Nel 1925, tra via Pescheria e via Macelli (ora scomparsa) furono rinvenute alcune murature ascrivibili ad ambiti cronologici differenti: a) murature con cortine in opera reticolata con ricorsi di cinque filari di mattoni; b) murature con paramento in opera reticolata e ricorsi in laterizi, con fondazione in materiale calcareo informe, che delimitano ambienti con pavimento in opera spicata; c) murature in blocchetti di calcare dipinte in rosso con riquadrature in bianco che si appoggiano alle strutture a-b; d-e) muri in blocchi calcarei parallelepipedi poggianti direttamente su un riempimento di terra in cui si notano frammenti di mosaici a decorazione geometrica e figurata e di pavimenti a commessi laterizi a spina di pesce. Si ipotizza che le strutture a-c siano riferibili a tabernae o magazzini connessi ad attività commerciali, sulla cui distruzione si impiantarono d-e, che dovevano far parte del sistema di fortificazioni di epoca medievale. Durante lo scavo sono state portate in luce una testa di marmo con funzione di sostegno architettonico detta Menade, frammenti di sarcofago a cassa rettangolare con eroti; frammenti di decorazione architettonica e capitelli (pianta località edificio tratta da www.googlemaps.it; pianta edificio tratta da Paribeni 1927, fig. 2 p. 285).
Ortaccio, mosaico con puntinato di tessere Lacerto di pavimentazione musiva (cm 8,5×11) a tessere nere decorata da un puntinato di tessere bianche e di dadi color ocra.
Dell’ambiente si conserva unicamente un lacerto di emblema musivo policromo con motivi figurati.
Cronologia Non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: 1925
Ortaccio, lacerto musivo figurato
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a più unità decorative? Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
Frammento di emblema musivo a tessere policrome su supporto lapideo (cm 27,5×17,5). Il bordo visibile si compone di una linea tripla nera mentre nel campo, a fondo bianco, sono distinguibili alcuni elementi figurati a tessere nere, viola ed ocra. Tra questi si riconoscono una sorta di elemento ondulato (chioma? coda di cavallo?) ed un nastro. Si è ipotizzato che in origine doveva trattarsi di una scena a soggetto marino.
Reggiani, A. M. 1981, in Rieti. Museo Civico. Rinvenimenti della città e del territorio. Catalogo dei Musei locali e delle collezioni del Lazio, Roma, p. 24, tav. X. 13.