scheda

Giardini Pubblici, Edificio 1, fase 3, vano F, cementizio fittile
Ivrea ( TO )

EDIFICIO 1 (EST). Nel 1982 e nel 1987, in occasione della posa delle fognature nei giardini pubblici di Ivrea, situati fra corso Botta e corso Umberto I sulla sponda della Dora Baltea (cfr. ubicazione, da BRECCIAROLI TABORELLI 2007, fig. 2 p. 128, n. 3: in rosso), vennero portati alla luce i resti di due isolati del settore SE dell’antica Eporedia, separati da un’enorme fossa di spoliazione, che doveva verosimilmente costituire lo spazio in precedenza occupato da un decumano minore. Lo scavo, limitato a una trincea SE-NO di 90m di lunghezza e 4.5m di larghezza, ha permesso di individuare una serie di ambienti allineati in senso EO e pertinenti a due diversi edifici (Edificio 1 e 2, cfr. planimetria resti, da BRECCIAROLI TABORELLI 2007, fig. 14 p. 135), costruiti intorno alla metà del I sec. a.C. e più volte rimaneggiati, sino all’epoca tardoantica. La funzione dei due complessi non è del tutto chiarita, a causa della limitatezza dell’area d’indagine; è tuttavia plausibile l’ipotesi che ci fossero alcuni ambienti a destinazione artigianale e altri a carattere residenziale. Per l’Edificio 2, vd. infra.
EDIFICIO 1. Dopo una prima fase (fase 1, 100-50 a.C.), documentata da strutture precarie, si osservano i primi interventi edilizi programmati (fase 2 e seguenti).
Fase 2 (metà I sec. a.C.). Su uno strato di riporto costituito da sabbie e ghiaie alluvionali viene costruito il primo impianto in opera lapidea, a S dell’asse viario EO. Si riconoscono quattro ambienti affiancati (E, F, G, H), di cui due pavimentati in cementizio (E, F) e uno in mattoni (G).
Fase 3 (età augusteo-tiberiana). In seguito a un evento alluvionale, l’edificio viene ristrutturato. Uno dei due cementizi viene riutilizzato ancora in questa fase, mentre l’altro viene sostituito da un secondo piano pavimentale, sempre in cementizio (F). La funzione utilitaria del complesso emerge dalla presenza di pozzetti di laterizi per lavorazioni metallurgiche nell’ambiente più occidentale, pavimentato in terra battuta (H).
Fase 4 (15-70 d.C.). Un secondo evento alluvionale (30/40 d.C.) comporta la distruzione dell’edificio, che viene completamente spogliato.
Fase 5 (dopo 70 d.C.). L’edificio viene in parte ricostruito, sfruttando materiale di reimpiego proveniente dal complesso precedente.
Fasi 6-7 (III/IV-V/VI sec. d.C.). Ristrutturato parzialmente fra III e IV sec. d.C., il complesso viene totalmente abbandonato fra V e VI sec. e l’area progressivamente spoliata e spianata.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Giardini Pubblici, Edificio 1, fase 2, vano E, cementizio fittile con inserti
Dalla descrizione fornita in letteratura (BRECCIAROLI, PEJRANI, GALLESIO 1983) si desume che il pavimento sia costituito da un cementizio a base fittile con inserti misti, di tessere bianche (disposte regolarmente) e nere, sparse insieme a schegge di calcare di colore verde.

Giardini Pubblici, Edificio 1, fase 2, vano F, cementizio litico rubricato
Descritto come "battuto di calce dipinto di rosso", il pavimento è interpretabile come cementizio a base litica, rubricato.

Giardini Pubblici, Edificio 1, fase 2, vano G, commessi laterizi
Pavimento in mattoni (sesquipedali?): commessi laterizi.


Vano F. Dell’ambiente è noto un pavimento risalente alla fase 2 (metà I sec. a.C.), descritto come “battuto di calce dipinto di rosso”. Questo piano viene sostituito nella fase 3 (età augusteo-tiberiana) da un “cocciopesto di forte consistenza”.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Giardini Pubblici, Edificio 1, fase 2, vano F, cementizio litico rubricato
Descritto come "battuto di calce dipinto di rosso", il pavimento è interpretabile come cementizio a base litica, rubricato.

Specifiche di rinvenimento
Data:
1982 – Ente responsabile: SBAPMAE

Giardini Pubblici, Edificio 1, fase 3, vano F, cementizio fittile

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Definito "cocciopesto di forte consistenza", il pavimento è interpretabile come cementizio a base fittile, di fattura grossolana.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)

 
 

Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: non documentato

Brecciaroli L./ Pejrani, L./ Gallesio, S. 1983, Ivrea, Giardino Pubblico – Corso Umberto I. Palazzo abbaziale di S. Stefano e strutture d’età romana., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 186.
Brecciaroli Taborelli, L. 1987, Un contributo alla conoscenza dell’impianto urbano di Eporedia (Ivrea). Lo scavo di un isolato a Porta Vercelli., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 150.
Brecciaroli Taborelli, L. 2007, Eporedia tra tarda repubblica e primo impero: un aggiornamento., in Forme e tempi dell’urbanizzazione in Cisalpina (II sec. a.C. – I sec. d.C.). Atti delle Giornate di Studio, Torino, 4-6 maggio 2006, Firenze, p. 134.
Panero, E. 2000, in La città romana in Piemonte. Realtà e simbologia della forma urbis nella Cisalpina Occidentale, Cavallermaggiore, p. 194.

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , Giardini Pubblici, Edificio 1, fase 3, vano F, cementizio fittile, in TESS – scheda 12441 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12441), 2012

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12441


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