Il Circo Massimo occupa parte della Vallis Murcia, tra Palatino e Aventino. Il sito, frequentato fin da età protostorica, fu inizialmente utilizzato per lo svolgimento di giochi e corse di carri con strutture per lo più lignee, sostituite – a partire dall’età cesariana – da impianti in muratura. L’edificio per spettacolo, compreso entro i limiti della XI regio augustea, subì nel tempo cospicui rifacimenti, a seguito dei danni provocati da incendi: nel 36 d.C., con restauri ad opera di Caligola e Claudio; nel 64 d.C., con rifacimento di Nerone; alla fine del I secolo d.C., con ricostruzione pressochè totale ad opera degli imperatori Domiziano e Traiano. I resti attualmente visibili si riferiscono, nella quasi totalità, alla fase imperiale e riguardano essenzialmente le sostruzioni della cavea in corrispondenza dell’emiciclo. La loro articolazione permette di riconoscere tre serie di ambienti – fornici esterni, stanze intermedie, vani interni verso la pista – ed un ampio ambulacro esterno; al di sopra di esse erano, invece, poste le gradinate divise in quattro maeniana. Al XVII secolo risale la prima notizia del rinvenimento nell’area di un tessellato con decorazione figurata; un pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) è documentato, a sua volta, in Via dei Cerchi nel 1876, riferibile alle indagini che individuarono i resti dei carceres, posti nel settore pianeggiante verso il Tevere. E’ quanto mai probabile collegare a tali ricerche il ritrovamento (tra i mesi di luglio e agosto dello stesso 1876) di 4 pavimenti (3 rivestimenti a commessi laterizi e un tessellato), tutt’ora inediti e noti soltanto da documentazione di archivio). Tre rivestimenti in opus spicatum sono stati, inoltre, messi in luce nel 1942. Sondaggi (una trincea e 10 carotaggi) eseguiti nel 1998 in occasione di lavori di risistemazione di Via dei Cerchi, nell’area antistante l’esedra della Domus Augustana (i primi cinque saggi in una ristretta area verso il Palatino, A in pianta; gli altri 5 al centro della spina secondo un asse ad essa perpendicolare, B in pianta) hanno rilevato, infine, l’esistenza di due piani in opus spicatum, ascrivibili, rispettivamente all’ambulacro superiore (saggio 4) e ad un ambiente al piano terra, cosiddetto corridoio intermedio (saggio 5) del settore longitudinale della cavea. Si discute circa il possibile rapporto (e la natura di esso) con il Circo Massimo dell’edificio di II sec. d. C. rinvenuto nel 1931 durante i lavori di adeguamento per la costruzione dei magazzini del Teatro Reale dell’Opera tra Piazza Bocca della Verità e Via della Greca (vedi scheda relativa) e del mitreo che, successivamente, occupò alcuni degli ambienti del medesimo edificio (vedi scheda relativa). Ci si chiede, altresi’, considerato il luogo di rinvenimento (in via dei Cerchi, tra Piazza Bocca della Verità e Via della Greca) se vada postulato un qualche rapporto con le strutture del Circo anche per due rivestimenti (rispettivamente un tessellato geometrico bicromo e un pavimento a commessi laterizi messi in luce nel 1879 e noti soltanto da documentazione di archivio (CAR V, G 82 c: edi schede relative).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio XI, Circo Massimo, pavimento a commessi laterizi Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) noto solo da fonte di archivio inedita (CAR V H 11 M; RT XII, 52m). Ne manca la documentazione grafica e/o fotografica.
Regio XI, Circo Massimo, tessellato figurato Tessellato con decorazione figurata di soggetto ignoto, noto solo fa fonti di archivio inedite (CAR V H 11a); non risulta nell’edito documentazione grafica.
La totale assenza di documentazione non consente di precisare le caratteristiche dell’ambiente in cui il pavimento rinvenuto (un tessellato bicromo) – noto soltanto da dati di archivio (CAR V G 87 IV b; ACS Arch. Gatti Tacc. 1226, 1228, 1229, 1231) – risultava inserito. Il luogo (Via dei Cerchi, nn. 22-23) e la data del ritrovamento (26 luglio 1876) consentono, tuttavia, di collegare, seppure genericamente, il ritrovamento a quello di un pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) rinvenuto al civico 20 della medesima Via dei Cerchi e alle indagini, solo brevemente descritte da G. Fiorelli (NotSc 1876, p. 101), che individuarono i resti dei carceres (vd. scheda rivestimento pavimentale).
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 26 luglio 1876
Regio XI, Circo Massimo, tessellato geometrico bicromo
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Tessellato bicromo a decoro geometrico il cui soggetto è un campo omogeneo; si compone di un campo monocromo bianco a ordito di filari paralleli (DM 105a), delimitato da un bordo costituito da tre fasce di tessere nere in ordito dirito. Ne manca documentazione grafica e/o fotografica.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: Non documentate cm
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: Non documentate. cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli