta di Tiberio, sett. C, ambulacro, cementizio con inserti marmorei
Pavimento in cementizio a base fittile di colore chiaro con inserti marmorei policromi (portasanta, Carrara, giallo antico, africano, rosso antico).
Grotta di Tiberio, sett. C, cubicolo, cementizio con pseudoemblema centrale
Pavimentazione in cementizio a base fittile decorata da un punteggiato di crocette bicrome che definiscono uno pseudoemblema centrale a tessere bianche, bordato da un motivo a onde correnti seguito da una fila di losanghe tangenti. Il campo è decorato da una losanga centrale con cerchio inscritto campito da un fiore a sei petali. All’interno degli spazi di risulta del campo rettangolare, della losanga e del fiorone, si dispongono singole crocette bicrome.
Grotta di Tiberio, sett. C, cucina, pavimento in spicato
Rivestimento a commessi di laterizio disposti a formare il motivo della spina di pesce.
Grotta di Tiberio, sett. C, latrina, pavimento in opera spicata
Pavimento a commessi di laterizio disposti a spina di pesce.
Grotta di Tiberio, sett. C, ninfeo, abside (7a), lastre marmoree
Rivestimento marmoreo in spesse lastre di bardiglio.
Grotta di Tiberio, sett. C, ninfeo, appendice N-E (7c), lastricato
Rivestimento a lastre di bardiglio di cui rimangono solo le impronte nella preparazione.
Grotta di Tiberio, sett. C, ninfeo, tessellato monocromo bianco
Pavimento in tessellato monocromo bianco con disposizione diritta dei filari di tessere, di fattura fine. Nel pavimento, in un momento non meglio specificato, fu ricavata una fossa di deposizione per un singolo individuo.
Grotta di Tiberio, sett.C, grotta, cubicolo (7d), tessellato bicromo
Pavimento musivo bordato da una fascia monocroma bianca, da due linee di tessere nere alternate a tre linee di tessere bianche, da due linee di tessere nere e da una linea tripla bianca e campito da un fine tessellato bianco con filari di tessere disposti in orditura obliqua.
Grotta di Tiberio, sett.C, non documentato, tessellato bianco
Rivestimento in mosaico monocromo bianco con filari di tessere disposti a ordito diritto.
Grotta di Tiberio, sett.C, terrazzo, mosaico bicromo
Pavimento musivo definito da una sottile fascia di bordura nera e campito da un tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli.

Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Rivestimento marmoreo in spesse lastre di bardiglio.
Grotta di Tiberio, sett. C, ninfeo, appendice N-E (7c), lastricato
Rivestimento a lastre di bardiglio di cui rimangono solo le impronte nella preparazione.
Grotta di Tiberio, sett.C, grotta, cubicolo (7d), tessellato bicromo
Pavimento musivo bordato da una fascia monocroma bianca, da due linee di tessere nere alternate a tre linee di tessere bianche, da due linee di tessere nere e da una linea tripla bianca e campito da un fine tessellato bianco con filari di tessere disposti in orditura obliqua.
Data: 1957
Grotta di Tiberio, sett.C, ninfeo, appendice S-E (7b), lastre marmoree
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo
Pavimentazione in lastre di bardiglio; attualmente il rivestimento non è più visibile.
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10237