Nel 1903, in occasione dei lavori di costruzione del monumento a Vittorio Emanuele, nel corso degli sterri "per la fondazione di un nuovo pilone della gradinata di accesso al monumento (…), dirimpetto alla via della Ripresa" (GATTI, NSc 1903), venne riportata in luce una grande aula con pareti in opera laterizia rivestite di lastre marmoree "disposte a disegno geometrico" e pavimentata in opus sectile di marmi policromi. L’ambiente comunicava verso est con un altro vano (di cui era stato scoperto soltanto un angolo), anch’esso decorato con una pavimentazione a commesso marmoreo ma molto mal conservata. Non si conosce l’estensione del complesso edilizio (interpretabile come domus per l’altissima qualità dei pavimenti in sectile), anche se è probabile che il limite W fosse costituito dalla "antica strada lastricata a poligoni di selce, che doveva trovarsi in continuazione della via Lata", intercettata a breve distanza dalla parete occidentale del primo ambiente "ad un metro di maggiore profondità dei descritti pavimenti" (idem, BCom 1903) e precisamente "a m. 7,55 dalla bocca del cavo e a m. 5,35 dal piano di Piazza Venezia" (idem, NSc 1903). Ad esclusione delle indicazioni schematiche ricavabili da FUR, tav. 22, manca una planimetria di dettaglio dello scavo; assente è anche la documentazione fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Regio VIII, Piazza Venezia (Vittoriano), domus, opus sectile Pavimento in opus sectile in redazione interamente marmorea a grande modulo, con schema decorativo a modulo quadrato con motivi complessi, riconducibile alla tipologia a semicerchi listellati “a sviluppo laterale” che generano cerchi al contatto tra due formelle Q(YDL). La stesura misura 5.30 x 5.33 m ed è redatta secondo uno schema unitario con pseudoemblema centrale quadrato di 2.40 m di lato delimitato da una cornice e circondato sui quattro lati da una fascia di dodici formelle a modulo quadrato da 1.20 m disposte su quattro file, perimetrate da una cornice a serie di quadrati e losanghe listellati (probabile opera di restauro moderno). Il pannello centrale, campito da un motivo "a squame" reso in “quadricromia neroniana”, è bordato da una cornice di 13 cm inclusa entro due listelli di porfido verde (sp. 3 cm), contenente una serie di rettangoli in pavonazzetto, giallo antico e marmo bianco (6-8 cm x 4-6 cm), bordati da sottili listelli di porfido rosso (1-1.5 cm), ed una sequenza di losanghe (12 x 7 cm) in alternanza cromatica di porfido verde e rosso entro rettangoli di giallo antico, pavonazzetto e portasanta. A contatto con questa cornice si sviluppa la stesura di formelle a modulo quadrato di lato 1.20 m che, su fondo di giallo antico, pavonazzetto e portasanta, contengono inscritto nel centro un disco (diam. 28-30), incorniciato da un listello di pavonazzetto (largh. ca. 6 cm) e da una listellatura di 2-3 cm; i dischi e i listelli esterni sono di porfido rosso e verde in contrasto cromatico e in alternanza cromatica regolare. I quattro dischi, inscritti rispettivamente nelle quattro mattonelle disposte agli angoli della stesura pavimentale includono a loro volta un quadrato di 25 cm per lato (ne sopravvivono tre in pavonazzetto ed uno in giallo antico). Quattro grandi elementi a forma di cornucopia in porfido verde, con elementi decorativi interni in porfido rosso e palombino, si dispongono intorno al disco centrale verso gli angoli della formella. Al centro di ciascun lato si trovano semicerchi di pavonazzetto listellati di porfido rosso (2-2.5 cm), contenenti elementi trilobati in giallo antico, pavonazzetto e qualche frammento di portasanta, bordati da un listello di 2-3 cm in porfido verde. I semicerchi e gli elementi trilobati, al contatto tra due formelle, sviluppano circonferenze, del diametro di 56 cm, al cui interno si viene a formare una sorta di fiore quadrilobato (46 x 44 cm).
Ambiente di dimensioni, funzione e planimetria non determinabili, ma verosimilmente di forma quadrangolare, rinvenuto (ma solo parzialmente indagato) ad ovest della grande sala con pavimento in opus sectile a motivi complessi (v. scheda) e con quella direttamente comunicante. Sulla base di quanto ricavabile dalle relazioni di scavo, anche questo vano era ornato con un pavimento a commesso marmoreo policromo "eguale in tutto a quello della sala contigua" (GATTI BCom 1903). In realtà la planimetria schematica riportata dal Lanciani (FUR, tav. 22) sembra indicare per l’ambiente un pavimento con modulo rettangolare semplice (isodomo listellato?). Manca la documentazione fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1903
Regio VIII, Piazza Venezia (Vittoriano), domus, opus sectile
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: iterativa? Cromia: bicromo?
Pavimento in opus sectile di marmi policromi a modulo rettangolare listellato (?).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Gatti G. 1903, Roma. Nuove scoperte nella città e nel suburbio, in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., Roma, p. 511.Gatti, G. 1903, Notizie di recenti trovamenti di antichità in Roma e nel suburbio, in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, Roma, p. 282.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Regio VIII, Piazza Venezia (Vittoriano), domus, opus sectile, in TESS – scheda 11194 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11194), 2012