scheda

Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, tessellato bicromo
Roma ( RM)


L’edificio, noto con il nome di aedes o templum Castoris, ma anche aedes Castorum o Castoris et Pollucis, era dedicato ai Dioscuri e si trovava all’angolo sud-orientale della piazza del Foro, nei pressi della fonte di Giuturna. Promesso in voto dal dittatore Aulo Postumio Albo Regillense nel 499 o 496 a.C. in seguito all’apparizione dei Dioscuri, che avevano abbeverato i loro cavalli presso la fonte di Giuturna dopo la battaglia del lago Regillo, il tempio fu dedicato nel 484 a.C. dal figlio di Postumio, nominato duoviro per sovraintendere alla sua costruzione. All’edificio di V secolo si riferiscono alcuni tratti murari in blocchi di cappellaccio, che consentono di ricostruirne l’originario assetto: si trattava di un tempio di tipo italico, con tre celle e profondo pronao, con lo stesso orientamento dell’attuale e di poco più piccolo; a questo tempio appartengono probabilmente i frammenti di decorazione architettonica in terracotta rinvenuti negli scavi. A partire dal 160 a.C. fu adoperato come luogo di riunione del Senato e nello stesso periodo davanti al tempio venne istituito un tribunale: in quell’occasione il pronao venne reso meno profondo e la parte anteriore del podio venne abbassata e coperta con lastre in peperino; il tempio fu forse trasformato in un periptero sine postico e pavimento della cella venne rivestito di mosaico bianco. Un altro intervento fu curato nel 117 a.C. ad opera di Lucio Cecilio Metello Dalmatico. In questa fase il podio era costituito da tre strutture in opera cementizia, inglobate nel successivo podio tiberiano, rispettivamente per la cella, per il pronao e per il tribunale antistante, con i muri più esterni del podio più antico utilizzati come fondazioni per le colonne laterali. Il tempio aveva probabilmente l’aspetto di un tempio ottastilo periptero sine postico; le colonne e la trabeazione dovevano essere in travertino rivestito di stucco, mentre i muri della cella erano costruiti in blocchi di tufo dell’Aniene. Le pareti interne della cella erano decorate da tre colonne ciascuna, delle quali restano le fondazioni; l’originario pavimento della cella era in mosaico, sostituito nella prima metà del I sec. a.C., da un pavimento in opus sectile (forse realizzato nel corso dei restauri promossi dal pretore Gaio Verre, nel 74 a.C.). Per tutto il I secolo a.C. il tempio rivestì funzioni prevalentemente pubbliche, legate alla vita politica, piuttosto che religiose. Negli ambienti aperti nel podio erano conservati i pesi e le misure ufficiali e alcuni di essi erano utilizzati come "banche" o depositi. In seguito alla distruzione del tempio metelliano, dovuta probabilmente ad un incendio (14 o 9 a.C.), l’edificio venne interamente ricostruito nella forma che conserva tuttora e inaugurato nel 6 d.C. da Tiberio. Il podio venne ulteriormente alzato e ingrandito (32 m x 49,5 m), ancora con tre strutture in opera cementizia per la cella, il pronao e il tribunale, in origine rivestite da muri in blocchi di tufo dell’Aniene e travertino, oggi asportati. Nel podio si aprivano ambienti utilizzati come deposito e banca, chiusi da grate, mentre altri dovevano essere affidati a privati per attività commerciali.
L’elevato, in marmo lunense aveva l’aspetto di un tempio ottastilo periptero, di ordine corinzio, con 11 colonne sui lati lunghi. L’interno della cella era decorato con colonne più piccole dai fusti in marmo giallo antico ed era rivestito con un tessellato, più tardi sostituito da un pavimento in opus sectile. Anche in questa fase la parte anteriore del tempio fu dotata di un tribunal, più piccolo dei precedenti, dal quale un’ampia scalinata permette di accedere al tempio; altre scale laterali permettevano l’accesso diretto al pronao. Entro la fine del II secolo d.C. il tribunale, non più utilizzato, venne eliminato e rimpiazzato da un’unica gradinata frontale di accesso. Il tempio doveva già essere in rovina nel IV secolo, poiché parte di esso fu smantellato e il materiale riutilizzato per la costruzione di un muro presso la vicina fonte di Giuturna. Pianta edificio da S.B. Platner, The Topography and Monuments of Ancient Rome (1904), http://graphics.stanford.edu/projects/forma-urbis/dig-in-rome/Platner-forum-romanum-96-ssh.jpg.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (1° q) al secolo V d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici, stilistici ed epigrafici
Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, opus sectile

Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, opus sectile
Opus sectile a cubi prospettici, conservato soltanto in impronte.

Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, tessellato
Tessellato monocromo a tessere parallelepipede, disposte per filari tendenti al parallelo e talvolta spezzati, a causa dell’irregolarità dimensionale. Il pavimento, documentato da vari frammenti rinvenuti in giacitura secondaria, è assegnato alla prima fase del tempio (IIA).


Cella del Tempio dei Castori. Nella fase austeo-tiberiana l’interno era decorato con colonne più piccole dai fusti in marmo giallo antico ed era rivestito con un tessellato, più tardi sostituito da un pavimento in opus sectile. Immagine da https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3A09791_-_Rome_-_Temple_of_Castor_and_Pollux_(3505066520).jpg
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (1° q) al secolo V d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, opus sectile

Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, opus sectile
Opus sectile a cubi prospettici, conservato soltanto in impronte.

Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, tessellato
Tessellato monocromo a tessere parallelepipede, disposte per filari tendenti al parallelo e talvolta spezzati, a causa dell’irregolarità dimensionale. Il pavimento, documentato da vari frammenti rinvenuti in giacitura secondaria, è assegnato alla prima fase del tempio (IIA).

Specifiche di rinvenimento
Data:
non documentata

Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, tessellato bicromo

Parte dell’ambiente: cella
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a pannelli
Cromia: bicromo

Composizione di losanghe inscritte entro comparti rettangolari a grande modulo.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

 
 

Referenza fotografica: da Blake 1930
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ

Blake, M.E. 1930, The Pavements of the Roman Buildings of the Republic and Early Empire, in Memoirs of the American Academy in Rome, Roma, pp. 86-87, tav. 44, 1.

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Angelelli, Claudia | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Regio VIII, Foro Romano, tempio dei Castori, cella, tessellato bicromo, in TESS – scheda 11935 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11935), 2012

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11935


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