scheda

San Severo, cripta Rasponi, tessellato con composizione fiorita di cerchi secanti
Classe – Ravenna ( RA )


Tra il 1964 e il 1967 una serie di campagne di scavo hanno messo parzialmente in luce un’area pluristratificata corrispondente alla chiesa di San Severo a Classe e ad un edificio di età romana (sito 42, cfr. pavimenti RA-LV – RA-LIX); altri scavi hanno indagato l’area fino al 1974 e ancora tra il 1981 e il 1991. Nuove indagini condotte tra il 2006 e il 2009 da un’équipe internazionale sotto la direzione di A. Augenti (Università di Bologna) hanno permesso di acquisire informazioni più dettagliate sull’area di scavo, grazie anche a una metodologia di scavo rigida e scientificamente accurata. Lo stato di conservazione del giacimento stratigrafico molto compromesso dagli impianti successivi e le modalità di scavo degli anni 60 hanno tuttavia in parte compromesso la lettura in senso diacronico dell’area.
Sul sito dell’edificio romano (sito 42) e sfruttandone in parte alcune murature viene ad installarsi un complesso di tipo religioso che si esplicita nella costruzione di un sacello (sacello A), con pianta rettangolare absidata sul lato O e ingresso sul lato E costituito da una trifora. Tale sacello presentava una pavimentazione in tessellato ed è attualmente identificato come il monasterium di San Ruffillo; presso l’abside si trovavano anche due tombe. A N di tale sacello e immediatamente sopra le strutture dell’edificio romano sono state rintracciate altre strutture murarie e un secondo ambiente a pianta rettangolare, con orientamento approssimativo in senso N-S, dotato di un pavimento in tessellato (in pianta è indicato come Edificio A). Tale edificio è stato tradizionalmente interpretato come una “domus ecclesia”, tuttavia non vi sono dati sufficienti per suffragare tale ipotesi. Ciò che sembra più plausibile è che parallelamente alla costruzione del sacello A nell’area vengano edificate delle strutture in relazione a quest’ultimo e probabilmente funzionali al culto o più in generale alla fruizione del sito; si segnala anche il rinvenimento di frammenti musivi di estensione più o meno limitata nell’area ad N del sacello A, forse relativi a questa fase d’uso. Tale intervento si data con precisione grazie allo studio delle stratigrafie superstiti e ai materiali rintracciati alla prima metà del V secolo.
La situazione si fa più chiara nella fase successiva con la costruzione della basilica di San Severo e dei suoi annessi, riconducibile ai decenni finali del VI secolo. L’edificio è a tre navate ed è preceduto da un nartece ad O e concluso ad E da un’abside pentagonale all’esterno e semicircolare all’interno. Le navate era scandite da due file di 12 colonne, lasciando una larghezza maggiore alla navata centrale; al centro del presbiterio si trovava una recinzione costituita da un bema preceduto da una solea. La pavimentazione delle navate era in tessellato, così come in tessellato doveva essere anche la decorazione interna della calotta dell’abside; si conserva solo parte della pavimentazione della navata laterale destra e della navata centrale, mentre manca quella della navata laterale sinistra. Tra le pavimentazioni musive della basilica va anche ascritta quella che attualmente pavimenta la cripta Rasponi presso il Palazzo della Provincia di Ravenna: nel XIX secolo la famiglia nobiliare prelevò una parte del pavimento della basilica (si ignora la precisa ubicazione) per ricomporlo in un "collage" che non rispetta il disegno originario del pavimento. Del complesso ecclesiastico dovevano far parte anche i due sacelli situati immediatamente ad E del nartece: il sacello A (di cui si è già parlato sopra e che in questa fase è mantenuto in uso) e il sacello B, a cui si accedeva mediante una soglia in tessellato proprio dal sacello A. Il sacello B è a pianta rettangolare, ma in questo caso l’abside si apriva sul lato E; anche questo sacello presenta una pavimentazione in tessellato.
Tra i numerosi interventi successivi all’impianto basilicale si segnala una ripavimentazione (parziale?) dell’area della navata centrale, con un rivestimento in opus sectile a piccolo modulo di età carolingia (termine post quem intorno alla seconda metà/fine del VII secolo). Contemporanea a tale rifacimento è l’aula addossata all’abside presso il lato O, forse il pastophorium del complesso. Contemporaneo al primo impianto basilicale, invece, è il cimitero che si sviluppa attorno alla basilica, caratterizzato da numerose tombe (ad oggi quasi 150 sepolture rintracciate). La vita della basilica non si esaurisce in età carolingia, ma con vicende alterne prosegue fino al XV secolo (per approfondimenti si rimanda a Augenti 2010, pp. 30-35).
Riepilogando: alla prima metà del V secolo va riferito il pavimento dell’edificio A, mentre è dubbiosa l’attribuzione a questa fase sia dei frammenti musivi rintracciati all’esterno del sacello A che il pavimento dello stesso sacello A; al primo impianto basilicale (ultimi decenni del VI secolo) vanno invece ascritti i pavimenti musivi delle navate centrale e laterale destra, così come il pavimento del sacello B. (la planimetria allegata è una rielaborazione di G. Paolucci della pianta in Perpignani 2010, fig. 4; il riferimento del nord è errato, come si può notare in Augenti 2010, figg. 7-8).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
San Severo, frammenti di tessellato policromo geometrico
Quattro frammenti di tessellato policromo, riferibili presumibilmente al medesimo pavimento, forse scandito da tappeti giustapposti. Del frammento 1 (1.00×0.43m) resta parte del bordo a fila di quadrati sulla diagonale, tangenti policromi; il medesimo motivo compare anche nei frammenti 2 (1.80×0.52m) e 3 (1.51×0.77m), il primo caratterizzato da una composizione "a girandole" di pelte, l’altro da un racemo d’acanto e da un’iscrizione musiva. L’ultimo frammento (4: 0.46×1.04m) presenta una decorazione geometrica non ricostruibile.

San Severo, navata centrale, tessellato policromo a tappeti giustapposti
Rivestimento in tessellato policromo, scandito in tappeti giustapposti, rintracciato per una parte della superficie originaria. Si conservano in modo incompleto 6 tappeti; i tappeti a-b sono decorati da una composizione ortogonale di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi), e reticolato di linee secondo il verso dei fusi, il tappeto c da una composizione ortogonale di quadrilobi disegnati da cordoni annodati, formanti dodecagoni concavi, il tappeto d da un motivo a intreccio, il tappeto e da una composizione centrata in un cerchio, il tappeto f da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi.

San Severo, navata laterale, tessellato policromo a tappeti giustapposti
Rivestimento in tessellato policromo, scandito in tappeti giustapposti, rintracciato per una parte della superficie originaria. Si conservano in modo incompleto 4 tappeti; a partire dall’abside il primo tappeto conservato (a) è decorato da una composizione ortogonale di quadrilobi disegnati da cordoni annodati, formanti dodecagoni concavi, il secondo (b) da "cerchi allacciati" con un piccolo quadrato iscritto sulla diagonale nei fusi e un quadrato più grande iscritto nei quadrati concavi (con effetto di croci di Malta), il terzo (c) da una composizione centrata in un cerchio e il quarto (d) da una composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di quadrifogli a piccolo quadrato centrale, disegnata da cordoni a bordi dritti allacciati, gli ottagoni mistilinei caricati da 5 nodi.

San Severo, Sacello A, tessellato con composizione di ottagoni e iscrizione
Rivestimento in tessellato policromo, frammentario; del pavimento si conservano tre lastre (2-3-4) pertinenti alla decorazione del vano, una pertinente alla soglia di passaggio (1) e una pertinente a un rifacimento successivo (5), di età medievale. La decorazione della soglia (1: 1.77×0.99 m) consiste in una composizione di onde contigue di pelte policrome, mentre la decorazione del sacello (2: 0.98×2.14 m; 3: 1.11×2.17 m; 4: 1.42×1.03 m) prevede una composizione ortogonale di ottagoni irregolari adiacenti (formanti quadrati) disegnata da cordoni annodati sui lati adiacenti, gli ottagoni campiti da 4 gigli con le punte rivolte al centro; tale composizione è interrotta da un’iscrizione musiva.

San Severo, Sacello B, tessellato con piramidi vegetali
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato in modo lacunoso, con tappeto decorato da una composizione centrata, fitomorfa, in un quadrato e attorno a un cerchio, di 4 piramidi vegetali secondo Ie diagonali, contigue al cerchio, che fuoriescono da kantharoi angolari, gli spazi di risulta trapezoidali campiti da volute d’acanto che fuoriescono dai kantharoi (con effetto di proiezione di volta a crociera con costoloni), Il cerchio centrale è campito da un fiore ad 8 petali.

San Severo, tessellato con reticolato di file di cerchietti e uccellini
Rivestimento in tessellato, rintracciato per una parte della superficie originaria e decorato da un reticolato di file di cerchietti parzialmente sovrimposti uno all’altro, con un cerchietto completo nei punti di incrocio. Ogni scomparto del reticolato è campito da un uccellino reso su fondo bianco; gli uccelli, di diverse specie, hanno orientamento diverso e sono realizzati anche con tessere in pasta vitrea. Su base stilistica è datato dalla Farioli al VI secolo, ma i dati archeologici lascerebbero propendere per una datazione nella prima metà del V secolo.

Nel XIX secolo la famiglia nobiliare ravennate Rasponi, proprietaria dei terreni su cui si trovava la basilica di San Severo, fece prelevare ampi tratti di tessellato policromo, rinvenuto già in frammenti, per trasportarlo nella propria abitazione privata (attualmente il Palazzo della Provincia a Ravenna). I frammenti sono stati ricomposti in un "collage" disomogeneo che non rispetta il disego originario (pur essendo perfettamente riconoscibile). Gli studiosi sono concordi nel ritenere tale pavimento come parte delle pavimentazioni della basilica di San Severo, tuttavia non è possibile stabilire quale zona della basilica andasse a pavimentare.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Specifiche di rinvenimento
Data:
XIX secolo

San Severo, cripta Rasponi, tessellato con composizione fiorita di cerchi secanti

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: non documentato
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato già in frammenti nel XIX secolo e rimontato in modo disomogeneo nella Cripta Rasponi a Ravenna. Il motivo decorativo è tuttavia perfettamente riconoscibile, si tratta infatti di una composizione ortogonale di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi), e reticolato di linee secondo il verso dei fusi. I motivi di riempimento sono di tipo geometrico e figurato.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 243e – composizione ortogonale di cerchi secanti (qui disegnati da foglie di acanto), con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi

 
 

Referenza fotografica: Foschini 2010 fig. 5
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: edificio pubblico (Cripta Rasponi – Palazzo della Provincia, cripta)

Restauri moderni: Si è proceduto ad un intervento di pulitura delle superfici musive e infine, dove ritenuto necessario, all’integrazione delle lacune con tessere incise; inoltre si è proceduto al consolidamento del pavimento e delle tessere più danneggiate.

Farioli Campanati, R. 2010, I mosaici pavimentali del complesso di San Severo, in La Basilica ritrovata. I restauri dei mosaici antichi di San Severo a Classe, Ravenna, Bologna, p. 57.
Foschini, A. 2010, Il restauro dei mosaici della Cripta Rasponi presso il Palazzo della Provincia di Ravenna, in La Basilica ritrovata. I restauri dei mosaici antichi di San Severo a Classe, Ravenna, Bologna, pp. 259-266, figg. 1-11.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Paolucci, Giovanna | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, San Severo, cripta Rasponi, tessellato con composizione fiorita di cerchi secanti, in TESS – scheda 13517 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13517), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13517


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