Gli Horrea Piperataria vengono menzionati in un passo del Cronografo del 354 d.C. come una grandiosa opera pubblica realizzata da Domiziano sul luogo ove poi sorse la Basilica Costantiniana. Le prime esplorazioni risalgono agli scavi della fine dell’Ottocento di Rodolfo Lanciani, che rinvenne una serie di ambienti sotto la Basilica Costantiniana, i quali vennero identificati quali magazzini delle spezie domizianei anche da Nibby e da Hülsen. Con le successive indagini di M. Barosso fu possibile accertare la paternità domizianea dell’opera (che Van Deman stimava invece essere neroniana) e venne portata alla luce parte di una poderosa fondazione in calcestruzzo che sosteneva su questo lato la pendice della Velia; questa era stata tagliata in epoca neroniana per alloggiare un grande porticato aperto sulla via Sacra. Gli Horrea di Domiziano ne ridisegnano la pianta, pur conservando l’originario dislivello a tre gradoni, e si articolano in cortili scoperti che consentivano accesso e illuminazione ad ambienti di modesta dimensione ivi affacciati; gli scavi del 1935 ne misero in luce uno, che si presenta come un’ampia corte pavimentata in opera spicata munita di vasca al centro, dalla quale era possibile accedere a vani con zoccolo in signino sovrastato da pareti bianche sobriamente dipinte; nel II secolo d.C. si aggiunsero pilastri e stipiti delle porte con serbatoi a queste addossati. I limiti W e N degli Horrea, dei quali non è nota l’intera estensione, sono rintracciabili in una lastra della pianta marmorea severiana (fr. FUR 15a), dove restano visibili file di tabernae. Scavi del 1989 hanno inoltre portato alla luce, davanti ad una fondazione in selce attribuibile al portico neroniano, una strada basolata che consentiva di accedere all’edificio dalle Carinae. Distrutti durante l’incendio commodiano, insieme al vicino Templum Pacis, gli Horrea vennero ricostruiti sotto i Severi ed abbandonati definitivamente dopo il successivo grande incendio del 238 d.C. La pianta dell’edificio è tratta da M. Piranomonte, in LTUR 1996, s.v. “Horrea Piperataria”, pp. 45-46, fig. 32.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente, del quale non sono note le dimensioni, che aveva una pavimentazione a commessi laterizi (opus spicatum). Manca nell’edito la documentazione grafica e fotografica dell’ambiente e del relativo pavimento.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Regio IV, Horrea Piperataria, pavimento a commessi laterizi (opus spicatum)
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: monocromo
Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) del quale non sono note le dimensioni. Manca nell’edito la documentazione grafica e fotografica del rivestimento.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: a commesso di laterizi Dimensioni Metriche Tessere: 10×2,13×0,3. cm