Presso il promontorio di Punta Eolo si conservano i ruderi di un esteso edificio residenziale di epoca augustea in cui forse fu mandata in esilio Giulia, figlia di Augusto. Le strutture, erose ed in parte sommerse dal mare, si fondano direttamente sul banco roccioso. La villa si suddivide in tre zone: A A’, a S, con funzione abitativa; B B’, nel settore centrale, con funzione di xystus; C C’, ovvero ambienti residenziali con annesso settore termale.
A A’: settore S occupato da un grande complesso di strutture probabilmente relative all’accesso della residenza. Tra gli ambienti conservati si segnala un vano coperto a volta pavimentato da un opus sectile marmoreo (I).
B B’: settore centrale della residenza dotato di aree aperte. Si conserva parte di un’esedra (28), due ambienti (26, 27), le cui planimetrie sono difficilmente leggibili a causa dell’erosione marina e due vani rispettivamente rettangolari e trapezoidali (29,30). Più a S si apre un corridoio (31) ed ulteriori ambienti e corridoi paralleli (32-38).
C C’: settore abitativo e termale della villa di cui è visibile un ambiente ad esedra (1), prospiciente sulla zona centrale mediante un corridoio (2). Ad O due ambienti (3,4) in opera reticolata con tracce di intonaco delimitano una gradinata (5) a S della quale si apre un grande ambiente (6) con tracce di pavimentazione. A S-O è ubicata una latrina (7) a cui seguono alcuni vani (8-11); in particolare, l’ambiente 11 conserva tracce del rivestimento pavimentale in lastre marmoree.
A S dell’ambiente 11 si apre un’ampia sala (12) probabilmente colonnata, con tracce dell’originaria pavimentazione marmorea, da cui si accede ad una discesa a mare (13) in parte coperta a volta. Al termine del percorso si apre una serie di ambienti riferibili ad un complesso termale. Gli ambienti 14 e 15 conservano tracce della decorazione pittorica e della pavimentazione in tessere musive; a S si aprono ulteriori vani (16-20), conservati in parte, con vasche rivestite in cocciopesto, seguiti da uno spazio semicircolare (21-22), da strutture irregolari (23) e da ambienti riscaldati (24). Sulla base della tecnica edilizia, costituita perlopiù da murature con cortine in opera reticolata con ammorsature in tufelli e/o in tegole, la villa, probabilmente di proprietà imperiale, viene generalmente datata in età augustea, con rifacimenti nell’ambito del primo secolo dell’impero (pianta località edificio tratta da De Rossi 1986, fig. 188 p. 130; pianta edificio tratta da idem, fig. 212 p. 141).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente I: l’ambiente, rinvenuto nel 1928 e non documentato, faceva parte del settore abitativo (A A’) ubicato nell’estremità S della villa. La sala era copertoa a volta ed era arricchita da una zoccolatura in ardesia sagomata (h cm 12), mentre il pavimento era costituito da un opus sectile in marmi policromi. A detta del De Rossi il vano potrebbe essere identificato, in via ipotetica, con il vestibolo della scala di accesso alla villa.
Lunghezza: 10 m – Larghezza: 7,40 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1928
Punta Eolo, villa, ambiente I, opus sectile marmoreo
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
Pavimento in opus sectile realizzato con formelle in "marmi africano in rosa, nero e bianco con venature nere". Non è noto lo schema compositivo del rivestimento. Attualmente il pavimento non è più visibile.